Categoria : storia

L’Armonia Sarda (1904-1906) di Emma Linda Tedde

I cattolici in Sardegna

In Sardegna l’associazionismo nell’ottocento é legato alle esperienze organizzative degli anni precedenti nel campo caritativo, sociale e religioso e assume un carattere elitario e di movimento di opposizione alla politica laicizzante della borghesia liberale .

A Cagliari c’erano state già dal 1855/57 esperienze nel campo associazionistico e giornalistico.

In quegli anni, infatti, si erano formate associazioni carita¬tive maschili e femminili promosse sia dai preti della mis¬sione sia dal movimento laicale vincenziano facente capo all’Ozanam in Francia e nel continente italiano e in Sardegna al sassarese Carlo Rugiu, intitolate a S. Vincenzo de’ Paoli; inoltre nel ’56 era stata avviata la pubblicazione del periodico cattolico “Ichnusa” ..

L’ambito nel quale i cattolici sardi operavano era ostile :l’anticlericalismo era ampiamente diffuso tra gli stu¬denti, favorito dalla penetrazione del libero pensiero e dal razionalismo ed era tema di polemica politico ideologica lar¬gamente presente nei giornali cagliaritani come il “Corriere della sera”, legato alla massoneria, e i periodici di orienta¬mento democratico quale “L’Osservatore”, (1870), “La Verità” (1870/75), “L’era nuova” (1870).

Dopo Porta Pia le principali iniziative attuate in campo nazionale dai cattolici trovarono pronta eco in Sardegna. Si tennero dappertutto funzioni religiose, raccolte di denaro, di firme a favore del Papa.

A Cagliari, centro motore del movimento, le celebrazioni religiose assunsero un carattere politico, per certi atteggia¬menti assunti dalla stampa liberale, e si svolsero in un clima talmente saturo di anticlericalismo che rischiò di degenerare in scontri di piazza.Tale stato di tensione è documentato da numerosi inviti alla calma comparsi sulla stampa.

In questo clima di forte tensione nacquero le nuove or¬ganizzazioni laicali cattoliche cagliaritane: il Circolo S. Saturnino e la Società per gli interessi cattolici rispettiva¬mente nel giugno e nel dicembre del ’71 .

Promotore di queste due associazioni fu un nucleo catto¬lico intrasigente.

Il circolo S. Saturnino si distinse maggiormente per conti¬nuità di impegno, attivismo e per la funzione di promozione culturale, politica, sociale e religiosa svolta, assunse il ruolo centrale nel movimento cattolico cagliaritano.e dal suo in¬terno emersero spinte verso una più incisiva presenza dei cattolici nella realtà sociale e politica .

I giovani cattolici nel campo politico sentivano l’esigenza di una partecipazione diretta alla pubblica amministrazione; nel campo sociale sostennero la necessità di promuovere l’associazionismo operaio con l’adozione di iniziative di pa¬tronato e mutualistiche, da affiancare alle opere caritative con l’incremento dell’istruzione operaia .

Promotore della costituzione del Circolo era stato il gio¬vane teologo Francesco Miglior (1831-1884), già studente presso i Gesuiti, ordinato prete a Cagliari, nominato teologo della cattedrale, predicatore e polemista di successo; consapevole dell’attività che i cattolici in modo intransigente dovevano svolgere nel campo sociale.

Al circolo aderirono giovani studenti e larghe frange del clero secolare; numerosi furono anche i soci operai, artigiani e commercianti.

Contemporanea al Circolo operò la Società per gli inte¬ressi cattolici, che orientò la propria azione nel campo reli¬gioso formativo, culturale ed educativo promovendo cicli di esercizi spirituali, di predicazione, celebrazioni di ricorrenze religiose e curando la diffusione dell’insegnamento della dottrina cristiana.

Aderirono alla Società elementi della borghesia commer¬ciale e della nobiltà ed ebbe sin dalle origini carattere elitario.

Dal 1889 al 1898 ci fu un rilancio dell’organizzazione cattolica .

L’Opera dei Congressi sotto la presidenza del Paganuzzi cominciò ad organizzare proprie sezioni che si sommarono e vennero in contrasto coi circoli della gioventù cattolica

Anche in Sardegna e a Cagliari in particolare furono anni di ripresa dell’associazionismo e di presa di coscienza, da parte di più vasti nuclei di militanti, dell’importanza dell’aspetto organizzativo e propagandistico .

Intorno al 1890 fu avviata l’azione di organizzazione nel campo economico-sociale di pari passo con l’intensificazione della propaganda a favore dell’associazionismo.

Nel congresso cattolico di Genova del 1892 si deplorava la poca organizzazione e il poco progresso della Sardegna ri¬spetto ad altre regioni italiane:

“La Sardegna é ancora inesplorata dall’Opera dei Congressi” .

Si deplorava la mancanza di unione e di spirito di sacri¬ficio nel clero.

Tra i motivi di debolezza si segnalava la mancanza di un giornale cattolico quotidiano.

Di pari passo veniva svolta la propaganda a favore della costituzione delle Casse rurali cattoliche.

Nel 1893 la Società per gli interessi cattolici di Cagliari aderisce all’Opera dei Congressi e nel 1895 per iniziativa dell’arcivescovo Paolo Maria Serci si formava il primo comi¬tato diocesano dell’Isola.

Questo comitato favorì la costituzione di comitati parroc¬chiali (3 a Cagliari) e intraprese la pubblicazione del nuovo quotidiano cattolico: “La Sardegna Cattolica” , inoltre fu avviata l’istituzione di una scuola serale operaia, fu ricostituita la lega per il riposo festivo.

In questo periodo fiorirono numerose associazioni cat¬toliche nelle due divisioni sarde.

A Sassari dal 1893 vi era una ” Società Operaia per gli inte¬ressi cattolici del S.S. Cuore di Gesù”,

Inizialmente era sorta con fini religiosi e di culto in se¬guito fornì l’assistenza medica e farmaceutica ai soci amma¬lati. Facevano capo ad essa le iniziative dei cattolici militanti sassaresi, fra i suoi soci vi erano i principali esponenti del movimento.

Il commerciante Cav. Francesco Ratto ne era presidente; direttore spirituale il reverendo teologo Cesare Cugusi; presidente onorario leader dei cattolici sassaresi era l’avv. Giovanni Zirolia. Costoro si impegnarono con manifestazioni, proteste, per portare avanti la causa cattolica.

A Ossi per impulso dell’avv. Zirolia si formava la società operaia cattolica di S. Giovanni Battista che partecipava diret¬tamente alle lotte amministrative locali.

Nelle elezioni comunali del 1902 riusci a far eleggere consiglieri comunali nove suoi soci conquistando la maggio¬ranza nel consiglio e guadagnando tutti i posti in giunta.

A Ozieri, fin dal 1894 era stata fondata una società agri¬cola cattolica, con scopo di mutuo soccorso: nel 1901 con¬tava circa 150 soci; presidente era il cav. Scanu.

A Fonni era sorta nel 1899 la società di San Giuseppe con scopi di mutuo soccorso.

A Monserrato si era costituita alla fine dell’Ottocento la società di Sant’Ambrogio i cui soci erano agricoltori, operai, intellettuali cattolici. Aveva scopi religiosi e si occupò di problemi agrari.

Nel 1895, per iniziativa dell’Opera dei Congressi, si costi¬tuivano alcuni comitati parrocchiali e il comitato diocesano dell’Opera. E finalmente nel 1896 al Congresso cattolico di Fiesole per la prima volta fu comunicata la costituzione in Sardegna dei primi comitati diocesani e parrocchiali e l’esistenza di una cassa rurale cattolica che aderì all’Opera dei Congressi nel 1897.

Nel febbraio del 1897 si tenne a Cagliari la prima adu¬nanza interdiocesana dell’Opera dei Congressi : la presie¬dette il marchese Vincenzo Amat di S. Filippo, presidente del comitato diocesano. Intervennero numerosi sacerdoti dei paesi della diocesi e i principali esponenti del clero e del lai¬cato cittadino. Non mancarono i rappresentanti dei comitati parrocchiali di Cagliari, di Laconi, di Mogoro e di Gonnostramazza.

L’avv. Enrico Sanjust di Cagliari parlò sull’azione catto¬lica, il canonico Luigi Canepa di Sassari trattò della stampa cattolica; il sacerdote Michele Costamagna parlò dei comi¬tati parrocchiali e della missione sociale e religiosa del par¬roco.

Fu approvata la fondazione di comitati parrocchiali e fu¬rono costituiti comitati diocesani con l’intento di tenere nell’Isola il primo Congresso Regionale dell’Opera.

Già nell’agosto-settembre del 1897 risultano esistenti 2 comitati diocesani; 8 comitati parrocchiali; una cassa rurale aderente all’Opera dei Congressi; una Società operaia ugualmente aderente all’Opera dei Congressi; un circolo della società della gioventù cattolica; un’associazione cattolica aderente all’Opera dei Congressi; 5 associazioni non aderenti; un giornale cattolico quotidiano .

Comunque la struttura organizzativa cattolica della Sardegna risultava ancora debole, confrontata non tanto con le regioni settentrionali, ma con le stesse regioni meridionali che per caratteristiche ambientali, religiose, economiche e politiche erano paragonabili alla Sardegna .

Questo il quadro della situazione:su 11 diocesi 2 ave¬vano il comitato diocesano – Cagliari e Iglesias –

Su 397 parrocchie solo 8, di cui 3 a Cagliari, avevano il comitato parrocchiale.

Non c’erano nè sezioni giovani dell’Opera dei Congressi, nè circoli universitari, eccettuato quello di Cagliari.

Il movimento democratico cristiano nacque a Cagliari nell’ambito della congregazione dei figli di Gesù, sorta con le caratteristi¬che degli oratori festivi e con finalità religiose e ricreative nel 1899 per iniziativa del padre Giuseppe Uras .

Del programma democratico cristiano si fecero as¬sertori alcuni giovani sacerdoti e studenti considerati tra i primi i veri pionieri del movimento. Fra essi spiccavano il sa¬cerdote Virgilio Angioni e il laico Giuseppe Lay Pedroni accanto ad essi Mario Piu, Giuseppe Miglior e Giuseppe Uras.

In questo periodo (1900-01) si formò un fascio democra¬tico cristiano, con una sezione femminile, al quale partecipa¬rono gli stessi sacerdoti della congregazione, studenti e ope¬rai. Il vicepresidente era il teologo Paolo Manca che da gio¬vane era stato docente nel seminario di Cagliari.

La formazione del gruppo coincise con l’arrivo del vescovo mons. Pietro Balestra già ordinario di Acqui che appoggiò l’iniziativa, ne ricevette una delegazione di suoi membri e nel febbraio del 1902 inviò l’Angioni e il Pedroni a frequentare il collegio Leoniano di Roma per seguire i corsi di mons. Radini Tedeschi.

Non mancarono i contrasti già in questa prima fase che però difficilmente trapelavano rimanendo contenuti all’interno delle organizzazioni. Questi contrasti sono com¬prensibili se rapportati al momento particolare che stava at¬traversando l’Opera dei Congressi che vedeva l’indebolimento dei “vecchi” seguaci di Paganuzzi e ve¬deva i disaccordi tra i vecchi e i giovani .

Il fascio d.c.. nasceva con il proposito di avviare anche a Cagliari, in un ambito unitario, quelle associazioni professio¬nali e popolari cattoliche che erano state auspicate insisten¬temente dai congressi cattolici.

L’obiettivo era ideologico e organizzativo insieme: l’opporsi con apposite strutture associative alla penetrazione del socialismo tra gli strati popolari e contrastare quell’egemonia che alcuni gruppi di orientamento liberale e liberal progressista detenevano sull’organizzazione professio¬nale e mutualistica.

Tra l’ultimo decennio dell’800 e i primi del 900 infatti si rafforzarono e diffusero dei sodalizi a base solidaristica, mutualistica e cooperativa. Per la maggior parte erano soda¬lizi a carattere professionale, agnostici, con finalità socio eco¬nomiche e non politiche, ma il cui legame con i notabili libe¬rali finiva per caratterizzarne e determinarne certe scelte po¬litico-ideologiche ed elettorali, con la penetrazione delle prime leghe socialiste, prevalsero le finalità politiche e ideo¬logiche.

Comunque l’organizzazione non riuscì a porre a Cagliari salde radice per resistenze politiche ed ambientali. Inoltre il movimento d.c.. penetrava nell’Isola proprio nel momento in cui secondo le istruzioni del 27.01.1902 i fasci d.c.. venivano privati di ogni autonomia organizzativa, sottoposti ad uno stretto controllo dell’autorità ecclesiastica e bloccati nei loro obiettivi di organizzazione politica e sindacale.

Una seconda esperienza organizzativa democratico cri¬stiana prese avvio nel 1903 con la fondazione del circolo di studi sociali Leone XIII, di cui si fecero promotori alcuni studenti (parte dei quali aveva seguito l’esperienza del primo fascio d.c.. nella congregazione dei Figli di Gesù), ed avrebbe dato vita ad un nuovo circolo d.c.

Antonio Boi era il Presidente, Pietro Leo e Aurelio Congiu (segretari) Luciano Argiolas era il cassiere e Giovanni Dettori il bibliotecario.

Il nuovo Circolo si proponeva di preparare e formare, con lo studio, conferenze e discussioni, esponenti dell’azione cat¬tolica; approfondire lo studio del programma democratico cristiano e propagandare le idee cattolico popolari.

Il clima nel quale si lavorava era saturo di diffidenze e so¬spetti che rischiavano di incidere sull’azione dei giovani e sui loro rapporti con i più autorevoli esponenti del movimento; può essere esplicativo l’episodio del canonico napoletano Francesco Colonna che tenne a Cagliari le prediche quaresi¬mali e fu costretto a partire prima del previsto.

Ci furono infatti gravi incidenti fra un gruppo di fedeli ed alcuni giovani socialisti che inneggiavano a Giordano Bruno, uno dei quali venne anche ferito. Il canonico venne accusato e così anche i cattolici.

Il circolo proseguì la sua attività pure in mezzo a queste difficoltà.

Fu anzi un momento di risveglio delle organizzazioni cattoliche: potenziamento delle esistenti e fondazione di nuove (circoli ricreativi,società operaie di mutuo soccorso in varie zone dell’isola) .

A Jerzu nel 1901 per iniziativa del cav.Spano si costitui¬vano il circolo di S.Erasmo e una società di S.Luigi.

A Lanusei si costituiva nel 1902 un’associazione demo¬cratica cattolica di cui era presidente l’avvocato Antonio Giua.

Era in relazione col 2° gruppo dell’O.C. ed aveva scopi educativi religiosi e morali;alla fondazione contava una qua¬rantina di soci dei quali fu eletto presidente onorario il ve¬scovo di Ogliastra mons. Paderi.

A Pirri vi era la società di San Luigi e delle Figlie di Maria.

A San Pantaleo il parroco, don Lorenzo Atzori, nel 1902, costituì un circolo cattolico e aprì il ricreatorio di San Luigi.

A Sassari nel giugno del 1902 si fondò il circolo cattolico S. Gavino di Torres.

Ad Iglesias si inaugurò nel gennaio del 1902 il circolo cattolico per iniziativa del canonico Giacomo Gavassino.

A Oristano nei primi del 900 si inaugurarono la Società di S. Luigi e dei Figli di Gesù.

A Porto Torres venne fondata nel 1903 una società catto¬lica con scopi caritativi, orniva medicine,aiuti agli ammalati e ai più bisognosi.

Nel 1904 aderivano all’O.C.le società cattoliche di Cagliari e Sassari,la società cattolica S. Giovanni Battista di Ossi, la Sant’Ambrogio di Monserrato la Società Gioventù Cattolica S. Saturnino.

Inoltre vi erano società cattoliche e comitati parrocchiali che pur non aderendo all’Opera svolgevano una intensa atti¬vità.

