La ministra spagnola Ana Mato censura il libro della giornalista Costanza Miriano “Sposati e sii sottomessa” e ne chiede il ritiro a cura di Ange de Clermont

 

Costanza Miriano

Costanza Miriano

Si sa che gli spagnoli perdono la testa per la plaza de toros, che si sono ammazzati in 500 mila per parte durante la guerra civile, che per quanto Franco li abbia addormentati per tanti anni, sotto la cenere c’è il fuoco da una parte dei cattolici credenti e giustamente intransigenti e dall’altra dei laici fanatici più dei primi al punto che hanno abolito il marito e la moglie, per parlare solo di coniugi 1 e 2 e si sa anche che la casa di Zapatero è stata invasa da tanti satanassi al punto che pare i mobili abbiano ballato il twist e la moglie sia stata costretta a chiamare un esorcista. Non sappiamo se quest’ultimo sia riuscito a cacciare via i diavoli. Il libro di cui trattasi ha per titolo un brano di San Paolo che per la verità se non letto completamente appare provocatorio come il titolo del libro. Un libro però se si vuole lo si compra e lo si legge oppure lo si compra e non si legge oppure né si compra né si legge. In esso una giovane mamma, quarantasettenne, madre di quattro figli, due femmine e due maschi, giornalista di RAI 3 spiega con lettere ad amici il miglior modo per gestire un ménage matrimoniale tra due giovani sposi che, a seconda delle loro abilità debbono mettersi entrambi al servizio della famiglia  senza inscenare dei sessantotto per ogni piccolo episodio, ma usando la moderazione, il discernimento e soprattutto amandosi. Io l’ho letto tutto e l’ho trovato interessante, mia moglie credo non l’abbia nemmeno visto, qualcuno me lo ha portato via. Solitamente chiamo la mia metà madre, matrona e matriarca e questo farebbe rallegrare le spagnole e imbestialire gli spagnoli, sempre che appartengano al I e al II sesso, non so che cosa direbbero se appartenessero all’ormai affermato III sesso che in Spagna prolifica ad abundantiam magnam. Se dovessimo fare delle crociate per ogni libro che non ci piace, sarebbe la fine del mondo, ma la tolleranza ci porta al rispetto delle idee di ciascuno e a non portare avanti crociate contro un libro. Questo sta succedendo in Spagna dove le donne fino a poco tempo fa erano sottomesse, si fa per dire. Ora non ne vogliono sentire più come del resto fanno le nuove generazioni di donne che non sanno né leggere né scrivere, né cucinare né fare e allevare pupi in quanto vogliono godersi la vita e mortificare il già capofamiglia ridotto a coniuge numero uno o due e spesso ad un autentico lacché. Se a queste nuove generazioni di sesso 1 e di sesso 2 e di sesso 3, in attesa del sesso 4, piace così, così sia con tutte le conseguenze del caso. Ma ciononostante la tolleranza deve far si che si debba smettere di censurare il pensiero, stranamente sempre quello cristiano, come si  tollerano i sessi che come funghi stanno spuntando. Alla ministra consigliamo di farsi preparare una bella minestra dalla vecchia madre, pardon, dal genitore uno o due e se, di sera, una camomilla di modo che possa dormire beatamente e lasci correre le idee sui libri e nei cervelli e si dedichi ad attività più proficue in questa Spagna di coniugi dal sesso numero uno, numero due, numero tre, che a quanto pare sarebbe quello di un famoso giornalista tornato alla ribalta gloriosamente e al sesso numero quattro così come descritto dal nostro già famoso e , ope legis Bacchelli pensionato, Gavino Ledda, in “Padre e Padrone.”

Ana Mato se ha pronunciado por primera vez sobre el libro escrito por la italiana Constanza Miriano, que ha generado una gran polémica, durante una entrevista en TVE el Día Internacional de la Eliminación de la Violencia contra la Mujer.

“No comparto en absoluto ni el título ni el contenido y me gustaría y así lo he pedido que se retirara ese libro, creo que no es nada adecuado y que es una falta de respeto a las mujeres”, ha precisado en la entrevista.

No obstante, ha precisado que “de momento” no he obtenido “ninguna” respuesta sobre su petición de retirada y ha insistido en que espera que se retire pues, a su juicio, “ninguna mujer ni la mayoría de la sociedad” comparte el título ni el contenido del mismo.

Hace dos semanas, la directora del Instituto de la Mujer, Carmen Plaza, siguiendo instrucciones de Ana Mato, envió una carta al Arzobispado de Granada para que reconsiderara la publicación del libro Cásate y sé sumisaporque no encajaba en los valores de igualdad que cualquier institución pública debe defender, según han explicado fuentes de la Secretaría de Estado de Igualdad.

Ya la Junta de Andalucía y el PP andaluz han pedido que se retire el libro pero, por el momento, el Arzobispado de Granada ha dicho que no ve razones para que la editorial Nuevo Inicio, que depende de la diócesis, lo retire.”

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