Categoria : memoria e storia

Ivana Soddu: medico per vocazione di Ange de Clermont

Dott. Ivana Soddu

Dott. Ivana Soddu

I primi epuratori dell’antifascismo sassarese non si peritarono d’ inviare ad Antonio Maria  Soddu, oriundo di Chiaramonti, sposato con l’insegnante Giuseppina Chessa di Torpé, benemerito direttore scolastico  del ventennio, d’inviargli  a casa l’ordine di epurazione e di licenziamento dalla scuola. L’uomo di scuola che più che del fascismo si era sforzato d’essere  un ottimo professionista si vide da un giorno all’altro  privo di lavoro e senza stipendio, con cinque figli a carico. Per fortuna lavorava la moglie, insegnante anche lei, altrimenti sarebbero stati alla fame. L’uomo che aveva svolto il suo dovere, che non aveva fatto niente di riprovevole, per doversi vergognare (lo ripeteva spesso), durante la dittatura fascista, ne provò un tale dolore che ne morì. Un anno più tardi venne riabilitato, ma lui nel frattempo aveva lasciato questo mondo con moglie vedova e cinque figli ancora minori, orfani. Superfluo sarebbe dire le indicibili sofferenze che i cinque figli,  Nietta, Ivana, Manlio, Gianni e Marino, provarono. Trattandosi di una famiglia seria e onesta, seppero con grande forza portare avanti la terribile prova. Uno dei piccoli venne spedito in collegio a Urbino e solo più tardi, conseguita la maturità classica,  poté rientrare a casa per conseguire la laurea in leggi, presso l’Università di Sassari. Nietta divenne insegnante, Ivana medico, Manlio insegnante stimato e amato dagli alunni e morto prematuramente, Gianni, conseguita la laurea, ha esercitato ed esercita  l’avvocatura a Brescia  dove tuttora vive.

RosellineIvana era nata il  7 agosto 1926 e dopo aver conseguito la laurea i medicina a Sassari vi esercitò la professione  per molti anni con passione e zelo, curando i meno abbienti come medico condotto e successivamente, con la riforma della sanità, divenne medico di famiglia, rimanendo quasi scandalizzata per il compenso che riceveva tanta era l’abitudine di curare i più senza grandi compensi.

Antonio Soddu, maestro e direttore didattico. di origine chiaramontese.

Antonio Soddu, maestro e direttore didattico. di origine chiaramontese.

Una donna di gran cuore che scelse la professione medica per passione e che empatizzava con i pazienti  curando non solo i mali del corpo, ma anche quelli dell’anima. Non volle o non ebbe il tempo, presa com’era dalla sua professione, di mettere su famiglia, ma forse scelse questa via per non lasciare in solitudine l’anziana madre che, abitando nell’appartamento in contiguità con l’ambulatorio, a volte con i più intimi, era capace di dispensare consigli pratici, lontani dalle cure farmaceutiche, ma legate alle cure tradizionali officinali, apparentemente in controtendenza a quanto prescriveva la figlia.

Un giorno ero andato per un disturbo all’udito e Ivana giustamente mi aveva ordinato delle gocce. Zia Pina mi dsse:

– Lascia pedere Angelì, scalda un tantino d’olio d’oliva e con un battufolo di cotone, inzuppato d’olio passatelo nelle orecchie, vedrai che guarirai prima!
Che cosa vuoi che facciano queste gocce!-

Non aveva tutti i torti, ma Ivana non poteva certo consigliare queste cure popolari tradizionali. Zia Pina però era uno spasso, quando impartiva i suoi saggi consigli non solo medici.

Da sempre in famiglia avevo sentito parlare di questo zio Antonio Maria Soddu di Sassari, ma ebbi modo di frequentare questi parenti  dal 1959 in poi, quando lasciato il collegio, tornai a Sassari e presi  a frequentare questi parenti e spesso in occasione di gare canore o altri programmi interessanti televisivi potei essere accolto in casa  da “zia Pina”, da Ivana e  cugini  per vedere i programmi.
Non c’erano allora molti televisori in città. Dal 1965, una volta sposato, mi trasferii da Stintino a Sassari con mia moglie e i due figli piccoli.

Da quell’anno, fino all’andata in congedo di Ivana, a metà degli anni Novanta, fummo tutti in cura da lei. Ci conosceva bene e ci curava con amabilità materna. Divenne a poco a poco l’angelo tutelare della nostra salute fisica e psicologica. Se ci si ammalava non mancava mai di venire a casa a visitarci e  a curarci.
Lo stesso comportamento aveva con tutti, parenti e non. Ivana non era di certo una ricettarista, ma aveva della sua professione una concezione  vocazionale. Le sue visite duravano tanto e quando  la visita finiva pareva che anche la malattia se ne fosse andata. Non trascurava niente e sempre ci visitava come un buon medico non limitandosi semplicemente a misurarci la pressione o la temperatura. Non mancava mai la visita polmonare e quella addominale. Era come se ci si sottoponesse a tutte quelle apparecchiature diagnostiche dei nostri giorni.
Ivana, inoltre era un’autentica cristiana e non mancava di partecipare alle varie associazione cattoliche  caritative cittadine.
Non si era sposata, ma i suoi nipoti, specie quelli  più bisognosi d’aiuto, erano considerati come dei figli e così fu per i fratelli più piccoli di lei. In particolare si occupò di un nipote che rivelò propensione per la medicina e oggi lascia uno psichiatra che la ricorda e la onora con la serietà  e passione professionale.
Morta la madre svolse quasi un ruolo materno per i fratelli e curò molto i nipoti che persero prematuramente il padre.

Ottimo medico, fervida credente e generosa con i bisognosi.

Se n’è andata in silenzio il 23 maggio 2013, seguita ad appena un anno da Nietta, la sorella maggiore. L’avevano preceduta prematuramente i fratelli minori Manlio e Marino.
Per una serie di circostanze avverse  abbiamo appreso la notizia della sua morte soltanto a due anni di distanza dal suo passaggio all’eternità. Il buon Dio, presso il quale dimora, avrà tenuto presente nel libro della vita le opere buone di questa sua  figlia dal cuore grande e generoso che è vissuta seguendo l’esempio dei santi medici.
Grazie, Ivana, per tutto quello che hai saputo offrire ai tuoi pazienti poveri, ma anche ai tuoi parenti bisognosi delle tue cure.

 

 

Commenti sono sospesi.

RSS Sottoscrivi.