Categoria : narrativa

“Chicco il vagabondo” di Eleonora Ortuno

In una tiepida mattina di fine aprile del 2015, mentre facevo un giro con la mia amica Sonia e il mio cane Leo per le vie della città, ho visto che ci veniva incontro, camminando lentamente e con la testa bassa, un piccolo cane. Guardandolo pensavo che era proprio brutto e sporco, poi ho continuato nella mia passeggiata mattutina.

Tre isolati dopo, toh che me lo sono ritrovata davanti e meravigliata non riuscivo a capire come avesse fatto a raggiungerci così rapidamente nonostante il suo andamento lento.

Ovviamente non potevo continuare ad ignorarlo e a far finta di niente, si vedeva benissimo che aveva bisogno di aiuto per cui, nonostante a casa avessi già altri due cani, l’ho caricato in macchina e portato dalla toelettatrice, che si occupa dei mie, per fargli fare un bel bagno.

Quando sono ritornata a prenderlo non riuscivo a credere ai miei nel trovarmi davanti uno splendido yorkshire che somigliava tantissimo alla mia cara Lilly che era morta un anno prima.

Il cane, a parte la sporcizia, le zecche e le pulci, che lo infestano, aveva una pessima dentatura, completamente nera, ma non aveva certo patito la fame perché era bello in carne. Non aveva il miocrocip ed era un maschio di circa 10 anni e la veterinaria, il giorno dopo, gli ha anche diagnosticato un tumore ai testicoli da operare quanto prima.

Quando l’ho portato a casa si è subito ambientato giocando con Leo, del cane che avevo trovato la mattina non ce n’era più traccia, adesso davanti a me c’era un cane allegro e spensierato. Era molto acuto e intelligente e sapeva come farsi voler bene, aveva un modo di fare che a volte mi faceva pensare che mi leggesse nel pensiero. Mio marito quando l’ha trovato in casa ha brontolato dicendo che cosa me ne facevo di un altro cane, ed io, prendendo tempo, gli dicevo che era una sistemazione momentanea, che gli avrei trovato una famiglia.

Chicco, questo era il nome che gli avevo dato, aveva capito che se doveva rimanere con noi doveva conquistare anche il padrone di casa, per cui quando vedeva mio marito, gli correva incontro festoso facendo una sorta di balletto sulle due zampe posteriori (quasi come un cane da circo), ed emettendo dei suoni particolari che non avevo mai sentito prima.

Mio marito nonostante tutto lo ignorava, non lo voleva per cui mi sono attivata per cercagli una nuova famiglia.

Nei giorni seguenti il ritrovamento sono ritornata nel luogo dove l’avevo trovato per vedere se qualcuno lo stava cercando, ma niente.

Io dal canto mio non ho pubblicato niente perché mi ero accorta che il cane aveva subito dei maltrattamenti e non volevo riconsegnarlo ai suoi aguzzini, infatti, temeva la scopa e il bastone, se facevo movimenti bruschi tipo accavallare le gambe davanti a lui si scansava subito, come se avesse ricevuto calci ed infine quando lo prendevo in braccio improvvisamente si spaventava talmente tanto che tremava terrorizzato. La notte aveva gli incubi e spesso si lamentava nel sonno, per cui mi alzavo e lo accarezzavo dolcemente per farlo calmare.

L’unica nota dolente era che non voleva mangiare, gli ho comprato di tutto e di più per stimolare il suo appetito, ma lui a malapena mangiava. Finché un giorno gli avevo tirato una crocchetta e lui prontamente l’aveva presa, poi l’aveva tirata con la bocca e l’aveva ripresa e ritirate, in una sorta di gioco. Sembrava un giocatore di calcio che palleggiava il pallone. Una volta che finiva tutto questo rituale iniziava a mangiare, ma sempre pochissimo.

Si era legato tantissimo a me, mi seguiva dappertutto, era diventato la mia ombra e quando non mi vedeva faceva un suono strano, come uno schiocco, chiò chiò chiò, che mi ricordava il richiamo che fanno i piccoli di coccodrillo, quando stanno per nascere e chiamano la madre per aiutarli.

Non conoscendo le sue abitudini, e per evitargli ulteriori traumi, avevo deciso, nonostante mio marito fosse contrario, di farlo vivere in casa e non avendo molta esperienza di cani tenuti in casa ma, soprattutto di come era andata a finire con Lilly, non sapendo come comportarmi, ogni due ore lo portavo fuori per fargli fare i bisogni che spesso non faceva. In casa non ha mai sporcato, nonostante le paure di mio marito che non aspettava altro per trovare la scusa giusta per metterlo fuori, riusciva a trattenere la pipi ore e ore e quando poi la faceva, ne faceva tantissima, non capivo come facesse a trattenerla così a lungo. Si vedeva che era un cane che aveva vissuto in casa, probabilmente era stato abbandonato perché puzzava, soprattutto dalla bocca che quando l’apriva sembrava una fogna a cielo aperto, e per il tumore.

