Categoria : memoria e storia

“Giovanni Serafino Taddei (1916-1991), domenicano, fondatore del Centro Famiglia di Sassari” di Angelino Tedde

Padre Giovanni Serafino Taddei (1916-1991)

Padre Giovanni Serafino Taddei (1916-1991)

Conobbi padre Taddei a Sant’Agostino negli anni Settanta, quando promosse il Centro per la preparazione alla famiglia di cui io e mia moglie fummo anche fondatori. Non ebbi modo di frequentarlo molto nonostante i corsi da lui organizzati e da noi frequentati. Lo conobbi maggiormente alla “Madonnina” di Cuglieri dove la prima settimana di luglio il Centro organizzava una settimana d’incontri con personalità laiche ed ecclesiastiche di un certo spessore. La conoscenza più intensa fu sicuramente nel viaggio a Medjugorje nel  1988 durante il quale avemmo la possibilità di conversare, anzi, visto che ero dotato di telecamera, lo intervistai nei pressi della parrocchia. Ci s’intendeva abbastanza anche se non fui mai suo famulo come la compianta Mariella P. e il marito Walter, G. Maria Vittoria F. e Giuseppe Pintus, la coppia Paola e Enrico G.. I quattro figli ed il lavoro mi assorbivano troppo per permettermi di trascorrere le serate al Centro e dare una mano. Lo frequentai anche nel movimento dei Cursillos di Cristiandad e, infine, feci un turno di assistenza nella sua camera prima che morisse. Ricordo che gli suggerii una preghiera così commovente che gli scesero le lacrime.
Proposi ad una frequentante del Centro, laureanda in Pedagogia, di fare una tesi sul Centro famiglia e sulla raccolta dei documenti.
In quella circostanza ebbi modo di conoscere i suoi riferimenti continentali per il Centro e le sue molteplici relazioni con Milano e particolarmente con l’Università Cattolica. La tesi è poi diventata un volume della collana da me diretta e promossa dal compianto senatore Nino Giagu Demartini. Infine, otto anni fa ebbi modo di postarlo in Accademiasarda.it, il mio blog.
Che cosa posso dire di lui a cent’anni dalla nascita?
santagostinoPadre Taddei era di modesta estrazione familiare che rimase orfano del padre prematuramente. Entrò da ragazzo tra i domenicani, compiendo gli studi durante la II guerra mondiale a Firenze dove operò sia a favore delgi ebrei sia a favore della famiglia del filosofo Gentile, quando si trovò priva del capofamiglia. Un giovane domenicano aperto ad aiutare chiunque si trovasse a disagio senza distinzione di fede o di ideologia. Forse restando a Firenze avrebbe finito per essere come si dice oggi “un prete di strada”, magari un pò azzardato. Fu nominato parroco di Sant’Agostino ubicata  nel rione che accolse i poveri della città storica, quando questa andò man mano abbattendo la cinta muraria. I ricchi nella città alta, i poveri alle Conce con case basse di un solo pianoterra. Da queste case provenivano i suoi parrocchiani che non trascurò mai nonostante gl’impegni per il Centro Famiglia, frequentato dalla piccola borghesia dove i cambiamenti sociali avvenuti negli anni Ottanta, cominciavano a mettere in crisi la famiglia. Fu preveggente e a volte “azzardato” specie quando sulla scia di un articolo della Civiltà cattolica pareva che la pillola Pincus avesse  il passaporto del Papa. Al Centro se ne discusse. Non ebbe remore quando si trattò d’invitare Giovanni Berlinguer, fratello di Enrico, a tenere delle conferenze al Centro.
Per quanto chierico l’uomo non era affatto clericale, ma aperto alle persone e alle idee “buone” da qualunque parte provenissero. Dice la scrittura che lo “Spirito soffia dove vuole” e un onesto laico o un ateo onesto possono dare idee “buone”, seguendo il detto neoscolastico “ex malo aliquid boni”. Il suo attivismo fu inesauribile e pari alla sua genialità pastorale. Poiché anche nei momenti più seri possono succedere dei contrattempi e delle situazioni ingombranti non le mancavano le battute da toscano.
Stargli vicino era piacevole anche se potevi aspettarti qualche battuta fulminante.
Una delle sue caratteristiche era quella d’essere misericordioso nelle confessioni. Non perdeva i gangheri come capitava a qualche monsignore parroco a quei tempi né ti allontanava dal confessionale, ma sapeva trovare la via del cuore che conduceva il penitente alla contrizione.
Padre Taddei era sacerdote aperto alla misericordia, ma anche alla gioiosità della vita. Teneva alle amicizie familiari ed era capace d’intervenire per celebrare una Messa in casa quando vedeva una giovane famiglia in lotta coi problemi di relazione coi figli che all’epoca non erano disponibili a lasciarsi guidare dai genitori. Inoltre era circondato da uno stuolo di consulenti ai quali sapeva ricorrere quando c’era una necessità. Ricordo che dovevo sistemare una ragazza che aspettava un figlio fuori del matrimonio, abbandonata dal fidanzato  e allontanata dalla famiglia. Non si allarmò e mi disse di rivolgermi per una immediata collocazione alla Dott.ssa Iole. La dott. Iole non si stupì della mia richiesta, ma provvide anche a sistemare la ragazza decorosamente fino alla gravidanza.
A tratti, durante i viaggi o le settimane alla Madonnina, era un amico che sapeva scherzare al momento opportuno. Non si dava arie e anche nelle decisioni di una certa responsabilità  si comportava come se stesse facendo qualcosa che si doveva fare e basta. Non era sordo ai richiami dei laici, pur essendo sacerdote, con questo spirito partecip. ai Cursillos de Cristiandad e al pellegrinaggio a Medgiugorje.
Della sua attività pastorale resta il Centro Famiglia che continua a portare avanti le su idee e il ricordo profondo nelle persone che l’hanno conosciuto.
Domani a Sant’Agostino verrà solennemente ricordato. Non potendo partecipare all’incontro perché fuori Sassari, con questo scritto voglio far sentire la mia voce a chi vorrà leggermi.

Commenti

  1. Memoria corta il nostro storico da Chiaramonti.
    Dice di aver conosciuto frate Taddei Serafino.
    E’ cosi che lo chiamavamo noi bambini della Casa Divina Provvidenza che si affacciava su S.Agostino.
    Visto che lo storico tzaramontese ed io abbiamo vissuto in tal collegio (io dal 1949) lui ce lo trovai poco prima che andasse in seminario.
    Pertanto,si conobbero ben prima del 1977.in quanto noi del collegio,si andava la sera x la novena natalizia.
    x quanto mi riguara,conobbi frate Serafino fin dal 1956 e di riflesso,lo storico smemorato, lo conobbe ben prima di me essendo egli piu’ anziano di me di ben 10 anni.

    Oreste
    Ottobre 17th, 2016
  2. Hai ragione, caro Oreste, d’altra parte dieci anni in meno non ti sembrano nulla? E tu, poi, hai una memoria di ferro! Un abbraccio.

    Angelino
    Ottobre 19th, 2016
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