“Enzo Espa (Nuoro,1919-Sassari,2015): ricordo di Giovanna Elies

enzo-espa“Enzo Espa è nato il 3/ 3/ 1919 a Nuoro, dove ha trascorso l’infanzia e la giovinezza. Ha seguito gli studi universitari a Pisa e si è laureato a Roma col Prof. Natalino Sapegno, con una tesi sugli scrittori realistici dei primi due secoli.
Dal 1954 vive a Sassari, dove ha insegnato lettere presso l’Istituto Magistrale e dove è stato per anni presidente della locale sezione della Dante Alighieri.
Studioso di tradizioni popolari, con un meticoloso e accurato lavoro di ricerca e attraverso una fitta trama di informatori, ha raccolto fin dal periodo degli studi liceali dati che hanno costituito un prezioso archivio personale che ha contribuito ad approfondire e salvare la cultura e le tradizioni della Sardegna, in particolare dell’area Logudorese.

Ha collaborato per anni presso l’Università di Magistero di Sassari con il Prof. Francesco Alziator nella Cattedra di Tradizioni Popolari della Sardegna.

Si interessa di critica letteraria ed artistica, è autore di romanzi e di racconti e molti dei suoi lavori hanno approfondito problemi di carattere storico e linguistico inerente la Sardegna.” Dal suo blog

“Nessun uomo è un’isola, inteso in se stesso / ogni uomo è un pezzo del Continente, una parte della Terra. / Se una zolla viene portata via dal mare, la Terra ne è diminuita/ come se un promontorio le mancasse / o una dimora amica o la sua stessa casa./ Ogni morte d’uomo mi diminuisce / perché faccio parte dell’umanità”. Così scriveva nel 1500 John Donne, scrittore inglese cattolico e di grande sensibilità. Sono trascorsi ben sei secoli e queste parole suonano più attuali che mai e non solo per tutti coloro che giornalmente lasciano questo nostro mondo ma anche e soprattutto quando si tratta di uomini che nel mondo hanno tracciato sentieri. Fra i tanti, uno in particolare cattura l’attenzione per il suo inconfondibile modo di essere e di fare, professore, uomo e letterato senza sbavature, senza spigoli, in tutt’ uno di grande pathos e signorilità. Come professore, padrone incondizionato della sua materia che esprimeva attraverso grandi capacità comunicative; come uomo, interamente votato a far parte di quella umanità di cui parla John Donne; come letterato, scrittore, giornalista, completamente teso a raccontare la sua -la nostra- terra, le tradizioni, la storia con la saggezza di chi ama davvero e trova in ogni costume o pratica il lato migliore. Laureatosi a Roma, sotto la guida del grande Natalino Sapegno, ne segue quasi le orme, se pur -come tutti sappiamo- il talento non sia così facile da inculcare ma solo da promuovere, ed è ciò che Sapegno ha fatto. Docente presso l’Istituto Magistrale di Sassari, ha saputo – sapientemente- avvicinare tutti i suoi allievi al mondo letterario, ma non come una sorta di mondo immaginario, piuttosto come un universo reale nel quale potersi ritrovare e non solo nei momenti cruciali della vita. Ha usato la letteratura e la storia come antidoto alle crisi ed alle troppe velleità giovanili; oggi vanno di moda i talent, ebbene il prof. già negli anni.

Sessanta si adoperava perché ciascun alunno riuscisse ad andare incontro al proprio talento, se pur piccolo, portando ciascun a credere nelle personali capacità, a svilupparle in modo adeguato, puntare sulla propria vita, senza ostracizzare alcuno. Stretto collaboratore e grande amico dell’indimenticabile Francesco Altziator, presso l’Università degli Studi di Sassari, ha guidato insieme al titolare la cattedra di Tradizioni popolari, cattedra assolutamente innovativa e non solo per la Sardegna. Non so se mi sia consentita una piccola digressione: non s’è mai capito bene il perché Enzo Espa non abbia mai ricevuto l’investitura di docente presso l’Università di Sassari in sostituzione del prof. Altziator. Diciamo che non s’è capito ma se ne conoscono i sotterfugi di quella mancata nomina. Collaboratore del quotidiano La Nuova Sardegna, non ha perso l’occasione di raccontare l’isola e non solo la sua Nuoro ma estendendo in tutte le direzioni il suo grande affetto e rispetto per la nostra civiltà. Ha collaborato con i più grandi scrittori del suo tempo: E. Costa,B. Zizi,, A. Manca, A. Cesaraccio; ha all’attivo diverse pubblicazioni in proprio tra cui Racconti nuoresi, Nuoro in pelea ( ispirato al romanzo di S. Satta “Il giorno del giudizio”), il Dizionario sardo italiano dei parlanti logudoresi. Ha vissuto una vita densa di significati umani e letterari che lo hanno visto partecipe di convegni e studi, Presidente emerito dell’Associazione Dante Alighieri di Sassari, Grande amico e sostenitore del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella. Ha infine nel 1985 ricevuto dal Presidente della Repubblica il Diploma di Benemerenza con medaglia d’oro per il suo impegno nella scuola, nella cultura e nell’arte. Dulcis in fundo, potremmo dire. Ma non basta, questa nuova Sardegna che ci ritroviamo davanti e che probabilmente non riesce più ad “essere vista all’orizzonte” come giustamente ha scritto il prof, macina troppo in fretta uomini, vicende, costumi, consuetudini; dimentica, questa Sardegna che non si può pensare al futuro senza aver ben presente il passato. In questi giorni, esattamente, il 14 dicembre, ricorre l’anniversario della sua morte. Io voglio ricordarlo giovane, gioioso e saggio com’era negli anni in cui in classe dirigeva con maestria tutte le nostre stranezze di allievi, e voi?
Giovanna Elies (15-12-2016)

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