A Sassari nel gennaio del 1905 sorse un’associazione giovanile democratico cristiana. Aderirono studenti, pro¬fessionisti, sacerdoti, operai

Presidente era lo studente Michele Dalziani , vice presi¬dente il commerciante F. Contini, segretario lo studente uni¬versitario Ferruccio Ciani, cassiere lo studente liceale Martino Ganadu; consiglieri: il tipografo Giuseppe Pittalis, l’impiegato Davide Salaris, l’agricoltore Salvatore Fois, il conciatore Salvatore Depau, il calzolaio Daniele Sechi.

L’associazione s’impegnava in una serie di conferenze economico-sociali non ostacolata dagli esponenti del laicato cittadino.

Si formava inoltre una Federazione democratico cristiana fra i calzolai che ebbe l’adesione di circa 330 soci.

Tuttavia penetrato tardivamente in Sardegna ostacolato dai gruppi intrasigenti il movimento decadde dopo la condanna e la repressione.

A Cagliari un gruppo di giovani si dissociò dalla lista uf¬ficiale cattolica e aderì nel 1906 alla lega democratico-nazio¬nale.

L’età Giolittiana in genere vide in Sardegna il prevalere dei clerico-moderati.

Nel 1909 durante una ripresa dell’anticlericalismo non mancarono le intese con i liberali in funzione anti socialista e anti radicale.

Complessivamente possiamo rilevare in questo pe¬riodo,una esigenza di rinnovamento avvertita dalla S. Sede, che inviò nelle sedi vescovili sacerdoti che si erano formati nelle zone dove il movimento cattolico aveva raggiunto un certo sviluppo:il mons. Pietro Balestra (1901 a Ca.), mons. Giovanni Vinati di Piacenza dal 1906 vescovo di Bosa, mons.Ernesto Maria Piovella, milanese dal 1907 vescovo di Alghero poi arcivescovo di Oristano e di Cagliari ed altri.

Risulta poi di fondamentale importanza per un più preciso inquadramento della storia del movimento cattolico l’analisi del ruolo del clero .

Sommariamente può dirsi che riguardo al clero che aveva la cura d’anime, oltre ai gravosi problemi finanziari vi era una impreparazione culturale non certo produttiva dovuta pro¬babilmente alla superficialità con la quale si formava e si prepa¬rava il clero.

D’altra parte é bene rilevare che le più interessanti espe¬rienze ed iniziative nel campo economico e sociale nacquero in campo parrochiale e locale.

Spesso furono i parroci e le parrocchie a fungere da centri aggreganti e promotori del movimento, mancava invece un centro direttivo di coordinamento extra parrochiale dioce¬sano o regionale.

II

La stampa cattolica 1848-1810

Per avere una visione schematica della stampa cattolica sarda é bene suddividerla in tre periodi ben caratterizzati dagli avvenimenti che hanno accompagnato nelle sue diverse fasi il processo di unificazione nazionale.

Il primo periodo é segnato, da parte dei cattolici sardi, da un profondo sgomento per le leggi che limitarono i privilegi della chiesa e ne incamerarono i beni.

Cronologicamente potrebbe essere limitato dal 1848 al 1870.

In realtà gli imprevisti della soluzione unitaria colsero i cattolici sardi del tutto impreparati ciononostante essi sferra¬rono una tenace polemica in difesa della Chiesa.

A questo proposito, insieme ai vari fogli liberali spiccano nel nostro campo “l’Isolano” a Sassari e “l’Ichnusa” a Cagliari.

“L’Isolano” settimanale, fu promosso e diretto da Gavino Cugia Pilo, nel 1857, inizialmente con il sottotitolo: giornale economico letterario commerciale, successivamente dall’aprile del 1858 con il sottotitolo di foglio religioso economico lette¬rario.

Questo periodico sassarese seguì un orientamento mode¬rato divenendo in seguito espressione dello schieramento cattolico di Sassari.

“L’Ichnusa” bisettimanale si stampò a Cagliari per cin¬que anni dal 1856 al 1860, periodico. conservatore combattè il liberalismo e mise in guardia clero e laicato cattolico sui principi antireligiosi che andavano diffondendosi e sulla po¬litica che il governo liberale del Cavour conduceva contro l’influenza e la presenza della Chiesa.

Il secondo periodo della stampa cattolica sarda va pres¬sappoco dal 1870 al 1895 e può essere definito il periodo della recriminazione.

I cattolici sardi avvertirono più che nel passato la necessità di una stampa propria che tutelasse gli interessi della Chiesa, combattesse contro la stampa anticlericale e ostacolasse la diffusione del cattolicesimo liberale già presente in alcune frange del clero e del laicato

Sorsero così alcuni giornali che contrastarono il monopo¬lio dell’informazione tenuto fino ad allora dai liberali.

Nel 1872 sorse a Cagliari per iniziativa del circolo S. Saturnino, (fondato assieme alla associazione per gli Interessi Cattolici nel 1871) la “Lealtà” . Ne fu direttore il canonico Francesco Miglior, di cui si é già detto.

Inizialmente, per cinque mesi, quotidiano, successivamente trisettimanale, infine settimanale, cessò le sue pubblicazioni nel 1873.

Il giornale inizialmente condusse un’aspra polemica con¬tro i liberali e la loro stampa; diede particolare risalto a tutte le manifestazioni pubbliche dei cattolici sardi, mante¬nendo fin dall’inizio un atteggiamento di assoluta intransi¬genza nei confronti dei liberali e dei massoni.

Nel 1873, fu fondato a Cagliari dallo studente universita¬rio Giuseppe Orrù “L’Operaio Cattolico”: un settimanale in¬transigente, stampato a cura di cattolici sensibili alle proble¬matiche sociali: si interessò ai problemi del lavoro e degli operai, dell’istruzione e delle imposizioni fiscali.

Esaminò anche la condizione del cattolicesimo e della Chiesa in Sardegna.

Cessò le pubblicazioni alla fine di quello stesso anno.

Successivamente sorse, sempre a Cagliari, il terzo giornale cattolico “L’Unione Cattolica” che divenne ( per un accordo tra il Circolo S. Saturnino e il proprietario del nuovo gior¬nale, Sig. Orrù ) l’organo che pubblicò gli atti ufficiali del cir¬colo cattolico giovanile .

Uscì il 6 gennaio 1874 e come i giornali che lo precedet¬tero non sopportò una crisi economica e nell’ottobre del 1875 concluse le sue pubblicazioni.

Questo secondo periodo vide la stampa cattolica sarda sostenere molte difficoltà. Oltre alla carenza di una organiz¬zazione solida e allo scarso impegno dei cattolici, mancava un nucleo stabile di giornalisti cattolici e per ciò le iniziative venivano da volenterosi sacerdoti, studenti, avvocati che por¬tavano avanti molto spesso da soli, la loro battaglia.

E’ proprio per questo che le varie pubblicazioni ebbero una durata limitata, legate alla disponibilità di un ristretto numero di persone e quasi sempre condizionate dalla mo¬destia delle risorse finanziarie.

Dal 1876 al 1880, fu pubblicato il settimanale “La Voce Della Sardegna”. Uscì a Cagliari come giornale religioso, politico letterario. Fu diretto dal sacerdote Luca Canepa (futuro vescovo di Nuoro 1903), ritenuto il più temibile av¬versario dei giornalisti progressisti.

“La Voce della Sardegna” seguì attentamente le direttive papali, polemizzò aspramente contro le disposizioni gover¬native criticandone la politica nei confronti dell’Isola e mo¬strò di conoscere i problemi sardi e le eventuali soluzioni da dare.

Inoltre, così come si presentò all’atto della sua fondazione, s’interessò anche dell’aspetto letterario celebrando alcune fi¬gure di grandi sardi tra i quali Luigi Amat di San Filippo, Giovanni Spano, mons. Bonfiglio Mura e altri.

Il giornale cessò le sue pubblicazioni il 19 dicembre 1880;

Sorse sempre a Cagliari nell’ottobre del 1882 “Il Risveglio” settimanale cattolico . Direttore del giornale fu Francesco Dore.

Nel marzo del 1883 la redazione passò ad altri esponenti del clero e del laicato.

Fu sospeso alla fine del 1889 e riprese le sue pubblica¬zioni nel gennaio del 1891.

Questo foglio, seguì la ripresa dell’attivismo che il Circolo S. Saturnino conobbe agli inizi del 1880.

Ebbe un ruolo senz’altro positivo nell’ambito del movi¬mento cattolico sardo soprattutto per la continua propaganda svolta per diffusione del movimento associativo.

Nel 1896 cessarono le pubblicazioni.

Il terzo periodo della stampa cattolica sarda va dal 1896 al 1910 e può considerarsi il periodo dell’accettazione del fatto compiuto per quanto riguarda l’Unità d’Italia: non si discute più delle rivendicazioni temporali del papato, ma si affron¬tano i problemi di carattere economico e sociale e si punta a combattere la massoneria e il nascente socialismo.Vi fu alla fine degli anni ’90 una ripresa vigorosa dell’impegno , (iniziarono a diffondersi le idee democratico cri¬stiane) con la creazione di società operaie i tentativi di risol¬vere la questione delle campagne e di controbattere la propa¬ganda ideologico politica dei gruppi democratici.

In questo periodo domina a Cagliari “La Sardegna Cattolica” , annunciatosi come giornale politico religioso, apparve il 5 aprile del 1896, prese poi il sottotitolo di organo ufficiale della Curia.

In un secondo momento essendo stato ridotto il suo for¬mato, a causa di difficoltà finanziarie, gli avversari lo deno¬minarono “La Sardegnetta”.

Quotidiano dal 1896 al 1904, divenne settimanale nel 1905 – 1906.

Direttore del quotidiano fu l’avv. Enrico Sanjust.

Figura di primo piano nell’azione cattolica cagliaritana. Il Sanjust era stato presidente del Circolo S. Saturnino, presidente della Società per gli Interessi Cattolici di Cagliari, fu membro dei comitati dell’Opera dei Congressi, partecipando a vari congressi come quello di Genova del 1892 a quello di Trento nel 1896, a quello ma¬riano di Torino del 1898, aquello di Modena del 1910.

“La Sardegna Cattolica” percorse la stessa strada della stampa intransigente che finì poi per auspicare una maggiore intesa fra i gruppi moderati liberali e i cattolici in funzione antiradicale e antisocialista.

La posizione del giornale cattolico si delineò meglio al¬lorché stigmatizzò i provvedimenti repressivi, polemizzando sull’orientamento anticlericale del ministero giolittiano.

Fu inoltre giudice severissimo di Romolo Murri,. dimo¬strandosi sempre vigile e critico verso tutto ciò che sapesse di modernismo, assumendo posizioni di aperta condanna di ogni messa in discussione delle disposizioni pontificie.

Nel 1904-1905 fu fondato a Cagliari (prima del Corriere dell’Isola) il settimanale democratico cristiano “Il Lavoratore” diretto dal sacerdote mons. Virgilio Angioni.

Il foglio cattolico manifestò un’accentuata sensibilità, so¬prattutto per i problemi riguardanti gli operai, riprometten¬dosi di promuovere una nuova coscienza nel paese, di riunire le forze in un nucleo che lavorasse sul programma democra¬tico-cristiano.

Cessò le sue pubblicazioni nel febbraio del 1905.

“Il Corriere dell’Isola” apparso dal 1907 fino al 1913, se¬guì un orientamento comune alla “Sardegna Cattolica”.

Partecipò attivamente alla lotta condotta dai cattolici in di¬fesa dell’istruzione religiosa e seguì tutte le iniziative prese dalle varie associazioni.

Riprese nel 1905 a Cagliari la pubblicazione del “Gazzettino Sardo” , che era “bollettino ufficiale dei pelle¬grinaggi sardi”, che nato nell’aprile del 1902 aveva cessato le sue pubblicazioni nel 1904. Diretto da monsignor Costamagna. fu un altro robusto difensore della Chiesa.

Nel gennaio del 1907 sorse sempre a Sassari “La Voce di Sardegna”, settimanale diretto dal teologo Damiano Filia, personalità di rilievo in seno ai cattolici di Sassari e della Sardegna . Nato proprio nell’anno in cui nella camera dei deputati s’era costituito il fascio anticlericale.

Si occupò delle problematiche del periodo, della scuola, argomento che spesse volte divideva gli animi dei cattolici.

Successivamente sorse nel 1910 “La Libertà” , settima¬nale cattolico sassarese, sorse come giornale del popolo.

Ebbe come suoi redattori personalità eccellenti tra le quali Padre Manzella, Damiano Filia, Giovanni Zirolia, Sebastiano Pola, Remo Branca, Antonio Segni e altri.

Fu il primo periodico cattolico uscito in Sardegna sulla li¬nea politica e sociale del partito popolare di Don Sturzo.

Operò nel campo organizzativo operaio, fu polemico sull’opera di assistenza sociale dei religiosi sardi e divenne il punto di riferimento dei cattolici sassaresi.

Nel 1913 seguì il settimanale “La Voce del Popolo” di Cagliari.

Concludendo possiamo dire che con la fine del secolo e l’età giolittiana, la stampa cattolica sarda riuscì ad avere una propria qualificata presenza e ad esprimere figure di giorna¬listi di rilievo. ,

III

I cattolici sassaresi ai primi del Novecento

Si è già visto come sia pure lentamente anche in Sardegna i cattolici andavano organizzandosi specialmente verso la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. Il centro propulsore del cattolicesimo militante sardo, almeno in base ai pochi studi portati avanti sul movimento cattolico sardo, appare Cagliari.

Del resto il capoluogo sardo appare il centro isolano più vivace sia perché già capitale del Regnum Sardiniae sia per¬ché principale centro della lotta politica isolana.

I liberali capeggiati da Francesco Cocco Ortu, deputato al Parlamento fin dal 1876, poi ministro zanardelliano, quindi anche ministro giolittiano, detenevano non solo il potere po¬litico e amministrativo, ma possedevano anche il diffuso e potente quotidiano “L’Unione Sarda”.

Tutto il Capo di Sotto che comprendeva amministrativa¬mente la divisione di Cagliari era influenzato in modo vistoso dallo strapotere dei coccortiani. La divisione comprendeva oltre alla odierna provincia di Cagliari anche parte di quella odierna di Oristano e parte di quella di Nuoro: la Sardegna, insomma era suddivisa, quasi a metà geograficamente dalle due divisioni.

Sassari e la sua divisione, invece, pur con una vita politica locale vivacissima non eguagliava l’importanza di Cagliari e del resto gli stessi cattolici non erano così bene organizzati come a Cagliari.

Le carenze della Chiesa istituzionale nel periodo che va dalla fusione col Piemonte del 1847 agli anni ’80, si erano fatte sentire in ambito laicale cattolico in modo consistente.

I nuovi detentori del potere liberali democratici e liberalmas¬soni, non avevano di certo favorito lo sviluppo organizzativo dei cattolici e la caduta dell’ancien règime con i fatti che ne erano seguiti negli anni ’50 per la Chiesa si erano dimostrati disastrosi:l’abolizione degli ordini religiosi, l’esproprio dei loro beni aveva sicuramente fatto mancare quelle strutture organizzative di cui la Chiesa aveva sempre beneficiato.

Con la nomina dei nuovi presuli, completata alla fine degli anni ottanta, la Chiesa Sarda andava man mano organizzando sia i fedeli sia l’organizzazione sociale dei cattolici.

Col ritorno dei Vincenziani negli anni ottanta erano state riprese le missioni al popolo e la cura del clero secolare. Gli stessi missionari si preoccupavano, una volta predicate le missioni nei vari centri, di costituire l’associazione delle dame della Carità e dove era possibile le conferenze maschili di Carità per il soccorso ai poveri:

Sassari, in questo settore non era a meno di Cagliari, sia per i contatti esistenti fra la nobiltà cagliaritana e quella sassa¬rese sia perché, in quegli anni, operava nel sassarese il nobile Carlo Rugiu Santoni Carolis, che dopo aver incontrato e conosciuto a Livorno il fondatore delle Conferenze maschili di san Vincenzo, Federico Ozanam, aveva promosso sia a Sassari come a Cagliari le conferenze maschili della “San Vincenzo”.

