Categoria : cultura

La Preghiera di Salvatore Soddu

Quando nella notte i nostri occhi si alzano a guardare il cielo stellato, vedono un universo di sterminata bellezza che incanta e stupisce nella sua tacita obbedienza a una legge: legge di vita e di armonia che fin dall’inizio lo ha costituito e che in ogni attimo lo sostiene; legge che da sola testimonia il Creatore. E se così è degli astri del cielo, così è delle piante e dei fiori, che “sanno” quando sbocciare e fiorire, quando fruttificare e morire. Una profonda relazione lega tutti gli esseri viventi a Dio; relazione di profonda preghiera perché essi, con il loro esistere, inconsciamente lo riconoscono e lo seguono, “narrando la gloria”. Ma questa recondita preghiera trova espressione – e la più alta, perché cosciente e libera – anche nell’uomo. E’ la preghiera che nasce quando questi, ancor prima di entrare in colloquio con Dio, lo riconosce come Padre che lo ha creato e lo sostiene nell’essere al pari di tutto l’universo. Un rapporto con Dio quindi, che l’uomo è chiamato a stabilire quotidianamente con lui o a domandarglielo, cosi come ogni giorno gli chiediamo:

“Dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Ci sono varie forme di preghiera, come quella che apparentemente non può apparire tale. E’ la preghiera di offerta. La vive chi, prostrato da sofferenze fisiche o spirituali, incapace di tutto, perfino di parlare, offre a Dio, anche se nello spazio di un solo istante, tutta la sua esistenza. Anche il lavoro può assumere la forma di una preghiera di offerta. Pensiamo in particolare a coloro che durante il giorno sono sopraffatti dalla fatica fisica, tanto da essere impossibilitati a raccogliere le forze necessarie per dedicarsi a pregare. Anch’essi, se al mattino con semplice intenzione offriranno a Dio la loro giornata avvertiranno di vivere in continua relazione con lui. Fra le forme classiche di preghiera, quella liturgica rappresenta la preghiera per eccellenza, poiché in essa è la chiesa che prega: è preghiera comunitaria, ove ognuno entra in rapporto con Dio insieme ai fratelli. Altra via maestra per conseguire il rapporto con Dio ci è offerta dalla meditazione, essa è come un itinerario che da, a colui che la pratica, con l’ausilio di scritti spirituali, di entrare in colloquio intimo con Gesù, la cui presenza ci riempie di se, bruciando le nostre miserie ci riempie di se, infondendoci la pace. Poi ce la preghiera di domanda. Dio l’attende da noi per darci la gioia di cooperare con lui alla salvezza del mondo. E tale preghiera ci fa rivivere in noi il mistero di morte e risurrezione del suo Figlio incarnato e far nostre le parole di Paolo:”Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la sua chiesa”. Un’altra forma di preghiera, che la chiesa raccomanda è quella vocale, è quella che ci immerge con tutto il nostro essere in quella intimità spirituale con Dio che già sulla terra è preludio del cielo. Essa trova l’espressione più bella nel Rosario alla Vergine Maria, con il quale il Papa dice: – si da voce a “quell’amore che non si stanca di tornare alla persona amata con effusioni che, se pur simili nella manifestazione, sono sempre nuove per il sentimento che le pervade”. Per concludere è bello accennare a quella preghiera che nasce quando un rapporto di vero amore cristiano lega uomo a uomo, fratello a fratello. E allora che Gesù, come attirato da quel vicendevole amore, si fa presente fra loro. Si comprende allora perché questa presenza di Gesù raggiunga l’essenza della preghiera. Nella famiglia di Nazareth, con Gesù, Maria e Giuseppe, questa preghiera ha raggiunto il suo culmine. A noi cercare di avvicinarci a quel modello, o almeno provarci!

Commenti

  1. Da Pinerolo (TO) un saluto di fraterna saggezza sovrana voce di Dio in noi fratelli umili ma consapevoli.
    Trovo bello di potermi complimentare con un mio paesano.
    Speranzoso che la notte e il giorno siino inno di gioia in unione del cielo stellato.
    Tuo paesano Antonio Maria Murgia

    Antonio Maria Murgia
    Marzo 27th, 2011
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