Si vedeva anche che si trovava a suo agio per la strada e come un vagabondo gli piaceva tantissimo girare. Non amava la macchina per cui facevo fatica a farlo salire.

La mia ricerca di una nuova famiglia aveva avuto risultati, avevo convinto degli amici a prenderlo. Loro inizialmente non volevano saperne stavano ancora superando il lutto per la perdita del loro amato cane, poi sono riuscita a convincerli. Io mi ero presa l’onere di pagare l’intervento e tutte le cure future e quando l’ho lasciato nella loro casa, Monica mi ha detto che Chicco ha pianto tantissimo.

Nonostante i miei amici mi mandavo foto e mi davano sue notizie, Chicco mi mancava tantissimo e l’unica cosa che raccomandavo ai miei amici era quella che si accertassero che il cane mangiasse.

Dopo una settimana sono andato a prenderlo per portarlo dalla veterinaria per l’intervento, Chicco mi ha completamente ignorata, sembrava offeso.

Dalla veterinaria abbiamo scoperto che era dimagrito e per un cane che pesava tre chili e mezzo, perdere mezzo chilo in una settimana era tantissimo, poverino aveva mangiato pochissimo dal dolore per un altro abbandono.

L’intervento era andato benissimo, gli avevo fatto pulire anche i denti per cui l’alitosi era diminuita.

Dopo l’intervento l’ho portato a casa e l’incontro con Leo è stato festoso per entrambi.

D’accordo con i miei amici, per il bene di Chicco abbiamo deciso che sarebbe ritornato con me, con mio marito mi sarei impuntata e così è stato, finché l’ho spuntata.

Adesso Chicco vive con me è l’unico cane fra tutti quelli che ho che mangia tutto ciò che gli do’, è un aspirapolvere, non mastica, aspira crocchette di qualsiasi dimensione, olive, tutto ciò che cade sotto il tavolo, l’ho trovato mentre mangiava piccoli legnetti, sembra un bidone senza fondo tanto mangia. Come sente rumore in cucina si precipita sperando di ricevere qualcosa, questo anche mentre dorme profondamente, il rumore dei tegami, piatti e posate gli fanno da sveglia e infatti è sempre in mezzo ai piedi mentre cuciniamo o mangiamo. Io difficilmente gli do’ qualcosa, mio marito, che nel frattempo si è molto affezionato a lui, spesso gli passa del cibo sotto il tavolo che lui divora prontamente.

In un anno e mezzo l’ho portato spesso dalla veterinaria, ha avuto problemi respiratori, otite, un probabile forasacco nel naso e una dermatite che non gli dava tregua tanto si grattava. Ha il collasso tracheale, per cui quando si agita tossisce continuamente, spesso vuole giocare con me, mi invita, ed io pur volendo, non lo faccio perché diventa subito cianotico e inizia a tossire fino a provocarsi il vomito.

Durante la giornata vuole stare fuori insieme agli altri cani, la sua natura di vagabondo non l’ha persa, ma la sera quando entra in casa, soprattutto d’inverno, non mi perde di vista un attimo, sembra un’anima in pena, un po’ va nella sua cuccia, poi va sul divano ed infine viene davanti a me e se sono seduta, magari davanti al computer, non si schioda finché non lo prendo in grembo e solo così si rilassa, la stessa cosa fa quando la sera mi siedo sulla poltrona davanti alla tv, mi guarda, io cerco di evitare il suo sguardo facendo finta di guardare altrove, lui allora si sposta e fa’ il possibile per incrociare il mio sguardo, alla fine mi metto a ridere e per lui è fatta in un attimo salta sulle mie ginocchia e dopo aver trovato la posizione più comoda si addormenta.

Ancora si spaventa se lo prendo in baraccio improvvisamente soprattutto se gli vado alle spalle e non mi vede, per cui cerco di fare rumore in modo che mi senta, la notte a volte ha ancora degli incubi, ricordo di un periodo non particolarmente felice.

E’ diventato prepotente con gli altri cani e pur essendo il più piccolo di stazza, è quello che si sente di più. Quando vuole qualcosa soprattutto il cibo fa un giro su se stesso ed emette quel suono strano, chiò, chiò chiò.

 

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