Per tutta la seconda metà dell’ottocento il Rugiu era stato attivissimo promotore dell’opera dei cattolici sardi nel sociale sia come consigliere civico sassarese sia come consigliere provinciale.

Dopo la fondazione di un istituto educativo assistenziale per trovatelli in Sassari verso questi e verso le organizzazioni vincenziane aveva profuso i suoi beni e il suo impegno.

Accanto al Rugiu opera in Sassari il canonico Marongiu Delrio , già deputato al Parlamento Subalpino e poi nomi¬nato arcivescovo di Sassari.

Oltre al Rugiu opera attivamente in Sassari, quale leader dei cattolici sassaresi Giovanni Zirolia, avvocato e promo¬tore di tutte le attività portate avanti dai cattolici sassaresi.

Nell’ambito del clero si distinguono il canonico, storico della chiesa, Damiano Filia che abbiamo visto promotore di un settimanale cattolico.Oltre ad altri protagonisti del clero secolare attivi nel campo organizzativo operano eminenti figure del clero regolare, tra le quali quella del conventuale padre Deligia fondatore del circolo cattolico giovanile “Robur et Virtus” e il missionario vincenziano padre Genta, fondatore del circolo cattolico studentesco “Silvio Pellico” e, fra tutti il più attivo, approdato in Sardegna nel dicembre del 1900, padre Giovanni Battista Manzella, prete della missione, impegnatissimo nel campo della formazione del clero, delle missioni al popolo, delle opere sociali a favore dei poveri per mezzo delle conferenze maschili e femminili della San Vincenzo.

Mentre a Sassari imperversa furiosa la polemica tra i pro¬gressisti antigovernativi, capeggiati dal futuro senatore Garavetti e i filogovernativi giolittiani, capeggiati dall’Abozzi e si fa sempre più incombente la presenza liberaldemocratica anticattolica e i primi gruppi socialisti, anche i cattolici sen¬tono l’esigenze di una loro presenza pubblicistica quotidiana, visto che i cosiddetti progressisti attraverso la fondazione de “La Nuova Sardegna” sono di fatto gli unici detentori dell’informazione quotidiana nella divisione di Sassari

Dati quantitativi.del quotidiano cattolico

Fu il primo quotidiano cattolico che uscì nel settentrione dell’Isola. Il suo direttore Salvatore Daddi era avvocato e notaio in Orani, per diversi anni consigliere comunale e sin¬daco di Gavoi. Già dalla fine dell’800 aveva sostenuto as¬sieme a Francesco Dore ed ai sacerdoti G.A. Mura e G. Dessì ed altri la necessità di un maggiore impegno dei cattolici sia in campo politico che economico.

Durante la sua esperienza di amministratore locale Salvatore Daddi si era battuto non solo per la soluzione dei più gravi problemi dei contadini e dei pastori, ma anche per una più adeguata organizzazione dei cattolici sardi

Salvatore Daddi pubblica il quotidiano cattolico il 17 giugno 1904, in Sassari, gerente del quotidiano è un certo Giuseppe Carta fino all’11 novembre 1905 allorché gli su¬bentra Michele Mura fino alla chiusura del 31 dicembre 1906 : la sua durata è quindi di due anni e mezzo esatti; i numeri pubblicati furono complessivamente 768 , dei quali 157 nel 1904, 307 nel 1905, 304 nel 1906. Il quotidiano non usciva nei giorni festivi.

Esso si presenta in quattro facciate: la prima pagina ha sempre l’editoriale al quale seguono brevi trafiletti di politica nazionale quindi internazionale, che occupano parte della se¬conda pagina dove figurano le corrispondenze molto brevi “dall’isola” e in appendice le puntate di un romanzo;. nella terza pagina vi è la “rubrica di città” con “telegrammi” di po¬litica interna; seguono notizie di politica estera.

La pubblicità compare a pié della terza pagina, ma soprat¬tutto occupa l’intera quarta pagina.

Di particolare rilievo, nei 768 numeri, in cui si rispecchia l’ideologia del giornale è l’editoriale: la maggior parte di essi figurano anonimi;vi figurano talvolta pseudonimi, come quelli di Saint Claire che viene identificato in quello di Michele Dalziani; vi figura (una sola volta) la firma di Salvatore Daddi, di Rampoldi Rodolfo, Giannelli Tortorici, Guido Aroca,Leopoldo Carta, Giovanni Antonio Mura, Carmine Soro Delitala e Giovanni Zirolia; numerosi i pseu¬donimi: Dottor Vampa, il Sovversivo, Effeggi,Saint Claire, Venator, Agi, Miles, Magister, F.u.g., Tenente F.u. Giordano, Nestore, Fidelis, Fram, Don Rizzarro, Sans Bruit.

La cessazione della direzione del Daddi la si apprende da un trafiletto che compare nel numero del 2 ottobre 1905 col quale si comunica ai lettori che il grande ispiratore de “L’armonia sarda”, già dal 1° luglio del 1905, non fa più parte della redazione del giornale.

Tra i redattori vi era l’avv. G. Zirolia che ebbe un ruolo importante nella partecipazione politica dei cattolici sassaresi, Michele Dalziani studente universitario, presidente di una associazione giovanile democratico-cri¬stiana formatasi nel gennaio del 1905.

Il giornale fu pubblicato per tutto il 1904 e il 1905 su cinque colonne. L’undici gennaio del 1906 uscì su sei co¬lonne: “Da oggi il giornale si pubblica a sei colonne e così abbiamo mantenuto la nostra promessa.

Il favore del pubblico, come lo prova l’aumento continuo di abbonati e lettori ci ha sorretto nell’arduo cammino e di¬mostra che la linea di condotta tenuta dall’Armonia acquista sempre maggiori approvazioni…”.

Dall’Isola, In Città, Cronaca Giudiziaria, Ultime Notizie, Telegrammi, Bollettino Meterologico, Punti Appunti e …, Il Mercato del Giorno, Ultime Notizie, Arte e Teatri costitui¬scono le principali rubriche del quotidiano, tuttavia é l’articolo di fondo ad esprimere costantemente l’orientamento politico del giornale.

Finalità del quotidiano

Il primo numero dell’Armonia contiene un lungo arti¬colo di fondo in cui si annuncia quello che sarebbe stato il programma e l’ideologia del giornale.

Emergono da esso due punti fondamentali: l’attenzione del foglio per le esigenze sociali ed economiche della Sardegna,con vastafiducia nel popolo sardo e lo spirito religioso. Il primo punto è particolarmente importante, più di una volta infatti, viene riposta una grande speranza nei sardi presentati retoricamente secondo lo spirito dell’epoca: “… il popolo sardo ha pure una fierezza – tacita quanto indomita – cui nessun ardito potere sa vincere e che solo gli fa piegare il capo protervo dinnanzi a Dio e alla Tomba”.

Meglio ancora: “… questo popolo all’Italia non riluttante mai d’eroismi – ora, dall’Italia abbandonato e negletto – solo e fiero, fra l’asprezza dei suoi monti e l’immensità delle sue pianure deserte, vive, nel silenzio attendendo”.

“… l’anima sua non è chiusa ancora alla speranza d’una redenzione che si adegui e sia degna delle rinnovellate energie”.

La speranza per il nuovo giornale è un dovere ed è perciò che “… nel nostro saluto augurale noi riaffermiamo una viva promessa”.

Da qui le rivendicazioni contro il governo centrale per le sue omissioni o colpe e la richiesta di interventi per le sorti dell’Isola.

“Possano tutti gli italiani convincersi della necessità ur¬gente di rialzare – con vero intelletto d’amore, con criteri alti ed umani, le sorti di quest’Isola, che attende sempre il frutto delle sue belle terre già tanto feconde, il frutto delle sue in¬dustrie obliate, dei suoi commerci negletti: il frutto d’una speranza lungo tempo nutrita a cui l’energia, la costanza, l’operosità del suo popolo debbono finalmente concedere diritto”.

Fiducia quindi nel popolo sardo che confidi, anche nell’aiuto di chi si rende disponibile:

“Bando ai pregiudizi d’ogni sorta, ad ogni falso spirito d’indipendenza, ad ogni malinteso orgoglio!”

Una funzione d’importanza vitale l’avrebbe avuta la reli¬gione:

“Non grandi promesse, adunque, in quest’ora: se non la riaffermazione serena e sicura del nostro programma: il quale altro non è che il programma antico, eterno, del Bene, rinnovato dal soffio di una più giovane e fresca latinità e di una critica più severa e più estesa.”

E poi ancora “… ci tiene sicuri e sereni, la fiducia intera di quanti hanno voluto rispondere con si caldo entusiasmo al nostro appello”.

“Il bene che è eterno e che è pure universale patrimonio degli uomini è lo spunto, direi quasi, di quell’armonia so¬ciale che tutti gli uomini deve avvincere in una amplesso fraterno”.

Importanza quindi della religione per la rigenerazione dell’Isola e per un opera di maggior azione.

L’uscita del nuovo giornale, fu particolarmente gradita dai cattolici della Sardegna settentrionale, giunsero infatti da più parti voci di auguri di giovani e di vecchi.Era una grossa vit¬toria, poiché il giornale unico quotidiano cattolico della ri¬partizione di Sassari, prometteva una maggiore unità di in¬tenti e di iniziative di vedute, cercando di superare la frantumazione esistente fra i cattolici sardi.

Il nuovo giornale fu particolarmente gradito anche nel Sud della Sardegna in modo speciale da “La Sardegna Cattolica”:

“A tutti porgiamo di cuore i nostri vivi ringraziamenti, in modo speciale all’ottima consorella di Cagliari – La Sardegna Cattolica – chiara per nobili lotte sostenute e per il nome del suo direttore, il conte Enrico Sajust, che alle nobili tradizioni di famiglia, unisce i più squisiti sentimenti d’animo. Sappiamo il lavoro faticoso cui andiamo incontro, forti e fieri, ma al fine cui tendiamo ci animano le promesse, i voti dei buoni passa la nostra fatica corrispondere all’aspettazione, possano gli amici restarci fedeli! …”.

Le tematiche

Gli avvenimenti contemporanei furono seguiti dal gior¬nale con molta attenzione.

Esso polemizzò più volte con gli stessi giornali del pe¬riodo, i più bersagliati furono i fogli nazionali di partito quali “L’Avanti” , “La Tribuna”, “La Rivista della Massoneria Italiana”,

Mise più volte in risalto polemicamente le divergenze ideologiche e politiche esistenti tra i cattolici, i liberali,i so¬cialisti e i massoni.

I socialisti, a causa della loro visione materialistica della storia, venivano definiti “servi del ventre” e per il loro desi¬derio di sovversione del sistema, “guerrafondai”:

“Sia che lottino per le ore lavorative o per un aumento di salario, essi contrapporranno a tutti gli istinti più nobili l’istinto vegetale”.

I contrasti interni che il partito attraversa venivano consi¬derati “fasulli”. Lo sciopero proposto e auspicato più volte dai socialisti non èra ampiamente condiviso, anzi particolar¬mente denunciato e preso di mira:

“Le masse aizzate cercheranno di soverchiare le autorità e minacceranno con l’ordine, la vita degli altri …”.

Un altro bersaglio del giornale cattolico sassarese è la massoneria definita “la lupa o bestia senza pace” : “..sostanzialmente composta politicamente da ban¬deruole che sventolano ora poggiando un ministro e poi ap¬poggiandone un altro. Parassiti quindi, che sfruttano le energie del paese”.

Più volte “L’Armonia Sarda” esortò i suoi lettori a non sottovalutare come semplice fatto di cronaca la loggia mas¬sonica

“L’unione popolare raccolse i peggiori elementi cittadini e da essa partirono tutte le macchinazioni contro il pensiero cattolico”

Altro bersaglio del foglio è il governo

L’opera governativa che fu attentamente seguita sia nel campo dell’istruzione, dell’economia,che della politica, fu ber¬sagliata particolarmente, e si evidenziò senz’altro più volte, lo stato di disordine e confusione presente nel governo:

“A chi ha l’invidiabile pazienza di seguire la discussione dei bilanci e segnatamente di quello della Pubblica Istruzione nel nostro Parlamento, si fa ogni anno, palese il medesimo fenomeno. Ogni anno sono le stese lagnanze sulle condizioni miserevoli della Pubblica Istruzione ed Educazione le quali anziché a migliorare accennano a de¬cadere sempre di più, ed ogni anno il ministro qualunque esso sia risponde sempre allo stesso modo: si vedrà si farà si provvederà.”

Si auspicava inoltre un mutamento del sistema tributario italiano.

La questione ferroviaria fu costantemente esaminata e dettagliatamente illustrata ai lettori.

Non minore atten¬zione e spazio, vennero dedicati ai problemi di politica estera, al problema dell’emigrazione, ecc..

Particolarmente seguita fu la guerra Russo-Giapponese, la politica Austro-Ungarica, della Germania, dell’Inghilterra. Il conflitto tra la Svezia e la Norvegia.

L’intento con cui più volte l'”Armonia Sarda” si avvicinò a determinate problematiche non fu semplicemente di fredda cronaca, ma di approfondimento attraverso la lettura di strut¬ture organizzative diverse da quella italiana, per potere pren¬dere esempio da vissuti differenti ma comunque istruttivi.

L’Armonia Sarda sostenne una dura polemica con l’altro quotidiano della città “La Nuova Sardegna” sorta come set¬timanale il 9 agosto del 1891 e divenuta successivamente giornale quotidiano nel 1° marzo 1892. Direttore Pietro Satta Branca, coadiuvato da quel gruppo che aveva avuto come leaders professionisti provenienti dalla media e alta borghesia sassarese e anche da gruppi di avvocati, medici e notai di tradizione “repubblicana” .

Era un foglio di chiara intonazione progressista- repub¬blicana per combattere in posizione di protesta intransigente la battaglia per il rinnovamento del costume politico cittadino .

Gli scontri furono frequenti per diversità ideologiche, politiche.

Furono riportati costantemente nella rubrica “In Città” di¬venuta poi “Note Cittadine” nella quale minuziosamente si ri¬portavano i fatti inerenti la vita politica-amministrativa e la cronaca cittadina con le sedute comunali.

“… Quelle della Nuova Sardegna sono poi cartucce spa¬rate, e non hanno quindi nessun valore, e se mai, possono buttarsi via, nel cestino della spazzatura come armi usate nei primi periodi del brigantaggio isolano. Direi quindi organi di prefettura, è l’accusa puerile, mezzo di ricatto, tentativo inane e ridicolo di lenocinio, vergognoso tranello di avven¬turieri.

A noi poco importa, francamente, che la Nuova Sardegna continui nelle sue abitudini: certe combinazioni, certi atteg¬giamenti servono a ricordare soltanto lo spettro di quella vecchia megera che dopo avere mercanteggiato il fiore della giovinezza si riduce a vendere statue religiose sul limitare d’una chiesa per trovare mezzo di comprare l’acquavite. E’ un tentativo di ubriacatura, dunque, quello della Nuova Sardegna; ma miserabile illusione di vita”

Alla fine del 1906 l’Armonia doveva interrompere le sue pubblicazioni.

Ne dava l’annunzio una nota della Direzione del gior¬nale, la quale annunciava che “il giornale verrà ripubblicato quanto prima … dovendo riorganizzare la sua amministra¬zione”.

Si consigliava inoltre la lettura del nuovo giornale “La Voce di Sardegna” che sarebbe uscito settimanalmente dal 4 gennaio 1907.

Probabilmente il giornale fu costretto a chiudere le pub¬blicazioni per la scarsità dei mezzi finanziari e di una noncu¬ranza dei cattolici per la loro stampa.

