Categoria : filologia

Lamina di Magliano (CIE 5237; TLE 359; ET (AV 4.1) ) di Massimo Pittau

Premessa

La cosiddetta Lamina plumbea di Magliano (antica Heba, in provincia di Grosseto) (di cm 8 x 7) ha una forma lenticolare, somigliante a un “cuore”, e porta incisa sulle due facce, con un andamento a spirale dall’esterno verso l’interno, una lunga iscrizione di almeno 70 vocaboli. Soprattutto alla fine della seconda spirale la lettura delle lettere è alquanto difficile e anche dubbia. Il documento risale probabilmente alla metà del V sec. a. C.

A parere dello scrivente la lamina era custodita in una piccola borsa di cuoio oppure di panno, che era appesa al collo di una donna a modo di scapolare e quindi vicina al suo “cuore”. La lamina contiene una specie di “giaculatoria” che la donna ripeteva, forse ogni giorno, a suffragio del Mane o dell’anima di suo marito, morto a 80 anni e anche dei suoi parenti defunti in generale. Nella faccia B della lamina in particolare sono indicati gli obblighi religiosi e rituali ai quali la donna si era impegnata. Ovviamente c’è da ritenere che una simile pratica magico-religiosa fosse molto più consentanea a una vedova che a un vedovo, pure per una questione di età.

Nella Sardegna agro-pastorale fino a 50 anni fa si usava il bréu «breve, amuleto, scapolare», costituito da un astuccio d’oro a forma di “cuore”, che conteneva un foglietto con una preghiera propiziatoria e che si portava appeso al collo.

D’altronde dappertutto, a livello popolare, è molto diffusa l’usanza delle vedove di portare appeso al collo un pendaglio a forma di cuore con la fotografia in miniatura del marito morto.

Ovviamente la mia traduzione implica alcuni punti dubbi.

 Testo Etrusco e traduzione

(A) e (B)

CAUTHAS TUTHIU AVILS LXXX EZ XIMTHM CASTHIALTH LACTH HEVN AVIL NEŚL MAN MURINAŚIE FALZATHI AISERAS IN ECS MENE MLATHCE MARNI TUTHI TIU XIMTHM CASTHIALTH LACTH MARIŚL MENITLA AFRS CIALATH XIMTHM AVILSX ECA CEPEN TUTHIU THUX IXU TEVR HEŚNI MULVENI ETH ZUCI AM AR

 (Sia) protezione di Cautha all’80enne (deposto) quest’anno nella fossa purificata in tutto; il Mane del compianto (?) defunto (sia) nella torre degli dèi; da me stessa l’ho affidato al Marone per protezione, nella fossa purificata in tutto dal fanciullo Maris il Donatore. Nel trigesimo dei parenti ogni anno o quel sacerdote porta protezione. Equo giudizio finale si dia (sui miei defunti). Fa’ che (tutto) questo insieme sia!

(A) e (B)

 / MLAX THANRA / CALUSC ECNIA \ IV \ AVIL MI MENICAC MARCA LURCAC ETH TUTHIU NESL MAN RIVAX LEŚCEM TNUCASI ŚURIS EIS TEIS EVITIURAS MULSLE MLAX ILAXE TINS LURSTH TEV \ HUVI THUN \ LURSTH SAL \ AFRS NACES

 Ed io ho fatto il voto di donare a Thanr e a Calus l’Infuocato per 4 anni merce e cibo per la protezione del defunto Mane e per la casa in lungo e in largo (protezione) dal dio Suri; per il tempo di un mese offro il voto di idromele nella festività di Tinia Glorioso; aggiudica un obolo nella festività del Glorioso, due per la (cura della) fossa dei (miei) parenti

Estratto dall’opera di Massimo Pittau, «I Grandi Testi della Lingua Etrusca – tradotti e commentati», Carlo Delfino editore, Sassari 2011, tel. 079/262621, fax 261926.

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