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«Cattolica fedele al Pontefice
Gli occhi di Teresa si spalancarono stupefatti.
Quanto era graziosa nel suo candore
Un vero peccato, toglierla di mezzo.
Ma la fine della Chiesa e dei suoi servi era certa, sarebbe avvenuta tra non molto, ogni cosa era ormai stabilita. Così quella donna, assieme ai correligionari, sarebbe stata spinta su un rogo spaventoso, anche se invisibile. Tuttavia lui sarebbe morto prima di quel giorno. Che gli importava, dunque? |
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La donna gli rispose con mite fermezza:
«O si è fedeli al Papa o non si è cattolici. Il Buon Dio mi dia la morte o permetta su di me qualunque tortura, compreso il rogo, ma mi salvi da una simile infedeltà. Da duemila anni per restare fedeli al Signore e alla Sua Chiesa bisogna lottare, con l’aiuto dello Spirito Santo; e soffrire violenze palesi e nascoste. Lo sappiamo e ne ringraziamo Gesù, poiché così completiamo nella nostra carne, dice la Sacra Scrittura, ciò che manca ai patimenti di Cristo a favore del suo corpo che è la Chiesa. Nonostante ai patimenti di Lui non manchi proprio nulla. Non le dà i brividi, signor Mattia, sapere che qualcuno anche per lei sta subendo nella carne l’obbrobrio del patimento? Qualcuno che accetterà addirittura il rogo per lei?».
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Commenti disabilitati su “O si è uniti al Papa o non si è Cattolici” di Maria Cristina Manca . Leggi tutto
Il freddo pungente prometteva neve come tutti gli anni qui nella bassa Padana. Il cocuzzolo su cui si erge la mia casa tutti gli anni s’incorona di neve. Quest’anno non ancora. In casa ci sono solo io e mia moglie. Le figlie sono a Nord e ci hanno telefonato che navigano nella neve. In genere gli altri anni eravamo circondati dalla neve. Quest’anno freddo secco. Dal momento che è domenica ce ne torniamo a letto dopo aver succhiato un buon caffè. Appoggiate le spalle alla spalliera del letto con le ginocchia piegate io leggo una striscia di topolino e mia moglie legge un giornale di gossip. Intorno silenzio a parte i cassetti del comodino aperti. Già ma perché sono aperti? Guardiamo e non vediamo il portafoglio. Inutile cercare sono entrati nuovamente gli zingari a portarceli via. Come di consueto. Guardiamo le due microcamere e vediamo che alle 3 in punto due ombre leggere si sono avvicinate al comodino lo hanno aperto e trafugato il portafoglio. I ladri sono mascherati e non ci sarà nulla da fare. Per fortuna c’erano soltanto dieci euro, nel mio portafoglio, in quello di mia moglie 20. Ai poveri diavoli gli è andata male. Non è possibile che questi signori ogni mese ci visitino mentre dormiamo. Forse conviene mettere una voce roca nella porta e farli scappare o tornare al medioevo: circondare il cocuzzolo di acqua, chissà che serva da deterrente. Scala retraibile fossato con acqua. Altra soluzione sarebbe procurarsi monete false e lasciargliele prendere. Finiranno sicuramente in una comunità terapeutica per 6 mesi. Di pistole manco a parlarne: mi spavento solo a vederle, a meno che, seguendo in cosigli di un amico sassarese non mettiamo alla porta un crocco così mentre chiudono la porta gli spacca la testa come un melograno. Ma poi il cadavere dove lo mettiamo? Sarebbe un problema ancora piu’ grosso. Uccidere un uomo per dieci euro.
Lascimo tutto come le cose stanno adesso, diminuiamo le 10 lire in 5 e sarà come fare l’elemosina.
I nipoti di Paperino gli hanno scassato la cassaforte, vediamo come reagisce!
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Commenti disabilitati su Nevica? Non nevica! Nevica! Chi lo sa. Apro la finestra e c’è solo freddo! di Prospero Padano . Leggi tutto
Storia e origini
Cavallo originario della Sardegna. Ci sono diverse teorie per spiegare come i primi cavalli siano arrivati in Sardegna, la più plausibile ipotizza che il cavallo sardo abbia origine asiatiche, per mezzo delle importazioni greche nel IV e V secolo a.C.
Le successive invasioni romane e cartaginesi importarono nuovo sangue, ma soltanto con la dominazione saracena le giumente indigene sarde furono incrociate con i cavalli Arabi.
L’allevamento equino sarto tuttavia ebbe un’evoluzione con il regno di Ferdinando il cattolico (inizio ‘500). E’ proprio in questo periodo che furono importati dalla Spagna cavalli di razza Andalusa.
Un impulso positivo all’allevamento venne dato da Filippo V che vietò l’emigrazione dei cavalli dall’isola.
Ma è soltanto durante il regno dei Savoia che iniziò a nascere l’attuale anglo-arabo sardo. Furono introdotti nell’allevamento stalloni di razza Purosangue inglese e Purosangue arabo, incrociandoli con fattrici indigene con una percentuale di sangue arabo non inferiore al 25%.