Sono frequenti per gli ultimi numeri del foglio i richiami rivolti agli abbonati morosi. Molti abbonati pur ricevendo il giornale non si preoccupavano di pagarlo.

IV

Il dibattito sul non expedit

Abbiamo visto sia pure per cenni come attraverso gli edi¬toriali “L’Armonia Sarda” affrontasse le tematiche che nell’epoca giolittiana riguardavano la Sardegna.

Ora ci sembra opportuno soffermarci più a lungo sulle tematiche che venivano spesso dibattute dai cattolici sia in campo nazionale sia in campo locale e fra tutte in primo luogo il problema della partecipazione dei cattolici alla vita politica.

Nel 1874 , con la circolare segreta ai vescovi, la Sacra Penitenzieria suggeriva ai cattolici l’opportunità di non par¬tecipare alle elezioni politiche di uno Stato che aveva così platealmente usurpato i diritti della Chiesa e ne aveva minato l’autonomia statuale, riducendola a suddita del neonato Regno d’Italia, infatti, sebbene il Cavour agitasse lo slogan “libera Chiesa in libero Stato” di fatto la Chiesa era per tanti versi soggetta agli umori dei governi italiani che, in gene¬rale,non agevolarono di certo nè l’autonomia giurisdizionale nè quella politica e territoriale della Chiesa.

I cattolici perciò dovevano astenersi dalla vita politica del regno d’Italia.

Su questa scelta radicale i cattolici nel corso degli anni si divisero sia nel dibattito sia nell’azione.

Sotto il pontificato di Pio IX, a parte la frangia dei catto¬lici liberali, sovente con incarichi governativi,ma con scarso seguito elettorale,la maggior parte dei cattolici non partecipò alla vita politica.

Con l’avvento di Leone XIII si apriva il dibattito sull’opportunità di partecipazione dei cattolici alla vita poli¬tica o quanto meno sulla necessità che essi si preparassero nell’astensione alla partecipazione futura.

Data l’apertura sociale del nuovo Pontefice, autore dell’enciclica sociale Rerum novarum, i cattolici organizzati sia nell’Opera dei Congressi sia nell’azione cattolica comin¬ciarono a dibattere vivacemente il problema e a sollecitare l’apertura dei cattolici alla vita politica visto che a quella amministrativa già partecipavano.

Il dibattito cominciò a farsi vivace tra i cattolici impegnati: alcuni volevano mantenere delle posizioni intransigenti e quindi astenersi totalmente dalla vita politica altri invece ac¬cennavano a possibili soluzioni.

A causa dei contrasti sorti all’interno dell’Opera dei Congressi si arrivò addirittura a scioglierla.

Gli articoli inerenti al movimento cattolico riflettono i problemi, le tematiche che questo viveva in campo nazionale.

Il “non expedit” fu particolarmente dibattuto.

Nell’Armonia Sarda del luglio 1904 vi è un trafiletto relativo ad una lettera di don Romolo Murri, sulla crisi dell’Opera dei Congressi, apparsa sul “Giornale d’Italia”.

Il Murri dopo aver premesso il contrasto tra gli intransigenti e i transigenti, affermava le benemerenze programmatiche della democrazia cristiana e riteneva che il lavoro dei giovani de¬mocratici cristiani sarebbe stato coronato di successo.

Sotto questo mini-articolo L’Armonia Sarda riporta la ri¬sposta del Papa apparsa sull'”Osservatore Romano”, con la quale il Pontefice dopo avere ribadito il suo desiderio che i cattolici si astenessero da qualsiasi partecipazione alla vita politica italiana, aggiungeva anche: “il solo parlare di possi¬bili offerte o di accettazioni di candidature politiche, il solo farne argomento di discussione o oggetto di voti o di aspira¬zioni, sia pure platoniche, sarebbe un porsi fuori dal campo dei cattolici devoti e ossequienti al Papa. Se lo pongano bene in mente e l’autore della lettera e coloro che per avven¬tura dividessero le sue speranze”.

Qualche giorno dopo col titolo “Per gli aspiranti alle urne politiche” “L’Armonia Sarda” confermava le parole del Pontefice e ribadiva la necessità di non votare e di non prendere argo¬mento su eventuali candidature politiche.

D’altra parte é molto significativo il contenuto dell’articolo “Constatazioni” dall’ottobre del 1904 e di quello apparso cinque numeri dopo intitolato “Parliamoci chiaro”

Nel primo, l’editorialista constatava amaramente come la situazione dei cattolici fosse poco gratificante per loro stessi e per ciò che essi avrebbero voluto. In pratica le questioni sulle quali essi potevano pronunciarsi erano molto circoscritte e scelte tra quelle che avevan la minore affinità colla vita vis¬suta del paese.

Inoltre si citavano le manifestazioni sporadiche “… ma non per ciò meno collegate da un segreto e spontaneo vin¬colo di consensi, di giornali insospettabili per la loro devo¬zione alla causa cattolica, ma insieme coscienti di tutto ciò che la vita moderna reclama da uomini che vogliano, direi quasi, la corresponsabilità di ciò che intorno ad essi suc¬cede”.

Manifestazioni che non sarebbero mai state prese, nella giusta e desiderata considerazione.

L’articolo poi affrontava un altro argomento sintomatico, che era quello dell’impreparazione dei cattolici a determinati argomenti, quali la riduzione della ferma, il problema scola¬stico, la riforma tributaria, quello ferroviario e così via.

Argomenti che proposti, per esempio, da qualche giornale cattolico rimanevano senza seguito proprio per l’impreparazione ed anche per l’impossibilità di tradurre quelle ipotesi o iniziative in progetti di legge.

Pur operando in campo sociale rimanevano nel campo te¬orico, attirandosi la tacca di idealisti.

L’editorialista concludeva nel dire: “Per cui, più dolorosa affermandosi la constatazione, più fervido ed ampio si spie¬gherebbe il voto di quanti, pur tacitamente, invocano che l’epoca di legittime riparazioni abbia a divenir possibile e pronta, non rimettendosi più oltre, all’oscura e paurosa in¬cognita d’un remoto futuro, ciò che potrebbe e dovrebbe costituire il compito onorevole e sacro di uomini che, sen¬tendo viva in sé l’interezza del proprio diritto, sentono più vivo il legittimo desiderio di tutelare ogni loro interesse pa¬trio e religioso, nel miglior modo che la ragione e la vita, qual’é suggeriscono loro “.

“Parliamoci chiaro” é ancor più significativo.

Scritto in risposta alle polemiche e ai commenti e a “interpretazioni estranee al nostro pensiero”, sorte dopo la pubblicazione dell’articolo Constatazioni.

L’editorialista inizialmente mise in luce che lo scopo dell’articolo “incriminato” era una semplice constatazione di fatto: “esplicita e libera quanto serena”.

Constatazione della ristrettezza dell’ambito nel quale i cattolici erano costretti ad agire.

Successivamente si scusò ribadendo la retta intenzione con la quale fu scritto e aggiungendo: “L’ortodossa integrità dell’idee e dei principi, l’ortodossa rigidità dell’obbedienza, del rispetto, della devozione, l’ortodosso procedimento nei mezzi, nell’azione, nelle parole, negli scritti – non possono né devono contestare ad alcuno la libertà d’una osservazione, d’una constatazione, d’un augurio sincero e sereno, nei campi delle discipline e degli avvenimenti”.

Particolarmente interessante é comunque la parte, per così dire, centrale, dell’articolo nella quale si afferma che non si intende discutere il “non expedit” pontificio che: “Prescindendo pur dagli alti motivi che lo determinarono – teoricamente, esso rappresenta un’abilissima tattica politica”.

Ma che lo scopo dell’articolo precedente era di “constatare, ad esempio, quanto sia difficile colmare con palliativi la lacuna che, nell’azione dei cattolici italiani, é costituita, dalla loro astensione dalla vita politica e come questa astensione, volere o no, faccia loro perdere spesse volte le più brillanti posizioni di fronte al proletariato e ai problemi economici e sociali, quando anzi non prepari le posizioni agli avversari, che se ne servono poscia per piaz¬zare le loro batterie contro di loro; constatare tutto questo, non può, ripetiamo, e non deve significare né defezione, né rivolta né irrispettoso atteggiamento, ma discutere un’opportunità, non vuol dire, all’atto pratico, disconoscerla e non seguirla”.

Concluse, avvicinandosi alle tematiche della democrazia cristiana, nel dire che, se l’astensione era un dovere, era un bene prepararsi per una partecipazione più o meno pros¬sima, per evitare di essere impreparati.

Sul problema della partecipazione politica dei cattolici vi è un successivo articolo “I cattolici alle urne e il giudizio della civiltà cattolica” nel quale, vista l’importanza dell’argomento, si illustrava ai lettori il sunto di un articolo apparso nella “Civiltà Cattolica”.

Partendo dal 1874, data ufficiale del non expedit, fino ad arrivare ai giorni correnti, citando quindi il pontificato di S.S. Pio IX, Leone XIII, e Pio X, si ribadiva che solo il sovrano della Chiesa avrebbe potuto permettere in determinate circo¬stanze, di votare.

Prendendo come esempio i cattolici tedeschi, gli italiani, nell’eventualità di una partecipazione politica, si sarebbero dovuti organizzare.

Si evidenziava la necessità di un primo nucleo iniziale di cattolici che formassero un primo centro, da cui partisse la parola d’ordine di prepararsi.

Si esortava infine alla concordia e all’equilibrio tra gli stessi. Tutto ciò nella sola ipotesi che il pontefice dichiarasse di permettere che i cattolici prendessero parte attiva o passiva alle elezioni politiche.

Dagli editoriali citati emerge chiaramente in che direzione si muovesse il quotidiano cattolico e come probabilmente al suo interno si fosse aperta una frattura: da una parte Daddi e un gruppo di redattori transigenti e dall’altra un gruppo senz’altro più vicino agli intransigenti.

Gli ondeggiamenti degli editoriali lasciano intendere que¬ste due posizioni. Posizioni legate ai fatti particolari di Sassari dove i progressisti anticattolici avevano calamitato nelle loro liste locali e politiche anche i socialisti, mentre i conservatori filogovernativi rischiavano di essere sconfitti. In tal modo si dava spazio allo strapotere dei primi sia nelle elezioni ammi¬nistrative che in quelle politiche.

Il giornale appoggiò i conservatori filogovernativi e particolarmente il futuro deputato Michele Abozzi.

Ciò non fu tollerato agevolmente dai cattolici cagliaritani che attaccarono il quotidiano che, per scolparsi, fu costretto ad ammettere di aver ottenuto, per il caso particolare di Sassari, la sospensione del non expedit

La prima sospensione del non expedit in Sardegna av¬venne nel 1904, nel collegio di Sassari, a favore del ministe¬riale Michele Abozzi contro il repubblicano Garavetti, nelle elezioni politiche del novembre 1904, gennaio 1905 .

Inizialmente la lotta politica contrappose soltanto i com¬ponenti “storici dei due gruppi principali, (di cui già si è parlato nell’apposito capitolo) i socialisti, tradizionali sosteni¬tori di Garavetti e i cattolici tra i quali molti si riconscevano nelle posizioni di Abozzi, proclamarono la loro neutralità.

Successivamente non essendo stato raggiunto il quorum necessario il 6 novembre 1904, data delle elezioni, furono fissate quella di ballottaggio per il 7 novembre.

Il 7 novembre fu proclamato deputato Abozzi in clima di aspre polemiche e di tensione , tanto che la giunta delle elezioni non dichiarò valida la votazione.

Il 24 novembre fu sciolto il consiglio comunale e fissate le “nuove” elezioni per il 14 gennaio 1905;

Fu in questo frangente che votarono i due gruppi che ini¬zialmente si erano astenuti: i cattolici e i socialisti.

Il direttore Salvatore Daddi, in un momento così delicato come quello delle elezioni del 1904, andò e ricevette udienza dal Pontefice il 29 dicembre di quell’anno .

E’ comunque molto significativo, per capire l’atteggiamento dei cattolici di Sassari dinanzi alle elezioni, leggere alcuni articoli.

In un trafiletto apparso in terza pagina nel gennaio 1905 intitolato “Il ballottaggio di domani” si diceva sostan¬zialmente questo: chi ha il diritto di permetterlo e di vietarlo ci ha dato libertà di agire secondo la nostra coscienza, infor¬mata ai bisogni della fede e agli interessi della Chiesa.

In un secondo trafiletto “Debbono votare i cattolici?” si affermava ancora che era pressoché impossibile rimanere indifferenti dinnanzi allo sfacelo che ogni giorno di più si aggravava.

Pertanto dovendo votare era importante scegliere l’avv. Abozzi, nonostante la Nuova Sardegna lo considerasse un massone.

E così ancora in un successivo articolo l’editorialista gioiva dinnanzi alla vittoria ottenuta da Abozzi su Garavetti: “L’avv. Garavetti abbiamo stimato sempre, come persona onesta, ma egli nel suo collegio rassomigliava al generale che comanda un esercito sbrigliato durante il delirio del sac¬cheggio d’una vinta città. Lasciava fare, quando l’eccesso degli altri non trascinava anche lui a seguire la stessa via.

Contro tali eccessi abbiamo avuto libertà d’insorgere ed ieri siamo scesi in battaglia”.

“… Dopo il voto, dopo la vittoria la fiducia nostra non scema, si fa anzi più viva e più fidente”.

Continuava poi nel ricordare ai cattolici militanti il dovere di non “dormire sugli allori” ma di raccogliersi per prepararsi alle nuove battaglie.

Battaglie, a detta dell’editorialista, “non lontane”.

Concludeva poi nel dire: “noi oggi siamo un esercito i cui soldati però sono sparpagliati in una vasta foresta: racco¬gliamoci adunque intorno al nostro capo; egli ha la nostra bandiera, la bandiera della libertà dell’ordine e del bene in Cristo”.

Le polemiche dinanzi a tale fatto non mancarono.

Come già precedentemente accennato da Cagliari. “La Sardegna Cattolica” mostrò il suo dissenso dinnanzi alla con¬dotta dei cattolici sassaresi: “I cattolici di Sassari, immi¬schiandosi in questa bega, ci perdono in serietà, in dignità, compromettono il loro avvenire … senza contare che disob¬bediscono, senza giustificato motivo, ad un divieto che è tuttora in vita …”

Salvatore Daddi in “La nostra condotta” rispose sec¬camente alle accuse ricevute e ribadì ancora una volta, di avere agito secondo coscienza e soprattutto sotto il diretto consiglio dell’arcivescovo di Sassari.

“Il giornale avversario non avrebbe detto di più e ci sor¬prende davvero che l’amata consorella nostra abbia scritto tutto ciò, prima che noi stessi avessimo espresso il pensiero nostro sull’elezione di domenica …”

“… il suo esimio direttore l’amico carissimo conte Sanjust sa … quale attaccamento e quale affezione deferente e rive¬rente nutriamo e come individui e come pubblicisti; ma oggi noi respingiamo con tutta forza di cattolici offesi nel loro or¬goglio più santo, qualunque intervento suo od altrui. In ciò solamente il nostro venerato Pastore e Padre diocesano …ha diritto di intervenire.”

“Noi quindi respingiamo questo intervento di zelo inop¬portuno e ingiustificato del nostro amico e di chiunque non sia superiore diretto del nostro Pastore …”.

“Lo respingiamo ancora in nome dei bisogni nostri locali che l’amico carissimo giudica stavolta un pò superficialmente “.

Alla fine dell’articolo vi è un trafiletto col quale si comu¬nica ai lettori che l’atteggiamento avuto, ebbe il plauso di tutta l’Isola.

Novanta biglietti fra lettere, cartoline e biglietti di visita, e per soddisfare le richieste del pubblico si dovettero conse¬gnare agli strilloni e ai rivenditori di città i giornali stampati per gli abbonati e per le rivendite del continente e dell’Isola.

