Il pessimismo ce lo regala il demonio (Papa Francesco) di Ange de Clermont

Unknown-17Ho appena letto, su un blog di matrice paesana, un pezzo per un verso esaltante sulle iniziative del passato e per altro deprimente sul presente. Io penso che dobbiamo andare gloriosi delle iniziative del passato: industrie, sport, locali ricreativi e iniziative varie, ma non dobbiamo deprimerci se ora queste industrie e iniziative di vario genere sono passate come sono passati gli uomini di Chiaramonti o no che le hanno realizzate. Fugit irepparabile tempus, il tempo passa inesorabilmente e con esso le realizzazioni e gli uomini che ne sono stati protagonisti. Tutto ciò che è stato fatto di positivo passa alla storia vale a dire alle ricostruzioni degli storici che avranno voglia di rievocarle, mentre noi dobbiamo vivere nel ricordo positivo di ciò che è stato, ma guardare al presente. Quel mondo evocato faceva parte di un mondo contadino e di una rivoluzione che è detta agraria prima e industriale poi dagli studiosi, ora viviamo in un’epoca post-moderna ed esattamente in quella dell’informatica che da pure molti frutti anche se i progetti virtuali che pure producono lavoro e denaro, letteratura e opere d’arte non si possono vedere con  la monumentalità del passato. A parte il momento critico che noi, insieme all’economia globale viviamo, non possiamo certo dire che stiamo peggio del passato e che non possiamo procurarci i prodotti che vogliamo, semplicemente cliccando sul nostro calcolatore. Il villaggio paesano si è allargato al villaggio globale e può fruire non solo di quanto si produce qui sul posto, ma di tutto ciò che si produce al mondo. Non abbiamo bisogno di sale cinematografiche perché i film ce li possiamo guardare in casa al televisore oppure al calcolatore personale, se vogliamo pane di Bitti, formaggio di Gavoi, ricotta di Osilo, carne di altri paesi basta consultare il calcolatore e in pochi giorni ti arriva a casa ogni prodotto desiderato. Il pezzo di mondo contadino è rimasto ancora nelle birrerie, visto che i giovani pare abbiano abbandonato il vino e preferiscano la birra. In una giornata converso su schype con un vecchio amico di Ong Kong che m’informa di gente e di personaggi che vivono migliaia di chilometri lontano da me; parlo e mi vedo quasi quotidianamente con un amico che capita qui d’estate; mi arrivano libri digitali e ne spedisco, visito musei e posso sul mio Mac conservare e condividere le foto più suggestive delle famiglie contadine, dei fiori del nord e del sud, mi ordino l’abba mele di Bono e il miele da Pattada e invio all’amico9 di Bologna, a Natale, le leccornie paesane. Le possibilità di rallegrarmi sono infinite, quelle di assistere agl’incontri del Papa, ma anche del Presidente Obama o se volete del nostro ottimo Presidente Napolitano. In internet, su facebook, vedo crescere e converso con i miei nipoti nati e sempre vissuti in Belgio e posso vederli e sentire come vivono. Il paese ha un gran numero di laureati che si organizzano anche con internet per fare dei guadagni, ma noi non li vediamo. Nel sito, coloro che ce l’hanno, possono essere visitati da migliaia di visitatori al mese. I nostri paesaggi Mario Unali li regala a google earth e i satelliti che girano intorno a noi ci spiano e ci riprendono e così rivediamo scene che avevamo dimenticato. Per farla corta, stiamo allegri, e auguriamoci che i nostri politici mettano la testa a posto, per il resto il paese non ha bisogno di industrie inquinanti e mortifere come, ad esempio, l’acqua dell’oleificio che già fu e che è stato eliminato sia per la diminuzione dei coltivatori, ma anche per le migliaia di denunce dei paesi a valle che hanno visto morire il loro bestiame, bevendo le acque avvelenate dall’acqua dell’oleificio. I nostri figli ormai hanno il mouse a portata di mano, se desiderano davvero lavorare e a Chiaramonti hanno contribuito al restauro di vecchie case gl’inglesi, mentre le ballerine tailandesi, almeno qualcuna, si è congiunta in maritali nodi a qualche chiramontese e già scambetta un bimbo sardo-tailandese. Capisco che l’anzianità se non vissuta nell’aspettativa di una visione spirituale della vita possa essere pessimista, ma sforziamoci di vedere il bello del nostro tempo senza piangere un passato che non è più che oggi possiamo contemplare nella memoria e nella storia. A Chiaramonti oggi più che mai si ammirano le bellezze del passato e gli archeologi ce le mostrano orgogliosi d’aver messo in luce le orme del passato. Infine io credo che i giovani amministratori sistemeranno la biblioteca nell’ottocentesco palazzo comunale e rivitalizzeranno, magari col museo contadino e tecnologico la coeva caserma dei carabinieri.  Per chiuderla qui: i chiaramontesi credenti si nutrono di speranze insieme a tanti altri indifferenti e sperano in un futuro migliore, mentre si godono del presente quello che si debbono godere e sopportano le sofferenze che all’uomo non sono mai mancate. Non siamo monadi scagliate nella storia, siamo scintille di luce che un giorno si uniranno alla luce eterna che non avrà mai tramonto. Pensando a queste cose ho visitato i corpi santi che giacciono nel nostro cimitero le cui tombe sono contrassegnate dalla croce, ma quando manca questa meglio non pensare a chi va ad occupare quel sito. Una gran gioia: crescono i nuovi cipressi, finalmente piantati nel cimitero nuovo. Il mio corpo o le mie ceneri certamente fremeranno all’ombra di quelle piate sia d’estate che d’inverno!

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