Categoria : politologia

Ojobda, 30 gennaio 2037: la normalizzazione della Pen-Isola – di Anjydaljà

Dagli anni Ottanta i vari governi che si succedettero in Pen-Isola continuarono  a giocare a “tocca a te” e  “al 10%” e, distratti com’erano, presi da questi giochetti, non si resero conto che la formazione delle nuove leve destinate ad amministrare la giustizia, a causa del maledetto 1968, avevano toccato livelli culturali così bassi da riempire gli organici di semianalfabeti,  di istrioni,  e di bacchettoni.

Col ’68, infatti, si erano aperte le porte dell’Università, in qualunque corso di laurea, a maturati di ogni sorta. Avvenne così che maestri elementari, periti tecnici, geometri, ragionieri furono ammessi senza troppi problemi a giurisprudenza, a lettere classiche e moderne e ad altre discipline umanistiche in cui occorreva essere ferrati in latino ed in greco, in penisulano con i verbi al congiuntivo e nelle varie discipline umanistiche. Buona parte dei professori universitari, gambizzati nel corpo o nello spirito, dovettero far passare agli esami una marea di cosiddetti asini per il solo merito d’aver  urlato al momento opportuno, preteso il voto politico e dimostrato una maturità da lavatory  in cui brillavano. Avvenne così che, man mano, anche nei ranghi della magistratura e delle altre carriere statali e delle libere professioni s’infiltrarono a centinaia uomini inadeguati che, una volta inseriti  in ruoli di responsabilità, rivelarono i loro terribili limiti. Magistrati del tutto ignoranti di storia, di geografia, di penisulano col congiuntivo, di latino e di greco, di istituzioni di diritto romano. Una volta in sella, pur avendo passato una giovinezza nel peggior disordine sessuale, (chi non ricorda le battaglie notturne presso gli atenei), scoprirono una moralità da integralismo islamico, e interrotti i giochetti dei politici, distrussero letteralmente buona parte dei partiti politici, alcuni dei loro componenti li costrinsero quasi a suicidarsi in carcere, altri li tradussero in carcere in catene, altri costrinsero ad andare in esilio, pena la galera. Dopo aver creato questo squilibrio nella classe dirigente penisolana, parecchi pensarono di prenderne il posto.

Dopo il noto periodo del gioco a monopoli, la minoranza dei penisolani, considerati cretini tutti gli altri, diedero una buona mano ai magistrati che montando in cattedra cominciarono ad insegnare la morale a tutti. Anzi, siccome qualche politico  molto votato (mai lo fosse stato!) volle parlare di anomalia della magistratura e manifestò l’intenzione, (poteva starsene zitto), di riformare questo strapotere, quelli (i magistrati) viste le nuove scoperte tecnologiche, cominciarono a controllargli le pulsioni libidiche, appioppandogli delle microvideocamere all’inguine, per farlo fuori, imputandogli tutta una serie di reati collegati alla sua crisi adolescenziale: giochi solitari o in compagnia di donne giovani e meno giovani.

Dopo il 2010, l’annessione della Pen-Isola da parte dell’Iran, le vicende politiche penisolane cambiarono radicalmente.

Oggi (2037) finalmente, tutto è tornato alla normalità: i magistrati amministrano la giustizia silenziosamente ed efficacemente, una nuova classe dirigente governa con calma e severità (in parlamento si prega 5 volte al giorno, ai miei tempi non si facevano manco il segno di croce come in Inghilterra) i politici, protagonisti di scandali, sono severamente puniti.  In tutti i licei  si studia l’arabo e solo questi maturati sono ammessi alle facoltà coraniche.

Posso dire che, al compimento dei mei primi cento anni, sono contento. L’epoca di deviazione della magistratura è finita e i partiti collaterali e gli stessi foglianti d’appoggio sono morti, affetti da cirrosi epatica o da cancro alla lingua o conducono l’esistenza con tremiti alle mani.Molto brutta è stata la fine di Sanjo Tor e della giovane moglie Try Ban Jo. La stessa televisione è più castigata e le donne, avendo conquistato le reti televisive pubbliche, quelle private sono scomparse con il loro fondatore, hanno imposto programmi castigati e  veli e tuniche variamente colorate. Responsabile di tutte le TV è la iman femmina, già famosa ai tempi della corruzione, una certa Bainja Berly Gher.

I cosiddetti cristiani sono scomparsi da qualche decennio e la Basilica Vaticana è diventata, dal 2030,  la moschea più prestigiosa del mondo. Penisulani  in giro se ne vedono pochi e il popolo Peniso-islamico brilla nel mondo per l’economia della  pecora, proibita invece quella troppo pericolosa del maiale, fonte di peccato e di blasfemia.

Nei luoghi di peccato sono state costruite moschee speciali e quelli che vi entrano escono fuori o senza testa, o privi di apparato genitale, o con le mani mozze. A tutti si dà una modica pensione d’invalidità, per tirare a campare per qualche annetto: la maggior parte muore entro cinque anni, per il dispiacere della menomazione. Quelli con la  testa mozza vengono messi direttamente nel forno crematorio  delle camere cimiteriali e sotterrati nelle fosse comunali.

L’Ayatollah Dud In Galery, con polso fermo, grazie all’anagrafe informatica, collegata con sessanta milioni di microcip all’inguine di tutti gl’italo-islamici, controlla ogni trasgressione e quando queste si manifestano, direttamente in video conferenza, egli dà l’ordine ai tribunali della circoscrizione del peccatore, di far tagliare ciò che c’è da tagliare. Con firma digitale emette i decreti anche per le varie pensioni d’invalidità.

Penso proprio di poter morire contento,  la rivoluzione penisolislamica è arrivata, per mia buona sorte,  a libidine spenta, e il microcip all’inguine non trasmette niente di peccaminoso.

A dire il vero, mi sento un pò solo, perché  moglie, parenti e amici, se ne sono andati e quelli che sono ancora vivi sono invalidi, ritirati in luoghi molto simili ai conventi dei tempi cristiani.

Ah, vivo sull’economia della pecora, in una pinnetta, molto isolato: i nuovi magistrati hanno scoperto applicandomi dei catodi che devo aver avuto un periodo turbolento, quindi sono stato leggermente (che bravi che sono stati) sanzionato con questo blando isolamento in territorio di Ojobda.

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