Il divario esistente tra gli intransigenti cagliaritani e i più democratici sassaresi è più esplicito in una lettera scritta da G. Antonio Mura al conte Sanjust “Per diradar gli equivoci” .

La lettera venne pubblicata, così come scrisse la redazione del giornale, non tanto per alimentare una polemica contro il conte Sanjust, quanto per deferenza all’amico carissimo G. Antonio Mura col quale differivano per “qualche” afferma¬zione.

Il Mura pur rispettosamente, fa notare all’avv. Sanjust il suo atteggiamento intransigente nei confronti dell’azione giovanile democratico cristiana.

“La Sardegna Cattolica”, mostrando pose burbere ed ar¬cigne certo, non incoraggiava i giovani anzi.

Con periodi sospesi, con righe spezzate traspariva dal fo¬glio cagliaritano una eccessiva diffidenza nei confronti di tutto ciò che sapeva di modernismo.

“Così é, caro signor conte, che l’opera dei vecchi special¬mente se laici, si rende più che efficace, malagevole, ed esorbita: spesso provoca e spessissimo sciupa le buone cor¬renti facendole deviare …”. “Non per nulla i giovani del “Lavoratore” che dalla sonnolenza del passato hanno voluto risorgere con un programma attivo e pratico di rigenera¬zione sociale ed economica e soprattutto, cristiana, non per nulla dico oggi recalcitrano un pò quando Ella più che del suo consiglio largo e sicuro li ricolma di una certa diffi¬denza, quasi che per avere essi sposato un programma pro¬gressivo, con l’audacia propria della loro età, non siano in piena ortodossia …”

Il Mura pur grato delle opere svolte, a beneficio del mo¬vimento cattolico sardo, dal conte, tuttavia non accetta un simile atteggiamento restrittivo: “i giovani hanno bisogno di freno non di pietre né di colonne”.

Vi era poi, l’esortazione di sopprimere quelle rubriche in cui “La Sardegna Cattolica” evidenzia l’inesperienza e l’audacia di chi voleva lavorare davvero.

Nel febbraio del 1905, L’Armonia, riportò un brano ap¬parso nella “Rivista del Sacerdote Cattolico”: “La confessione di un violatore del non expedit” proprio perché rispec¬chiava un “momento dell’azione nostra ormai trascorsa.”

L’anonimo, che scrisse la lettera, immaginava di andare a confessare il suo gesto.

Egli aveva votato per evitare che un deputato socialista potesse trionfare nel collegio della sua città.

Dichiarava che il non expedit era in quel caso, nocivo per la religione soprattutto perché il deputato socialista una volta eletto sarebbe stato un operatore del male che ne sarebbe ve¬nuto alla Chiesa.

Prima di votare, discutendo fra sé e sé non si sentiva gran¬ché tranquillo perché la carità implicava il precetto di impe¬dire il male oltre a quello di fare il bene e inoltre vi era lo scrupolo continuo che la neutralità consigliata in politica non poteva avere luogo in campo morale.

Il violatore pertanto arrivava alla conclusione che non avendo alcuna parte di responsabilità rispetto al male che l’assemblea legislativa recava alla Chiesa, per esclusione, tutti i cattolici italiani sarebbero stati giustificati, e se ciò fosse stato vero, il partito cattolico italiano non sarebbe dovuto uscire inerte dal suo quietismo in nessun caso.

E allora perché venne dall’alto un richiamo all’azione din¬nanzi alla proposta di legge sul divorzio. Non intervenendo io personalmente, prosegue l’anonimo, avrei avuto la mia parte di responsabilità?

“E non l’avrei avuto maggiormente se avessi lasciato trionfare un anticattolico combattente?

Non è forse meglio eliminare la causa per impedire l’effetto?”

Usando poi una metafora l’anonimo traccia a grandi linee la “questione romana”.

Dice infatti: “nel 1400 i comunisti del mio paese fecero dono di un feudo con uno splendido castello ad in arcavolo. Ne furono proprietari per oltre tre secoli i miei antenati, ma verso la metà del secolo XIX i mie conterrazzani insorsero e accampando non so quali diritti mi tolsero il feudo e il ca¬stello.

I magnati del paese stabilirono i loro uffici municipali. Ricorsi ai potenti per invocare la tutela dei miei diritti, ma invano. Stetti allora in un silenzio obbligato. Gli usurpatori divennero insolenti e minacciavano mali morali peggiori delle spoliazioni materiali.

Se io mandassi in quel consiglio degli amici onesti che peronassero la mia causa perché siano allontanati i guai, questi amici parteciperebbero alla responsabilità dell’usurpazione iniziale, o alla consapevolezza degli atti ini¬qui che l’assemblea potrebbe compiere.”

Pertanto, concludeva l’anonimo, considerava la sua parte¬cipazione non solo leale ma doverosa poiché disponeva di voti tali da far cadere l’avversario socialista.

Nel marzo del 1905 e prima ancora, vi furono alla Camera alcune discussioni circa un intervento dei cattolici alle urne politiche.

Parlò di ciò il Barzilai , il Sacchi , accennando ad uno stato laico, il Baccelli che fu impedito dai massoni e dall’estrema sinistra, vi accennò l’on. Tittoni con la tentata lettura del programma dell’on. Carnaggia ma anche lui, fu impedito dagli estremi.

L’Armonia Sarda mostra anche in questa occasione un atteggiamento positivo dinnanzi a tale argomento col titolo “La politica e i cattolici” : “Si sente bisogno dei cattolici e che essi si presentino come un poderoso coefficiente, avve¬nire della politica italiana”.

E ciò, continuò l’editorialista, dovrebbe esistere in un paese senza freni e sena Dio.

La politica italiana era paragonata ad un “lurido tappeto tempestato di macchie, crivellato di strappi, nell’orizzonte tutto nero, l’unico punto lucido erano i cattolici”.

“Si sono presentati, hanno vinto, sono già virtualmente una potenza. E’ questo il significato delle parole e degli atti, tanto di coloro che sperano, quanto di coloro che temono; tanto di quelli che inferociscono quanto degli altri che s’industriano, sia pur con mezzucci abusati, di far entrare i cattolici dalla porta che viene loro contesa. E’ questo un sintomo morale consacrante i trionfi che il parziale concorso dei cattolici alle urne ha ottenuto. Ma bisognerà fare di più. Affrettare nell’azione concorde l’avvento di quel giorno in cui l’Italia si persuade davvero che i nemici della patria militano in ben altro campo che non sia il nostro”.

In “La vittoria di Brescia” , si ribadiscono pressappoco gli stessi concetti: “Ormai, si comprende da tutti, i cattolici italiani devono prepararsi ad entrare nella vita parlamentare per un’altra finalità religiosa e civile e insieme patriottica”.

Constatando il passo avanti fatto a Brescia che era “la cittadella dello zanardellismo massonico” e che ora era ormai certo che il successore sarà quasi senza dubbio, il candidato dei cattolici, l’avv. Bonicelli, si presumeva quello che era un passo che sarebbe stato seguito altrove. “E’ bene questo? Noi crediamo fermamente che si, poiché tutto questo movimento, anche parziale, non avviene nè fuori nè contro la volontà della Santa Sede, ed è forse più che mai opportuno oggi, quando dalla setta nemica dell’Italia ed del Vaticano si tenta di suscitare -inanemente pensiamo- una fittizia agitazione per formare un blocco anticlericale”.

Sempre in tema “non expedit” l’Armonia Sarda, nel luglio del 1905 pubblicò un articolo “Per l’unione e per l’azione”, , col quale si presentava il commento apparso su “La Civiltà Cattolica” di “La parola del papa. Nuovo ordinamento dell’azione cattolica in Italia” probabilmente di Pavissich P.

A noi per il momento, interessa la costituzione del 3° gruppo o centro generale costituito per la partecipazione dei cattolici alla vita e all’azione politica del paese e la conferma del papa del valore giuridico del “non expedit” mantenuta in vigore la possibilità di dispense per i casi partico¬lari.

L’Armonia Sarda in risposta alle calunnie e alle afferma¬zioni, con le quali i massoni e i giacobini posero disordine e crearono dissidio riguardo l’ultima enciclica del papa, dopo avere difeso a spada tratta l’operato del pontefice ricordando che la Chiesa adattandosi prudentemente alle esigenze dei tempi non aveva certo rinunciato, a ciò che era di suo diritto e che quindi non consentiva di sanzionare il nuovo atteggia¬mento con dichiarazioni o rinuncie, ricordava pertanto che lo scopo essenziale della lettera era di “impedire la creazione di un partito politico cattolico”.

Così concludeva nell’affermare che i bruschi cambiamenti mal si adattavano alla Santa Sede e “certo l’idea di Pio X di lasciare liberi i fedeli nell’esercitare i loro diritti civili, senza l’obiettivo della costituzione di un partito cattolico, che in Italia -dove i disonesti sono assai pochi- non avrebbe la ra¬gione di essere che ha in Germania, non presenta pericoli politici al nostro paese. Questa libertà di esercizio… sarà conquistata dai cattolici grado a grado attraverso lotte con¬trasti di ogni genere “.

Questi erano i pensieri dell'”Armonia Sarda” prima della lettera e tali rimanevano dopo la lettera che non alterava la condizione delle cose e degli uomini.

Nel periodo seguente e per tutto il 1906 non vi furono ar¬ticoli di particolare rilievo riguardanti il non expedit.

Ormai il tema centrale fu spostato sulla riorganizzazione dell’azione cattolica e il “non expedit” non fu più discusso e particolarmente dibattuto, così come lo era stato soprattutto nel primo anno della pubblicazione.

V

Il dibattito sul movimento cattolico sardo

“E’ un volo fugace di rondine; in attesa che qualche aquila volenterosa e … non grifagna scenda dalle nebulose altezze ai monti e piani ancora vergini, che attendono la ri¬surrezione e la vita …

Dall’Armonia una debole voce si leva chiamando a rac¬colta i fratelli: a voi, cattolici sardi, accoglierla e attuarla”

Inizia così un articolo molto significativo del novembre del 1904 col titolo “Azione cattolica in Sardegna”

Significativo perché introduce quali erano le condizioni dei cattolici in Sardegna.

Una premessa iniziale triste e amara sulle condizioni eco¬nomiche e morali della popolazione sarda “La Sardegna, quest’umile e abbietta, cenerentola dell’olimpica Italia uffi¬ciale, non desta davvero, neppur nei suoi figli, tanto interesse vivo quanto compassione pietosa, che ben si affianca allo stato di sonnolenza presente nel movimento.

La Sardegna era alla coda del movimento cattolico sociale italiano: “Dove l’attuazione delle comuni speranze si attende quasi unicamente dal proficuo lavoro della mutua coopera¬zione, dal generoso sacrifizio degli inveterati puntigli, non tarda a notarsi una consolante fioritura di benefiche opere sociali; ma chi, come noi affacendati in questioni … troppo utili di campanilismo e di orgoglio egoistico, consuma le proprie energie nelle lunghe lamentazioni e stucchevoli lo¬gomachie, negli inopportuni e astiosi rimproveri, nel palleg¬giarsi indecorosi titoli e colpe comuni, e già fin troppo se ar¬riva a mantenersi nello status quo, a non fare ritirate più … regressive o capitomboli più disastrosi”.

L’editorialista proseguiva così, evidenziando con quanto facilità si propagava l’errore negli ambienti studenteschi a di¬scapito dei principi cattolici: “le istituzioni di studio d’opere sono, fra noi, lettera morta”.

Nel campo dell’Agricoltura e della pastorizia “fonti prin¬cipali del benessere del popolo sardo” non si era fatto niente per imprimere un movimento cristiano laico.

Così pure nel campo del ceto operaio: “in pochi centri pa¬droni che si pretendono cattolici a tutta prova, non danno ai loro dipendenti neppure il venti per non dire il dieci per cento del guadagno netto che questi effettivamente loro pro¬curano!”

Nonostante questo stato di cose c’era che si diceva ispirato e animato dall’ideale cristiano.

Era inutile, commentava l’editorialista, giustificare l’arenamento dell’azione cattolica con ragioni equivoche d’indole locale quando i motivi erano d’indole personale, egoistica partigiana: “Chi più potrebbe, meno si cura: e le forze vive che unite e ravvalorate, potrebbero essere la leva potente del risorgimento, restano prive della dovuta amore¬vole e paziente cultura e abbandonate: il disgregamento con¬tinuo e desolante n’è fatale conseguenza”.

Pertanto concludeva nell’esortazione: “Uniamoci e prepa¬riamoci: ecco la risoluzione che deve erompere spontanea da ogni cuore. …Unità d’indirizzo: ecco la diga che, impedendo l’allagamento del confusionismo e degli equivoci, dirigerà le acque del nostro movimento isolano in un maestoso corso degno di far capo e riversarsi nel mare del movimento mon¬diale.

Si visualizzava quindi la necessità di un buon programma pratico, vasto se non completo che avrebbe avuto bisogno di una “mente eletta” che proponesse un programma rispon¬dente alle esigenze locali, sorretto da coloro che erano aperti alle moderne idealità.

Unità, quindi più volte propugnata, dall’Armonia. In “Il nostro popolo” di Fidelis abbiamo un breve spaccato di quella che era la situazione della Sardegna, dove “le menti rozze, affaticate dal pensiero dell’indomani, costrette a un la¬voro da bestie, nelle regioni sferzate dal sole cocente di luglio … vivono una vita randagia sforzando l’ingegno grezzo alla conquista di malvagi espedienti e vanno là, nelle brulle, de¬serte campagne, la stessa vita dal bestiame al pascolo con la mente che medita il delitto”.

Un quadro eccessivamente scarno che tuttavia dava una visione di quella che era la realtà. E anche per ciò che rigu¬ardava l’istruzione e l’educazione civile, l’editorialista eviden¬ziava un aumento dei diplomati e dei titolati con una dimi¬nuzione del benessere: “Neppure vi è il più lontano sentore dell’opera benefica esercitata dalle istituzioni civili e laiche. Anzi il vizio mentre diventa sempre più raffinato, aumenta in misura spaventosa”.

Dinnanzi a questa precaria situazione, “in Sardegna ab¬biamo una media di 18 bettole per paese”, dovevano operare con fiducia i cattolici: “La religione può dare indubbiamente dolcissimi conforti ed i suoi apostoli se converranno nell’indirizzo dell’utile propaganda di miglioramento civile, morale ed economico, avranno in un tempo più o meno lon¬tano la vittoria, una vittoria tanto splendida che nessun’altra potrà reggere al confronto”.

Vi era quindi una grande fiducia nell’opera da svolgersi, anche se era profondamente impegnativa.

Si esortavano i cattolici di giungere al popolo per condividere con esso gioie e dolori, per rialzare le sue sorti, migliorare le anime, con l’aiuto di tutti coloro disponi¬bili”: Anzi vogliamo che altri ci vengano in aiuto, che molti cooperino con noi in questa nobile e dolce missione, che si formi quasi una palestra attorno a noi dove possano allenarsi le forze latenti, per correre, a mano a mano, alla conquista del grande ideale”.

Proseguiva poi nell’incitare gli animi all’uscire dall’infingardaggine nella quale si trovavano a muoversi e provvedere seriamente e saggiamente alle esigenze.

Si constatava che le sette “petulanti con aria spavalda “dilagavano numerose, con molti affiliati operai e agricoltori”. Ma dinnanzi a ciò i cattolici dovevano opporre un intensa opera per riabilitare quelle masse, quegli operai “… poveri illusi, uomini ingannati da perfidi inganni, che in un momento di dolore e di abbandono hanno perso la retta via”.

Pertanto il I congresso mariano che si svolse a Cagliari il 14 dicembre fu commentato positivamente dal foglio cattolico che era orgoglioso della prova. Nonostante essendo il primo esperimento, fosse inevitabile l’accademia..