Questi miglioramenti dettero vita all’attuale AAS, cavallo veloce e con notevoli attitudini atletiche ereditate dal Purosangue inglese, ma allo stesso tempo resistente e con una spiccata intelligenza ereditate dal Purosangue arabo.
Caratteristiche morfologiche
Tipo: Dolicomorfo
Altezza: in base all’altezza si possono distinguere tre tipi di AAS
Piccolo 156-158 cm
Medio 158–165 cm
Grande 165 cm e oltre
Peso: 450 – 550 kg
Mantello: i mantelli più frequenti sono il baio, il sauro e il grigio
Testa: leggera, corta e dal profilo rettilineo. Occhi grandi e ampie narici. Le orecchie sono piccole e mobili.
Incollatura: collo ben attaccato e leggero
Petto: ambio e ben muscolato
Spalla: ben inclinata
Garrese: ben pronunciato
Dorso: la linea dorso lombare è dritta o leggermente insellata con reni corte.
Groppa: leggermente inclinata
Arti: robusti ma non pesanti, con zoccoli ben proporzionati e di buona consistenza
Temperamento e discipline
L’anglo arabo sardo è un cavallo veloce e resistente, ma dal temperamento focoso. Per questo non è indicato a cavalieri alle prime armi.
Carattere testardo ma al contempo intelligente. Cavallo dal piede sicuro e volenteroso. E’ adatto a tutte le discipline, dal salto ostacoli, al dressage, all’endurance, ai trekking.
Note su De Tzaramonte
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Commenti disabilitati su “ANGLO ARABO SARDO” cenni storici. Nota su De Tzaramonte . Leggi tutto
Origine zoogeografica:
vengono attualmente riconosciute due specie distinte appartenenti al gruppo dei cavalli: 1) il cavallo selvatico, E. przewal’ski, raffigurato nelle pitture rupestri europee, che viveva allo stato libero nelle steppe della Mongolia fino alcuni decenni fa, ora estinto in natura ma sopravvissuto negli zoo del nord orientali dell’Europa; 2) il progenitore del cavallo domestico, E. ferus, chiamato anche tarpan, dal colore grigio topo, anche lui sopravvissuto allo stato libero nelle pianure dell’Europa orientale fino a pochi decenni fa, recuperato attraverso i discendenti, seppure ibridati con razze domestiche. Di origini incerte, il cavallino della Giara non sembra essere una specie autoctona della Sardegna, in quanto non esistono reperti fossili del periodo antecedente il tardo nuragico. Alcuni autori ipotizzano che siano stati importati dai fenici o provengano dall’arcipelago greco, portati da navigatori greci nel V-IV secolo a.C. in realtà, le uniche notizie certe risalgono ad alcuni secoli fa; comunque sia, i cavallini della Giara sono oggi gli unici sopravvissuti dei numerosi branchi che fino al tardo medioevo vivevano allo stato brado nell’Isola. Il cavallino della Giara è tra le razze italiane riconosciute.
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Commenti disabilitati su “CAVALLINO DELLA GIARA” da Sardegna Forestas. . Leggi tutto
Un maestro di vita. Con queste parole il noto giornalista Gianni Minà definiva Giovanni Pische. Ma non solo Minà, tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerlo hanno potuto apprezzare le sue doti umane.
Giovanni Pische nasce a Santu Lussurgiu nel mese di febbraio del 1921. Da ragazzo impara a nuotare nel rio Sos Molinos (in su foiu de tiu Pane Dente), e gioca come portiere nella locale squadra di calcio. Un ragazzo pieno di vitalità e di amicizia per tutti, giovani e vecchi.
A diciott’anni si arruola nell’Aeronautica Militare e partecipa alla seconda guerra mondiale come marconista di bordo. Il 14 giugno del 1943 il suo aereo viene abbattuto in un conflitto con due caccia inglesi. Si ritrova così in mare, ferito, aggrappato all’ala del suo aereo. Per sei ore lotta tra le onde, in quell’acqua che era da sempre il suo elemento vitale, sino a quando alcuni pescatori di Carloforte lo traggono in salvo.
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Commenti disabilitati su ” Giovanni Pische maestro di vita (Santulussurgiu 1921- Bordighera 1987) “da Lacanas.it” . Leggi tutto
Luogo |
Andamento |
Visite |
% |
St Petersburg |
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6 |
35,29 |
Moscow |
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4 |
23,53 |
Gatchina |
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3 |
17,65 |
Nizhniy Novgorod |
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2 |
11,76 |
Voronezh |
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1 |
5,88 |
Pavlovsk |
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1 |
5,88 |
Anche nella Federazione Russa siamo conosciuti e da 17 cittadini visitati.
