Categoria : storia

L’asilo infantile Falchi-Madau di Chiaramonti: conclusioni e bibliografia generale di Cristina Urgias

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A Chiaramonti si inizia a parlare dell’istituzione di un asilo infantile già dal 1862 quando il sindaco ricevette, da parte del regio ispettore delle scuole primarie e magistrali di Sassari, un invito ad istituirlo. Purtroppo non è stata rinvenuta alcuna risposta in merito.

Questo invito viene rinnovato da parte di un intellettuale benestante del paese, G. Falchi, nel 1906. Egli si preoccupa di individuare quella che potrebbe essere la sede di tale istituto e le eventuali fonti finanziarie necessarie per il suo sostentamento. Prende inoltre degli accordi con la superiora delle suore domenicane di san Sisto Vecchio di Sassari per la direzione dell’asilo.

Il consiglio comunale accetta con entusiasmo questo invito, testimoniato da diverse delibere in proposito, ma non si capisce perché l’iniziativa formalmente completata non andò avanti.

Da questo tentativo fallito di istituire un asilo passeranno diversi anni prima di sentirne parlare nuovamente. Infatti, è solo nel 1922 che si riprende l’iniziativa con un comitato Pro Asilo presieduto dal canonico Grixoni.

Questa volta l’iniziativa va a buon fine e grazie ai finanziamenti comunali, alla generosità della popolazione, che contribuisce con offerte e diversi lasciti, l’asilo inizia a funzionare. Probabilmente l’asilo è operativo già dal 1922 o al più tardi nel ’23. Questo si può dedurre dal consistente finanziamento stanziato dal comune (£. 5.000) che per legge non avrebbe potuto destinare una tale somma a favore di questa iniziativa se l’asilo non fosse stato attivato. Comunque, da alcuni documenti, è emerso che questo asilo funziona con certezza negli anni che vanno dal ’27 al ’31.

L’attività si svolgeva presso un’aula messa a disposizione dal comune, nel fabbricato della casa-comunale-scuola. Le maestre erano laiche e dall’esame di una fotografia si può affermare che esse accogliessero giornalmente circa 70 bambini.

Purtroppo quest’attività si interrompe nel ’31 e sino al ’38 non si ha traccia di attività a favore dell’infanzia.

Grazie alla tenacia del canonico Grixoni, infatti, in questo anno inizia a funzionare un asilo per la direzione del quale vengono chiamate le Povere Suore Scolastiche di Nostra Signora di Gorizia. Esse ne assumono la direzione dall’apertura sino al ’47.

Da questo anno e sino al ’53 assumeranno la direzione dell’asilo le Suore Missionarie Figlie di Gesù Crocefisso di Tempio.

Per i 3 anni successivi l’asilo viene finanziato dall’ESMAS che chiama all’insegnamento delle maestre laiche.

Per qualche tempo l’asilo rimane inoperativo sino a quando nel ’58 arrivano le suore del Getzemani di Sassari che rimangono alla direzione sino al 1970, quando il comune decide di istituire la scuola materna statale per la quale ottiene i fondi necessari. Da quel momento la struttura viene gestita da insegnanti statali e successivamente avrà un proprio fabbricato.

Le tre Congregazioni religiose svolsero l’attività didattica seguendo il metodo Agazzi e fornirono non soltanto il personale magistrale, ma anche di supporto in quanto tutte e tre attivarono un educandato per le giovani del paese.

Delle tre congregazioni, quella che ha dato un’impronta più forte è stata la prima. In seguito alla loro partenza, nell’asilo ci fu un abbassamento di tono, di rigore e di qualità delle attività.

I locali nei quali si svolse l’attività erano di proprietà dell’Ente Morale Falchi-Madau.

L’edificio si sviluppava su due piani, immerso nel verde, e con annesso un cortile nel quale i bambini venivano condotti nelle giornate più tiepide. In esso vi era anche una cappella nella quale i bambini venivano portati per assistere alle celebrazioni religiose ed essere istruiti sulle verità della fede.

I bambini accolti provenivano dai vari strati sociali. Nei primi anni non venne fornita la refezione che ebbe inizio nel maggio del ’42.

Ai bambini veniva insegnato il canto, il disegno, la numerazione e i principi elementari dell’igiene. In occasione delle feste venivano organizzate delle recite.

Si può dire che l’asilo privato ha funzionato nel primo periodo per circa 8 anni e nel secondo per 30.

Poiché la media delle presenze giornaliere era di 80 bambini e ogni bambino compiva un ciclo di 3 anni si calcola, che hanno percorso mediamente il ciclo scolastico triennale circa 1.333 bambini. Essendo la popolazione media censuaria chiaramontese, nel periodo considerato, di circa 2.518 abitanti, e tenendo conto che all’epoca la popolazione infantile rappresentava il 30% di questa, si può ritenere che la popolazione infantile dello stesso periodo considerato fosse di 4.518 bambini e che di questa abbia frequentato l’asilo il 29%.

Questa percentuale, pur sottolineando che su 100 bambini solo 29 ebbero a frequentare l’asilo, tenderebbe ad elevarsi considerando che, sempre nel periodo considerato, i bambini residenti nell’agro del vasto territorio chiaramontese fossero da un massimo di 300 a un minimo di 210, per cui è probabile che sulla base di questi dati è più vicina al vero la percentuale del 40-50% dei bambini frequentanti l’asilo.

Per concludere, al di la di queste indicazioni è indubbio che la sola presenza dell’asilo abbia indotto la maggioranza dei genitori ad acquisire una nuova mentalità sull’infanzia al punto che si giunse a stigmatizzare le famiglie che non mandavano i bambini all’asilo e a scuola con l’espressione sarda riferita ai genitori:

“trattan sos fizzos che animales”.

Con la chiusura dell’asilo infantile privato “Cristoforo Grixoni” si chiuse un periodo della storia dell’infanzia Chiaramontese.

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