“Fu veramente giornata iniziale di affratellamento di spiriti e di cuori per la risurrezione morale della Sardegna”

A Sassari si formò, nel gennaio del 1905, un’associazione giovanile democratico cristiana e ad essa diedero la loro ade¬sione numerosi studenti, professionisti, sacerdoti, operai.

L’Armonia Sarda il 2 gennaio del 1905 pubblicò un appello redatto per incarico dell’associazione giovanile catto¬lica e del comitato provvisorio, da un giovane studente “da lungo tempo nostro compagno di fede e di lotta.” “Sassari (commentava la direzione del giornale) era forse in Italia l’unico centro cattolico che di tale istituzione mancasse”, per¬tanto il bisogno di quest’associazione giovanile era univer¬salmente sentito e ad essa si augurava fortuna e amore.

L’appello era rivolto ai giovani cattolici di Sassari, e si metteva in risalto la necessità di un’azione cattolica dinnanzi al dilagare dell’errore: “L’opera odierna del cattolico quindi non può essere che opera altamente risanatrice, non può es¬sere che argine alla sfrenata licenza ed al tempo stesso ban¬diera gloriosa di sano progresso”, e si poneva in luce la man¬canza di azione soprattutto nell’Isola: “E mentre tutta intera la patria nostra è insorta contro le aberrazioni delle coscienze popolari fomentate da istrioni in veste di eroi, ahimè nella nostra Sardegna, ultima anche in questo nella scala sociale, la gioventù cattolica ha preferito l’ipocrisia ed il silenzio alla luce, che sfolgora su gli stendardi di cento società italiane, luce fatidica che irraggia dal verso mirabile di Dante: Risorgi e vinci!”.

Pertanto, proseguiva il giovane studente, risorgiamo anche noi in quest’opera di carità e di redenzione, facciamolo per la nostra Sardegna che necessita di una educazione morale che sarà la base e principio di risorgimento economico.

Concludeva poi nell’invitare i giovani a volgere uno sguardo all’opera vigorosa della Lega Democratica Cattolica nel Belgio, al Centro in Germania, ai Giovani Cristiani di Francia, ai Circoli Operai di Spagna, ai Cristiano Sociali d’Austria, all’Opera dei Congressi felicemente fautrice della Democrazia Cristiana in Italia.

A presidente dell’associazione venne eletto lo studente universitario Michele Dalziani redattore dell’Armonia Sarda.

Vice presidente era il commerciante Federico Contini, se¬gretario lo studente universitario Ferruccio Ciani, cassiere lo studente liceale Martino Ganadu; consiglieri: il tipografo G. Pittalis, l’impiegato D. Salaris, l’agricoltore Salvatore Fois, il conciatore Salvatore Depau e un calzolaio Daniele Sechi.

All’insediamento del nuovo consiglio tenutosi alcuni giorni dopo intervennero alcuni fra i principali esponenti del laicato sassarese, l’avv. Zirolia che parlò sugli scopi della so¬cietà e il prof. Carmine Soro Delitala docente dell’Università di Sassari.

L’associazione si impegnò in una serie di conferenze eco¬nomico-sociali tenute nella sede dell’Associazione costituzio¬nale.

L’associazione sassarese non ebbe la stessa diffusione del circolo di Cagliari, non ebbe ad esempio un proprio organo di stampa, anche se l’Armonia Sarda si mostrò sempre so¬stenitrice dell’azione dei giovani.

Nel campo dell’organizzazione professionale nell’aprile del 1905 si formava una Federazione d.c. fra i calzolai che ottenne l’adesione di oltre 330 soci; subito si cominciarono a tenere assemblee su questioni sociali .

Nell’ottobre del 1906 l’Armonia Sarda pubblicava un’ottima iniziativa partita dai giovani del Circolo S. Saturnino intitolata: “L’organizzazione cattolica in Sardegna – una statistica – un referendum “, si manifestava la necessità di organizzarsi e di contarsi confidando nella buona volontà e nell’assenso di tutti i cattolici dell’isola: “Per il bene del nostro movimento in Sardegna, per l’amore che noi nutriamo per la causa cattolica, per il cui trionfo quotidianamente lottiamo, noi auguriamo ai bravi giovani che la loro opera trovi il suc¬cesso che si merita.

Nessuno le neghi il proprio aiuto non si erigano odiose dighe chinesi fra il nord e il sud ma da ogni angolo della Sardegna risponda una voce unanime al grido della gioventù sarda, una voce che dimostri come tutti oramai sono persuasi della necessità assoluta d’organizzarsi e come tutti son pronti a lavorare per l’incremento della nostra azione, che segnerà per l’isola tanto nel campo morale, che nel campo religioso, rigenerazione e vita.”

L’articolo annunciava una ripresa dell’azione cattolica in Italia e delineava una graduale organizzazione delle forze cattoliche avente per base quelle direttive fissate dal Santo Padre con l’enciclica “Il fermo proposito”.

Perciò viste le consolanti notizie di forti manifestazioni cattoliche di movimento proficuo d’organizzazione dalla Lombardia alla Sicilia era necessario che anche la Sardegna rispondesse al grido di raccolta dei fratelli italiani.

“Numerose associazioni cattoliche di genere e con scopi diversi esistono nella nostra Isola, dalle congregazioni reli¬giose alle Società confessionali di carattere economico, ma nessuno sa che esse esistono, nessuno ha mai provveduto a farlo sapere”.

Pertanto, continuava l’articolo, prima di intraprendere un qualunque studio bisognava conoscere l’organizzazione reli¬giosa educativa economica della Sardegna.

Si informavano i lettori circa i modi: “A tal’uopo verrà in¬viata ai singoli parroci un’apposita circolare con una scheda, da rimandarsi entro il termine fissato, alla Commissione ese¬cutiva, in cui dovranno scrivere il numero e il nome delle Società esistenti nella loro parrocchia, specificare lo scopo di ciascuna società e le opere che compie, e far conoscere il nome del presidente e il numero dei soci, oltre tutte quelle altre note ed osservazioni, che crederanno maggiormente opportuni”.

Si interpellavano le più spiccate personalità militanti in Sardegna perché contribuissero a quello studio preliminare e tanto urgente.

VI

Il dibattito sull’azione cattolica

Verso la fine del 1904 l’attività del movimento cattolico italiano diveniva sempre più complessa a causa delle “fratture” tra i conservatori seguaci del Paganuzzi e del gruppo veneto, i moderati e o seguaci di Romolo Murri.

Già dall’ottobre del 1902 con la nuova presidenza nell’opera dei congressi del Conte Grosoli il dissidio si era delineato ulteriormente, fino a sfociare nello scioglimento dell’Opera nel luglio del 1904.

“L’Armonia Sarda” non diede particolare pubblicità alla crisi dell’Opera, ma si limitò a riferire con trafiletti, in prima o terza pagina, gli avvenimenti.

A tratti si ha la sensazione che essa parteggi per i murriani della attenta lettura degli editoriali infatti si avvertono simpatie per il gruppo democratico cristiano e quindi anche per la partecipazione dei cattolici come tali alla vita politica, il tutto è sempre temperato dall’ossequio alle decisioni del Pontefice.

E’ indubbio che il quotidiano non poteva essere più esplicito vista la rovente lotta politica esistente a Sassari e il controllo morale che esercitava Cagliari sui cattolici sassaresi.

E’ evidente poi che la punta più avanzata è quella di Salvatore Daddi e del suo gruppo che probabilmente era costretto a convivere col gruppo degli intransigenti.

L’uscita del Daddi a metà del 1905 potrebbe indicare, secondo la ipotesi accennata il fallimento del gruppo democratico cristiano in seno al giornale.

Seguiamo passo passo il pensiero del quotidiano.

In “Il papa e l’opera dei Congressi cattolici” si riportava una lettera del conte Grosoli:”si informavano i lettori della lettera del cardinale segretario di Stato al conte Grosoli, presidente generale dell’Opera dei Congressi e Comitati cattolici in Italia, pubblicata sull’Osservatore Romano”

Si manifestava il dolore del pontefice alla poca unità rag¬giunta e per la mancanza di armonia necessaria perché l’azione cattolica potesse esplicarsi maggiormente e dare i frutti desiderati.

Il papa conservava stima e fiducia verso il conte Grosoli e in conclusione dava consigli d’indole generale a tutto il comi¬tato dell’Opera e ai cattolici tutti.

Dopo questa lettera sappiamo che il conte Grosoli rivolse a tutte le associazioni cattoliche una circolare datata 15 luglio e quattro giorni dopo una nota dell’Osservatore Romano di¬chiarava di non ritenere opportuna la pubblicazione della circolare la quale non in tutto era conforme alle istruzioni pontificie. L’Armonia Sarda riportava un articolo col quale si rendevano note le dimissioni del Grosoli.

Il corrispondente da Roma, non era sicuro delle dimis¬sioni, tuttavia informava i lettori che “… All’ultima ora si é sparsa nei circoli bene informati la voce – che non so se sia vera e raccolgo soltanto per dovere di corrispondente – che le dimissioni sono state realmente accettate e che stamane il Santo Padre ha ricevuto il prof. Toniolo giunto apposita¬mente per combinare sulla nomina di un nuovo presidente che non propenda per alcuna delle due tendenze e sappia tenersi neutrale. Si fa a questo proposito il nome dell’avv. Pericoli”.

Dopo lo scioglimento dell’Opera dei Congressi i vecchi rimasero in attesa di nuove disposizioni mentre i giovani più insofferenti della dipendenza dall’autorità ecclesiastica anda¬rono alla ricerca di una certa autonomia nel convegno di Rimini (14 agosto 1904) in cui veniva proposta la costitu¬zione di una “organizzazione autonoma di indole civile e so¬ciale” .

Vi era anche il gruppo che faceva capo al Meda costituito dagli amici del Grosoli, che si mise allo studio per fondare un organismo che tenesse compatti i cattolici nel campo eletto¬rale, avevano perciò già stabilito una riunione da tenersi a Milano il 4 agosto.

Il convegno si tenne in tutta riservatezza a Milano nella data stabilita, lo scopo era di essere concordi e non agire iso¬latamente.

Nel Convegno nel quale erano presenti l’avv. Meda, Filippo Crispolti, il conte Zucchini, l’am. Angelo Mauri di Torino, il dr. Giuseppe Micheli di Parma, il rag. Vincentini di Ferrara, il cav. Burgisser di Firenze e il dr. Giorgio Montini di Brescia, il Crispolti propose la fondazione di un’Associazione Generale Italiana fra gli Elettori Amministrativi.

La proposta fu accolta, ma la denominazione modificata in Unione Nazionale fra gli Elettori Cattolici Amministrativi d’Italia.

L’Unione limitava la sua attività alla sfera amministrativa, ammessa dalla Chiesa, ma nell’intenzione dei promotori era chiaramente previsto un inserimento graduale in maniera autonoma anche nella sfera politica

Nonostante la riservatezza del convegno, l’agenzia Stefani ne dava subito notizia in una forma molto vaga.

A questo proposito “L’Armonia Sarda” in “Per un progetto” informò i suoi lettori.

Premetteva innanzitutto, in risposta ad un giornale sociali¬sta che la definiva “riunione segreta”, la natura semplicissima dell’adunanza stessa: “Si era, scrive il Crispolti, nella frequen¬tata sede del Circolo Cattolico e a porte aperte …”

In un secondo momento tracciava a grandi linee l’origine e la natura della proposta.

Se l’Opera dei Congressi fosse durata nella sua integrità era facile prevedere che avrebbe cercato di accrescere l’importanza e l’efficacia della sezione elettorale. Viste le re¬centi vittorie cattoliche nelle elezioni amministrative e in vista delle prossime, era, a detta dell’editorialista, necessario “procurare una certa uniformità nella condotta di coloro che saranno eletti, ossia nei modi migliori di governare e di in¬dirizzare gli enti locali”.

Ripercorreva, quindi, le esperienze che si fecero nel 1894 e 1895, quando i cattolici vinsero, ma rimase tutto “un fuoco di paglia”, proprio per la mancanza di “una visione chiara di ciò che la vita locale richiede nei giorni nostri da cattolici attivi e illuminati”.

Era convinto che l’Opera dei Congressi se la sua azione culturale e generale non fosse stata semplificata, si sarebbe senz’altro resa conto della necessità. Aggiungeva inol¬tre:”Credo anzi che, in seguito alle vittorie cattoliche ammi¬nistrative delle ultime domeniche, l’ufficio di presidenza avesse avuto bisogno del concorso del Comitato Permanente per dare alla sezione elettorale l’ampiezza e la forza richiesta dal momento presente, il comitato quantunque così diviso in altre materie, e così discorde nella sua fiducia alle persone dirigenti avrebbe dato al presidente generale tutti i poteri ipoteticamente necessari”.

“La vasta azione amministrativa a cui l’Opera avrebbe dovuto darsi subito per forza sarebbe stato un motivo di pace o almeno di speciale armistizio”.

Concludeva nell’augurare che il proposito dell’azione amministrativa italiana andasse in porto vista la sua urgente necessità. Proposito che oltre a unificare le forze che i dissidi avevano posto sulla via dello scoraggiamento, presentava il vantaggio di non esser né un duplicato o un concorrente della parte sopravvissuto dell’Opera dei congressi in quanto l’Opera si era ritirata.

Inoltre aveva anche il vantaggio di non essere un’azione cattolica di specie nuova e quindi intorno alla quale potesse essere dubbia la accoglienza dell’autorità superiore, ma di es¬sere coordinamento di un’azione cattolica “fra le più antiche, le più benedette, le più raccomandate, cioè l’efficace inter¬vento cattolico nelle elezioni amministrative, intervento in cui, luogo per luogo, senza prescrizioni fisse e determinate, i rapporti tra la libertà degli elettori e l’autorità ecclesiastica si sono sempre variamente e pacificamente esplicati”.

Come sede dell’Unione fu scelta Bologna. Il cardinale Svampa legato da lunga amicizia ai grosoliani diede il suo assenso alla decisione e offrì come sede delle riunione un locale della Curia.

Il memoriale dell’Unione fu presentato al papa attraverso il cardinale Svampa. Il Santo Padre credette prudente mante¬nere l’autorità ecclesiastica libera da qualunque responsabi¬lità. Pertanto i promotori dell’Opera nella riunione del 23 ottobre a Bologna, vararono definitivamente lo statuto e il programma.

Il 27 ottobre 1904 anche “L’Armonia Sarda” pubblicò lo statuto in tutti i suoi quattordici punti e il programma, ac¬compagnandolo con la comunicazione che le adesioni dove¬vano essere inviate presso il conte Zucchini di Faenza e che gli aderenti sarebbero stati convocati a Bologna per la defini¬tiva costituzione.

Nel citato articolo del foglio cattolico sassarese così si leg¬geva: “La riscossa dei cattolici, soli o uniti ad uomini tempe¬rati contro la tirannia dei partiti matamente intitolatisi popo¬lari, é incominciata nelle elezioni provinciali e comunali dei mesi scorsi e promette di diventare più generale e più vigo¬rosa in quelle del 1905 nelle quali saranno parzialmente rinnovate le rappresentanze di tutte le provincie e i comuni del Regno. … ma è necessario che numerosi cattolici ammi¬nistrativi di tutta l’Italia s’intendano fra loro in modo rego¬lare e permanente. A questo scopo l’Unione Nazionale fra Elettori Cattolici Amministrativi italiani”.

Si informavano i lettori che l’Unione rimaneva indipen¬dente da ogni altra forma e da ogni altro organo della loro attività, e che sarebbe stata responsabile dei propri atti così da non trascinare l’autorità ecclesiastica nel conflitto dei partiti.

L’Unione propugnava la tutela dei diritti della religione nell’insegnamento, nelle opere pie e in ogni ramo dell’attività; la promozione di quelle iniziative di studio e di azione neces¬sarie per rendere più efficace ed organica l’influenza dei cattolici nelle pubbliche amministrazioni.