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Commenti disabilitati su Bollettino delle visite su accademiasarda.it dalla Federazione Russa nell’ultima settimana . Leggi tutto
Luogo |
Andamento |
Visite |
% |
Cagliari |
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448 |
45,76 |
Sassari |
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140 |
14,30 |
Non disponibile (Sardegna) |
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70 |
7,15 |
Arbus |
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37 |
3,78 |
Selargius |
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18 |
1,84 |
Monserrato |
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15 |
1,53 |
Sestu |
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15 |
1,53 |
Quartu Sant’Elena |
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14 |
1,43 |
Dolianova |
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13 |
1,33 |
Alghero |
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12 |
1,23 |
Sorgono |
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11 |
1,12 |
Carbonia |
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10 |
1,02 |
Olbia |
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9 |
0,92 |
Iglesias |
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9 |
0,92 |
Oristano |
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8 |
0,82 |
Nuoro |
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7 |
0,72 |
Porto Torres |
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7 |
0,72 |
Assemini |
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7 |
0,72 |
Decimomannu |
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6 |
0,61 |
Tonara |
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6 |
0,61 |
Guspini |
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5 |
0,51 |
Orosei |
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5 |
0,51 |
San Gavino Monreale |
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5 |
0,51 |
Capoterra |
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4 |
0,41 |
Pula |
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4 |
0,41 |
Sindia |
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4 |
0,41 |
Cabras |
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4 |
0,41 |
Tortolì |
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4 |
0,41 |
Meana Sardo |
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4 |
0,41 |
Tuili |
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4 |
0,41 |
Domusnovas Canales |
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4 |
0,41 |
Tempio Pausania |
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3 |
0,31 |
Santa Teresa Gallura |
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3 |
0,31 |
Sanluri |
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3 |
0,31 |
Senorbì |
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3 |
0,31 |
Serrenti |
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3 |
0,31 |
Uri |
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3 |
0,31 |
Villamar |
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3 |
0,31 |
Serramanna |
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2 |
0,20 |
Sinnai |
|
2 |
0,20 |
Abbasanta |
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2 |
0,20 |
Ussana |
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2 |
0,20 |
Sennori |
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2 |
0,20 |
Perfugas |
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2 |
0,20 |
Aritzo |
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2 |
0,20 |
Marrubiu |
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2 |
0,20 |
Uta |
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2 |
0,20 |
San Teodoro |
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2 |
0,20 |
Elmas |
|
1 |
0,10 |
Villacidro |
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1 |
0,10 |
Siniscola |
|
1 |
0,10 |
Arzachena |
|
1 |
0,10 |
Macomer |
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1 |
0,10 |
Quartucciu |
|
1 |
0,10 |
San Sperate |
|
1 |
0,10 |
Sardara |
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1 |
0,10 |
Ilbono |
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1 |
0,10 |
Bonorva |
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1 |
0,10 |
Fonni |
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1 |
0,10 |
Maracalagonis |
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1 |
0,10 |
Castelsardo |
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1 |
0,10 |
Padru |
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1 |
0,10 |
Uras |
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1 |
0,10 |
Olmedo |
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1 |
0,10 |
Alà dei Sardi |
|
1 |
0,10 |
Burgos |
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1 |
0,10 |
Jerzu |
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1 |
0,10 |
Samugheo |
|
1 |
0,10 |
Santa Giusta |
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1 |
0,10 |
Nule |
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1 |
0,10 |
Bidonì |
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1 |
0,10 |
San Giovanni Suergiu |
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1 |
0,10 |
Monti |
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1 |
0,10 |
Samassi |
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1 |
0,10 |
Palau |
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1 |
0,10 |
Guasila |
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1 |
0,10 |
Posada |
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1 |
0,10 |
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Commenti disabilitati su Bollettino sulle visite ad accademiasarda.it dalla Sardegna nell’ultima settimana Shini-Stat . Leggi tutto
Quella notte lontana, a Betlemme, quando nacque il Bambino che cambiò il mondo, bivaccavano, assonnati e infreddoliti sulle pietrose colline poco più su della grotta della Natività, degli uomini rudi avvezzi alla fatica. Erano pastori, custodi di greggi.
Quella notte, come tante notti, coperti da umidi pesanti pastrani, si scambiavano scarne parole; forse pure i loro pensieri erano scarni, dimentichi perfino di Dio, al cui amore da tempo avevano smesso di credere.
Non ne parlavano, di quella mancanza, la percepivano soltanto come dolore.
Ed ecco, quella notte, e fu davvero all’improvviso, nell’oscurità gelida appena smorzata dai falò in disfacimento, tra i loro rigidi silenzi, avvenne qualcosa. Arrivò qualcuno.
“Un angelo del Signore si presentò
davanti a loro
e la gloria del Signore
li avvolse di luce.
Essi furono presi da grande spavento,
ma l’angelo disse loro:
«Non temete,
ecco vi annunzio una grande gioia»”. (Lc 2,9ss).
Una grande gioia!
Una grande gioia.
Che ne sapevano, loro, della gioia?
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Commenti disabilitati su “La notte in cui iniziò la nostra salvezza” di Maria Cristina Manca scrittrice. . Leggi tutto