Le associazioni elettorali già esistenti avrebbero potuto fungere da sezioni dell’Unione.

Successivamente “l’Armonia Sarda” pubblicò un articolo (già precedentemente citato) sull’atteggiamento dei demo¬cratici cristiani autonomi, che una volta sciolta l’Opera dei Congressi andavano alla ricerca di autonomia e nel Convegno di Rimini il 14 agosto del 1904 proponevano la costituzione di una organizzazione autonoma di indole civile e sociale.

Gli articoli relativi alla “democrazia cristiana” sono già stati visti.

Tornando al’Unione, anche in questo caso gli antichi dis¬sidi tra tendenze conservatrici e democratiche finirono per far prevalere le prime, per cui l’Unione, ostacolata sin dal suo sorgere dal II gruppo per la sua tendenza all’autonomia e all’inserimento nella sfera politica, fallì.

Pio X col “Fermo proposito” manifestò chiaramente di sostituire l’Unione con un’altra organizzazione più decisa ed ancorata alla gerarchia .

Nel gennaio del 1905 , “L’Armonia Sarda,” commen¬tava positivamente un articolo apparso su “La Civiltà Cattolica” del 7 dicembre 1905.

Il messaggio era di un’azione sociale nel terreno costituzionale, formula che se applicata avrebbe dato ottimi risultati.

Nonostante il lavoro dei socialisti e dei massoni l’Italia era fondamentalmente cattolica e i cattolici dovevano prepararsi ad operare per concretizzare il loro programma sociale.

“I cattolici adunque, che coll’aprirsi del nuovo anno de¬vono prepararsi a questo lavoro di salvazione, hanno biso¬gno di concretizzare il loro programma sociale e della unità disciplinata di tutte le loro forze militanti”. (Tratto da “La Civiltà Cattolica”)

“L’Armonia” manifestò piena adesione a “questo rivelan¬tissimo articolo, contenente quelle idee che ci sono comuni e delle quali ci sarà dato di prossimamente occuparci, perché riassumono i principi e le idee del nostro programma”; e concludeva: “mettiamo la mano sul cuore d’Italia, che batte nei focolari domestici, e accordando insieme le sue due vite, la pubblica e la privata, colla unità dell’azione sociale sul terreno costituzionale, la salveremo nel bivio e le apriremo la via del risorgimento cristiano”.

In un successivo articolo, il foglio cattolico sassarese vista la confusione che il concetto “democrazia cristiana” suscitava tra gli stessi vescovi, è questo il caso del vescovo di Verona, di quello di Padova e di Reggio Emilia, pubblicò un articolo intitolato “Per il movimento democratico autonomo”, col quale si davano maggiori chiarimenti.

Così premetteva: “questo decentramento ingenera nel no¬stro campo uno strano confusionismo, divide gli animi e non giova al raggiungimento del nobilissimo fine, per cui l’azione nostra deve essere ad un tempo concorde e soggetta all’autorità della Chiesa”.

Citava, quindi, il motu proprio di Pio X, chiamato la Magna Charta della democrazia cristiana, con la quale si evi¬denziavano nell’azione democratica cristiana due poli, che nessun cattolico doveva oltrepassare: ciò che voleva il Papa da un lato e dall’altro ciò che il Papa non voleva.

Su questo binario, proseguiva l’editorialista, doveva svol¬gersi l’azione dei democratici cristiani.

“Tutte le volte però che la corsa fosse troppo vertiginosa e minacciasse di mandare i carri fuori dalle rotaie, sarà indi¬spensabile porre, senz’indugio, mano ai freni, per non roto¬lare a precipizio”.

Ma cos’era quest’autonomia o da che cosa si pretendeva di esser autonomi?

“Vi è un autonomia buona e lecita, che non deve mancare nel movimento cristiano non dissimile da quella di cui go¬dono certi enti costituiti sotto l’impero della legge, in piena facoltà di muoversi, di loro iniziativa e liberamente entro l’ambito però della legge stessa. All’infuori di quest’autonomia, ogni altra che “scantoni” dalle disposizioni della Chiesa e dalla soggezione ai vescovi é riprovevole e non può dare buon frutto”.

Ripercorreva le dispute sulla democrazia cristiana sorte in paesi quali la Svizzera, la Francia, il Belgio, dove aveva un ca¬rattere e un fine politico, mentre in Italia, salvo eccezionali circostanze, non ne doveva avere.

Tuttavia rilevava l’articolista come era necessario ricono¬scere che alcuni giovani non sempre seppero contenersi e che parecchi corsero troppo spaventati dalla paura del socialismo, era pur doveroso riconoscere che alcuni dirigenti “invece di usare con essi un paterno e caritatevole richiamo li censura¬rono, e quasi li scomunicarono, onde nacquero le diffidenze e le opposizioni, e il campo si divise, con danno non indiffe¬rente per l’azione cattolica”.

Pertanto Leone XIII con l’enciclica Graves de communi (18.1.1901) intervenne per spiegare la differenza tra la de¬mocrazia cristiana e la democrazia sociale dettando per l’azione della prima norme e insegnamenti sicuri.

Non essendo ciò sufficiente Pio X dovette intervenire col motu proprio del 18.12.1903 che doveva essere un codice dei democratici cristiani: “Bastava impararlo a memoria e tra¬durlo in pratica”.

Concludendo vi era l’augurio di lavoro utile e proficuo per i giovani: “Proseguano dunque i giovani con animo lieto ad attuare il loro programma di restaurazione d’ogni cosa in Cristo; volgano specialmente le loro cure alla scuola, che ha tanto bisogno di essere cristianizzata; e l’azione loro sia so¬prattutto concorde, pronta, ed ossequente non solo agli or¬dini, ma anche ai desideri e agli ammonimenti che vengano dall’alto”.

Successivamente “L’Armonia” informò i suoi lettori sulle varie vittorie che il partito conservatore aveva ottenuto nei vari collegi d’Italia.

“Bologna insegna” , “insegna a noi la via da seguire nelle lotte amministrative per giungere alla vittoria”, in rife¬rimento alla sconfitta dei socialisti ed i loro alleati a Bologna. Prima ancora era stata la volta di Genova e di Reggio. Si evi¬denziava l’opera che i democratici avevano svolto: “l’elezione di domenica ha provato luminosamente che i democratici cristiani di Bologna sono invece – si pensava che i democra¬tici facenti capo all’Avvenire avessero rapporti coi partiti estremi -, gli amici più fidi, i collaboratori più generosi e pronti dei conservatori e di tutti coloro che nutrono fede re¬ligiosa e amore di patria; sono i nemici più dichiarati dei socialisti, ai quali a tempo e a luogo ne sanno dare di cotte e di crude.”

Sempre nel gennaio del 1905 si citò l’intervento dell’on. Cornaggia deputato milanese, direttore de” La Lega Lombarda”.

Intervento ben accetto che censurava il progetto di legge del ministro Ronchetti sulle Decime, lesivo per i parroci e per le parrocchie.

Oramai i cattolici erano scesi in campo alcuni disordina¬tamente, altri meglio disciplinati col fine principale di fer¬mare il socialismo rivoluzionario sempre più avanzante.

Nei primi di febbraio del 1905 “L’Armonia Sarda” pub¬blicava “Metodi e programmi” col quale, dando il posto ad un articolo sulla democrazia cristiana apparso nell’organo ufficiale del gruppo “la patria” di Ancona, esponeva un “vero programma del partito”.

Il fine di questo era secondo il foglio cattolico sassarese di “bandire tutte quelle divergenze di metodo, destinate a para¬lizzare le buone iniziative e la vera azione nel campo nostro per il benessere del popolo e per l’incremento della fede: per la restaurazione della società in Gesù Cristo.”

Si esortavano i lettori a rivolgersi agli ordinari diocesani per capire o farsi spiegare qualche dubbio sorto o non capito riguardo alle encicliche pontificie.

Seguiva poi la pubblicazione dell’articolo.

In linea generale possiamo notare un atteggiamento un tantino risentito nei confronti della gerarchia per lo sciogli¬mento dell’Opera dei Congressi, i democratici cristiani ri¬prendevano il loro programma anche nei riguardi di un’azione politica tracciata su l’enciclica “Rerum Novarum” di Leone XIII e si accingevano a formare un partito politico nazionale come altri che si accinsero a formare un’unione nazionale degli elettori cattolici amministrativi. Ovviamente, continuava l’articolista, l’una completava l’altra con la diffe¬renza che l’unione elettorale serbando ai soci l’appellativo di cattolici, poteva coinvolgere nella sua azione il Papa e la Chiesa, mentre il partito democratico cristiano “autonomo” si proponeva di attuare gli intendimenti di Pio X.

Considerandosi autonomi i democratici cristiani intende¬vano rendere un servizio alla chiesa e alla religione. Ma, pro¬seguiva l’articolista, “L’Avanti” annunzia che si lavora alla formazione di un centro clerico monarchico conservatore, e la “Civiltà Cattolica” propugnava la formazione di un centro sociale nel quale fossero eliminati gli estremi di destra e di sinistra, per “diffondere l’ordine cristiano sul terreno sociale contro le dottrine e le tendenze sovversive del socialismo”.

Lo sdegno era grande, poiché i democratici cristiani ave¬vano anche l’obiettivo di restaurare l’ordine sociale cristiano.

Gli inviti all’azione furono frequenti. Dinnanzi all’intervento del Pontefice riguardo all’azione dei democra¬tici cristiani, del 1° marzo 1905 col quale, con una lettera al cardinale Svampa, il Santo Padre disapprovava in pieno l’azione dei democratici cristiani autonomi, é significativo l’articolo di A. Apeddu “Controvapore!” .

Premettiamo che Pio X appena informato del futuro con¬gresso per il 26-27 marzo di Bologna, aveva minacciato pene canoniche ai sacerdoti che vi avessero partecipato.

Così commentava “l’Armonia Sarda”: “Il documento pon¬tificio sembra avere tolto ogni speranza ai giovani democra¬tici cristiani, ma non è così. Il pontefice intendeva semplice¬mente perfezionare la grande azione sociale dei cattolici ini¬ziata dal Leone XIII.

“Ma la corsa dei più animosi era troppo precipitosa, anzi vertiginosa, sfrenata e minacciava di portare alla rovina, alla ribellione e all’anarchia, spingendo il congegno recen¬temente costrutto di molti democristiani, sopra una via peri¬colosa e senza guide”.

“E noi faremo sosta, all’autorevole Alt! Ci guarderemo introno per orientarci meglio e poi riprenderemo il cammino più cauti, più subordinati, più compatti, sotto la guida dei vescovi i quali devono essere …, l’unità congregante, la pa¬rola insegnante, il centro della gerarchia inferiore”.

Pertanto concludeva nel dire che la democrazia cristiana autonoma: “deve picchiarsi il petto dicendo mea culpa e deve formare il proposito di scansare nel futuro le imprudenze del passato “.

Dopo questa lettera del Pontefice in campo nazionale tutte le iniziative autonome dei cattolici venivano a trovarsi in seria difficoltà.

I promotori dell’Unione Nazionale ritennero opportuno (riunione del 26-27 marzo 1905) non dare più corso all’iniziativa e costituire in ogni comune, delle associazioni locali per poi procedere in futuro ad una federazione nazionale.

Il pontefice si proponeva di dare una nuova ed efficace impostazione all’azione cattolica e per questo preparò l’enciclica dell’11 giugno 1905 “Il fermo proposito” nella quale aveva di mira la costituzione di tre grandi associazioni a scopo:

a) economico; b) sociale; c) amministrativo politico.

“L’Armonia Sarda” il 23 giugno del 1905 pubblicava un articolo “L’azione cattolica in Italia” col quale si informa¬vano i lettori che da quel giorno avrebbero pubblicato in di¬verse puntate il testo del “sapientissimo documento” che sa¬rebbe dovuto servire da norma e da guida all’azione dei cat¬tolici.

L’impressione, dopo la lettura dell’enciclica, del foglio sas¬sarese è questa: “essa chiude un penoso periodo d’incertezze fiaccanti e instaura pei cattolici italiani una ripresa vigorosa e sicura dell’azione civile e sociale, nella pienezza della sua effusione in tutti i campi più fecondi, compreso quello poli¬tico.

Noi che abbiamo fin dapprincipio seguito con salda fi¬ducia, anche precorrendo i fatti, questo orientamento e ab¬biamo per esso atteso l’alta sanzione del pontefice senza mai perderci d’animo né smarrire la via di fronte alle erronee conclusione altrui, non possiamo accogliere queste anguste istruzioni che con un senso di schietta soddisfazione e di profonda riconoscenza al sommo Pastore che, continuando l’opera gloriosa di Leone XIII, ci schiude innanzi espansioni nuove e gagliarde anche sul terreno della vita pubblica na¬zionale, e presta al laicato cattolico d’Italia un attestato pubblico di fiducia preziosa con un aumento di nobili re¬sponsabilità, nel passaggio dal regime dell’autorità a quello di maggiore libertà. Dopo questa enciclica ogni esitanza va troncata, ogni dubbiezza deve scomparire: prepariamoci con vigore e valore ai destini nuovi che la Chiesa ci addita nella storia, pel bene delle anime, il risorgimento anche materiale del popolo, la prosperità del nostro paese!”.

Seguiva poi l’inizio del testo, nell’articolo successivo si rendeva nota ai lettori la designazione dell’avv. Paolo Pericoli, del conte Medolago Albani e del prof. Toniolo per studiare e predisporre i modi pratici con cui attuare le disposizioni contenute nell’enciclica.

Successivamente ed esattamente il 14 luglio dello stesso anno “L’Armonia Sarda” pubblicava il commento dell’Enciclica apparso sulla “Civiltà Cattolica”, “La parola del Papa. Nuovo ordinamento dell’azione cattolica in Italia”, probabilmente scritto da P. Pavissich.

Si aggiungeva inoltre che la adunanza dei fiduciari con¬vocata dal triunvirato Toniolo-Medolago-Pericoli a Firenze si sarebbe stata svolta entro quel mese, per riprendere poi il la¬voro.

Dopo le disposizioni pontificie si temeva che quel docu¬mento non fosse studiato seriamente da tutti i cattolici italiani perché l’importanza stava nel fatto che con quell’atto il pon¬tefice apriva la via più sicura ai cattolici italiani per concen¬trare le loro forze nell’unità del lavoro sociale.

Era impossibile che si attuasse il desiderio di parecchi cattolici e che la Santa Sede lasciasse piena libertà d’azione alle varie tendenze, per evitare inconvenienti derivati da pro¬babili discordie. Tale libertà veniva regolata distribuendo il lavoro in tre campi distinti e con l’adunanza intorno a tre centri indipendenti e coordinati tra loro.

Si specificava poi la designazione di ogni gruppo, il so¬ciale o primo gruppo, l’economico chiamato “centro” era l’unione delle opere ed istituzioni d’indole economica che aveva la promo¬zione la direzione la federazione e la sorveglianza di tutti gli istituti e sodalizi economici e infine il terzo gruppo o centro generale, costituito per la partecipazione dei cattolici alla vita e all’azione politica del paese.

Si chiariva che il Papa manteneva il valore giuridico del non expedit mantenendo in vigore la possibilità di dispense per i casi particolari.

Si raccomandava l’unità e il lavoro concorde.

Successivamente venne riportato per intero dal foglio di Sassari il breve di Pio X entusiasta per l’ascolto e per la grati¬tudine ricevuta dai fedeli

“L’Armonia Sarda” mostrava di essere concorde con le ul¬time direttive papali. Pio X e il suo operato venne più volte difeso, nel corso di questi anni, dagli attacchi socialisti e mas¬soni : “La Chiesa cattolica adattandosi prudentemente alle esigenze dei tempi non rinunciava a ciò che era suo di¬ritto e non consentiva di sanzionare il nuovo atteggiamento con rinunzie o dichiarazioni”.

“Molti cattolici, leggono con indifferenza gli atti del Sommo pontefice, commentava amaramente, li discutono e li interpretano molto limitatamente, dovrebbe pertanto esserci una maggiore umiltà e rettitudine di cuore ” .

Le chiarificazioni e i vari atti che i cattolici ricevettero in Italia furono comunque resi noti anche a Sassari. “L’Armonia Sarda” pubblicò puntualmente ogni cosa, il rinvio del previ¬sto congresso di Firenze, il progetto di costruzione del nuovo edificio che sarebbe dovuto sorgere in Vaticano per uso di abitazione dei familiari che risiedevano nel palazzo aposto¬lico, le chiarificazioni delle varie polemiche sorte tra l’Unione Romana e la Civiltà cattolica e così via, .fino a presentare ai lettori l’accurata descrizione della circolare diramata da Bergamo alle associazioni cattoliche d’Italia firmata da Toniolo Albani e Pericoli .

Seguì attentamente le varie discussioni sorte dopo i tenta¬tivi di riordinamento dell’organizzazione cattolica profes¬sando unità e collaborazione fraterna dinanzi alle profonde divergenze.

“La via del centro sarà la via battuta” e la Sardegna era centrista .

Nell’Armonia Sarda dell’aprile 1906 in “L’organizzazione cattolica” si riscontrava, riportando i dati della relazione che il conte Medolago Albani comunicava al congresso di Firenze (tenuto il 24-25 febbraio 1906), un aumento delle varie as¬sociazioni: “… dimostrazione più eloquente del continuo non interrotto progresso delle associazioni cattoliche in Italia “

“Questa rivista di forze brillante anche se incompleta costituisce per i cattolici militanti d’Italia un titolo di vera benemerenza sociale e insieme uno stimolointenso ad agire per l’allargamento sempre più ampio e fitto di questa grande rete di organizzazione ed assistenza popolare”.

Editoriali:

1904

1 RAMPOLDI RODOLFO Salve Sardegna!

1,1 (17/18 Giugno 1904), p.1

2 ANONIMO La Sardegna e i suoi deputati

1,2 (18/19 Giugno 1904), p.1

3 DOTTOR VAMPA Verso la libertà

1,3 (21/22 Giugno 1904), p.1

4 ANONIMO Intolleranza

1,4 (22/23 Giugno 1904), p.1

5 IL SOVVERSIVO Per le strade comunali

1,5 (23/24 Giugno 1904), p.1

6 EFFEGGI Le Congrue dei parroci

1,6 (24/25 Giugno 1904), p.1

7 ANONIMO In parlamento

1,7 (25/26 Giugno 1904), p.1

8 ANONIMO Contro l’abigeato

1,8 (26/27 Giugno 1904), p.1

9 ANONIMO Un’esempio d’organizzazione

1,9 (27/28 Giugno 1904), p.1

10 ANONIMO Un’esempio d’organizzazione

1,10 (30/01 Giugno 1904), p.1

11 R In casa altrui

1,11 (01/02 Luglio 1904), p.1

12 R. In casa altrui

1,12 (02/03 Luglio 1904), p.1

13 ANONIMO Mestiere magro

1,13 (04/05 Luglio 1904), p.1

14 R. Per il rotto della cuffia

1,14 (05/06 Luglio 1904), p.1

15 ANONIMO In tema di elezioni

1,15 (06/07 Luglio 1904), p.1

16 ANONIMO A proposito d’un congresso

1,16 (07/08 Luglio 1904), p.1

17 ANONIMO Fiato alle trombe

1,17 (08/09 Luglio 1904), p.1

18 ANONIMO Il problema dell’emigrazione

1,18 (09/10 Luglio 1904), p.1

19 ANONIMO Postuma

1,19 (11/12 Luglio 1904), p.1

20 SAINT/CLAIRE Note estere/ L’accordo anglo/russo 1,20 (12/13 Luglio 1904), p.1

21 ANONIMO Considerando

1,21 (13/14 Luglio 1904), p.1

22 ANONIMO Per i trattati di commercio

1,22 (14/15 Luglio 1904), p.1

23 R. RAMPOLDI Paul Kruger

1,23 (15/16 Luglio 1904), p.1

24 ANONIMO Mal comune

1,24 (16/17 Luglio 1904), p.1

25 ANONIMO Per gli aspiranti alle urne politiche

1,25 (18/19 Luglio 1904), p.1

26 ANONIMO Civiltà e delinquenza

1,26 (19/20 Luglio 1904), p.1

27 SAINT/CLAIRE Leone XIII nel campo sociale

1,27 (20/21 Luglio 1904), p.1

28 ANONIMO Note estere/ Un esempio di governo

1,28 (21/22 Luglio 1904), p.1

29 ANONIMO Il programma radicale

1,29 (22/23 Luglio 1904), p.1

30 ANONIMO La voce dell’opinione

1,30 (23/24 Luglio 1904), p.1

31 SAINT/CLAIRE L’incidente anglo/russo

1,31 (25/26 Luglio 1904), p.1

32 DOTTOR VAMPA Chiesa e Francia

1,32 (26/27 Luglio 1904), p.1

33 ANONIMO Nell’attesa di un’amnistia

1,33 (27/28 Luglio 1904), p.1

34 ANONIMO Per un processo

1,34 (28/29 Luglio 1904), p.1

35 VENATOR La legge su la caccia

1,35 (29/30 Luglio 1904), p.1

36 ANONIMO Il problema ferroviario

1,36 (30/31 Luglio 1904), p.1

37 ANONIMO Sulle circoscrizioni elettorali

1,37 (01/02 Agosto 1904), p.1

38 AGI Un’intervista con l’On.Pais /

Lettere Romane

1,38 (02/03 Agosto 1904), p.1

39 ANONIMO Ricordi storici

1,39 (03/04 Agosto 1904), p.1

40 G.IANNELLI TORTORICI Paganeggianti!

1,40 (04/05 Agosto 1904), p. 1

41 ANONIMO Per un commento

1,41 (05/06 Agosto 1904), p.1

42 ANONIMO L’avvenire moscovita

1,42 (06/07 Agosto 1904), p.1

43 ANONIMO Il “Libro bianco”

1,43 (08/09 Agosto 1904), p.1

44 ANONIMO Le convenzioni ferroviarie

1,44 (09/10 Agosto 1904), p.1

45 ANONIMO Alla Minerva

1,45 (10/11 Agosto 1904), p.1

46 ANONIMO Moralità politica

1,46 (11/12 Agosto 1904), p.1

47 ANONIMO F. D. Guerrazzi

1,47 (12/13 Agosto 1904), p.1

48 ANONIMO Per un progetto

1,48 (13/14 Agosto 1904), p.1

49 MILES La ferma biennale

1,49 (16/17 Agosto 1904), p.1

50 ANONIMO Lo scrutinio di lista

1,50 (17/18 Agosto 1904), p.1

51 ANONIMO Il futuro congresso di Roma

1,51 (18/19 Agosto 1904), p.1

52 ANONIMO I servi del ventre

1,52 (19/20 Agosto 1904), p.1

53 ANONIMO Il trattato di commercio con

l’Austria Ungheria

1,53 (20/21 Agosto 1904), p.1

54 ANONIMO Se saran rose…

1,54 (22/23 Agosto 1904), p.1

55 ANONIMO L’agonia

1,55 (23/24 Agosto 1904), p.1

56 ANONIMO Per la libertà

1,56 (24/25 Agosto 1904), p.1

57 ANONIMO Il Congresso d’Amsterdam

1,57 (25/26 Agosto 1904), p.1

58 ANONIMO Illusioni passive

1,58 (26/27 Agosto 1904), p.1

59 MAGISTER Per la scuola

1,59 (27/28 Agosto 1904), p.1

60 F.U.G. Responsabilità e valore

1,60 (29/30 Agosto 1904), p.1

61 ANONIMO Per gli emigranti nell’Argentina

1,61 (30/31 Agosto 1904), p.1

62 ANONIMO A proposito delle trattative commerciali con l’Austria

1,62 (31 Agosto 1°Settembre 1904), p.1

63 F.U.G. Riflettiamo

1,63 (O1/02 Settembre 1904), p.1

64 ANONIMO Per un sequestro

1,64 (02/03 Settembre 1904), p.1

65 Anonimo Il protettorato francese

1,65 (03/04 Settembre 1904), p.1

66 ANONIMO Guerrafondai

1,66 (04/05 Settembre 1904), p.1

67 ANONIMO Homais

1,67 (05/06 Settembre 1904), p.1

68 ANONIMO Sogni sfumati

1,68 (06/07 Settembre 1904), p.1

69 ANONIMO Burocrazia o pigrizia cronica?

1,69 (07/08 Settembre 1904), p.1

70 GUIDO AROCA Lettere romane / Un’intervista

con l’On. Pala

1,70 (09/10 Settembre 1904), p.1

71 R. Le idee dell’On. Pala

1,71 (10/11 Settembre 1904), p.1

72 ANONIMO Le strade comunali nel Consiglio Provinciale

1,72 (12/13 Settembre 1904), p.1

73 ANONIMO L’opera di Mons. Bonomelli

1,73 (13/14 Settembre 1904), p.1

74 ANONIMO A proposito di amnistie

1,74 (14/15 Settembre 1904), p.1

75 ANONIMO Il figlio di Papà

1,75 (15/16 Settembre 1904), p.1

76 ANONIMO Cani e gatti

1,76 (16/17 Settembre 1904), p.1

77 ANONIMO Monito prudente

1,77 (17/18 Settembre 1904), p.1

78 R. Protesta?

1,78 (18/19 Settembre 1904), p.1

79 ANONIMO A proposito dei 508

1,79 (19/20 Settembre 1904), p.1

80 DOTTOR VAMPA Il lieto…evento

1,80 (20/21 Settembre 1904), p.1

81 ANONIMO Sintomi femminili

1,81 (21/22 Settembre 1904), p.1

82 ANONIMO La “Dante Alighieri” e la Massoneria

1,82 (22/23 Settembre 1904), p.1

83 R. RAMPOLDI Zivio Peter!

1,83 (23/24 Settembre 1904), p.1

84 ANONIMO Note estere / Il Presidente Roosevelt

1,84 (24/25 Settembre 1904), p.1

85 ANONIMO Il problema ferroviario

1,85 (26/27 Settembre 1904), p.1

86 R. Per la libertà di stampa

1,86 (27/28 Settembre 1904), p.1

87 ANONIMO La questione dei ferrovieri

1,87 (28/29 Settembre 1904), p.1

88 ANONIMO Scomuniche socialiste

1,88 (29/30 Settembre 1904), p.1

89 ANONIMO Tattica radicale

1,89 (30 Settembre/1°Ottobre 1904), p.1

90 ANONIMO Babele

1,90 (01/02 Ottobre 1904), p.1

91 ANONIMO I Lavoratori della scuola

1,91 (03/04 Ottobre 1904), p.1

92 ANONIMO Constatazioni

1,92 (04/05 Ottobre 1904), p.1

93 ANONIMO Per gli impiegati civili

1,93 (05/06 Ottobre 1904), p.1

94 R. Reclame criminale

1,94 (06/07 Ottobre 1904), p.1

95 ANONIMO Le solite contraddizioni

1,95 (07/08 Ottobre 1904), p.1

96 ANONIMO Il momento

1,96 (08/09 Ottobre 1904), p.1

97 ANONIMO Parliamoci chiaro

1,97 (10/11 Ottobre 1904), p.1

98 ANONIMO Il partito della museruola

1,98 (11/12 Ottobre 1904), p.1

99 ANONIMO Per una piaga sociale

1,99 (12/13 Ottobre 1904), p.1

100 ANONIMO Fra alleate

1,100 (13/14 Ottobre 1904), p.1

101 ANONIMO Lettere Romane

1,101 (14/15 Ottobre 1904), p.1

102 ANONIMO Le elezioni e la scuola

1,102 (15/16 Ottobre 1904), p.1

103 ANONIMO Maternità

1,103 (17/18 Ottobre 1904), p.1

104 ANONIMO Il precursore di Combes

1,104 (18/19 Ottobre 1904), p.1

105 ANONIMO Lo scioglimento della Camera/

Il Decreto

1,105 (19/20 Ottobre 1904), p.1

106 ANONIMO Postuma

1,106 (20/21 Ottobre 1904), p.1

107 R. Minerva locuta est

1,107 (21/22 Ottobre 1904), p.1

108 ANONIMO Utopie

1,108 (22/23 Ottobre 1904), p.1

109 ANONIMO La Lotta elettorale /

Il movimento in Sardegna

1,109 (24/25 Ottobre 1904), p.1

110 ANONIMO La lotta elettorale /

Movimento in Sardegna

1,110 (26/27 Ottobre 1904), p.1

111 ANONIMO L’Unione Nazionale fra elettori cattolici amministrativi

1,111 (27/28 Ottobre 1904), p.1

112 ANONIMO La lotta elettorale / Noi

1,112 (28/29 Ottobre 1904), p.1

113 ANONIMO Il kulturkamph francese

1,113 (29/30 Ottobre 1904), p.1

114 ANONIMO La lotta elettorale / Il discorso dell’On. Sonnino ai suoi elettori

1,114 (31 Ottobre 1°Novembre 1904),p.1

114 ANONIMO La lotta elettorale

1,114 (02/03 Novembre 1904), p.1

116 ANONIMO Da Napoleone a Combes

1,116 (03/04 Novembre 1904), p.1

117 ANONIMO La Lotta elettorale/

Il discorso Carnaggia

1,117 (04/05 Novembre 1904), p.1

118 ANONIMO La lotta elettorale

1,118 (05/06 Novembre 1904), p.1

119 N.d.R. L’atteggiamento dei Democratici Cristiani Autonomi

1,119 (06/07 Novembre 1904), p.1

120 ANONIMO Risultato delle elezioni politiche in Italia/ La vittoria di Giolitti

1,120 (07/08 Novembre 1904), p.1

121 X. L’esercito e la massoneria in Francia

1,122 (08/09 Novembre 1904), p.1

122 TENENTE F.U. GIORDANO Guerra e politica

1,122 (09/10 Novembre 1904), p.1

123 R.D.V. L’irrequietudine sociale

1,123 (10/11 Novembre 1904), p.1

124 NESTORE I monti frumentari e la legge 7 Luglio

1,124 (11/12 Novembre 1904), p.1

125 N. I fatti d’Innsbruch

1,125 (12/13 Novembre 1904), p.1

126 O.C. L’Onorevole Nasi

1,126 (14/15 Novembre 1904), p.1

127 M. Un Congresso che insegna

1,127 (15/16 Novembre 1904), p.1

128 ANONIMO Dopo la lotta

1,128 (16/17 Novembre 1904), p.1

129 U. Della scuola cristiana

1,129 (17/18 Novembre 1904), p.1

130 Y. La massoneria e le elezioni politiche

1,130 (18/19 Novembre 1904), p.1

131 X. Legislazione sociale e movimento operaio

1,131 (19/20 Novembre 1904), p.1

132 ANONIMO Gli uomini politici

1,132 (21/22 Novembre 1904), p.1

133 NESTORE Congresso Nazionale d’Agricoltura in Sardegna

1,133 (22/23 Novembre 1904), p.1

134 LEOPOLDO CARTA La giustizia penale

1,134 (23/24 Novembre 1904), p.1

135 NESTORE Le misure

1,135 (24/25 Novembre 1904), p.1

136 L. Azione cattolica in Sardegna

1,136 (25/26 Novembre 1904), p.1

137 FIDELIS Il nostro popolo

1,137 (27/28 Novembre 1904), p.1

138 FIDILIS Il nostro dovere

1,138 (28/29 Novembre 1904), p.1

139 NESTORE Piccole associazioni mutue

1,139 (29/30 Novembre 1904), p.1

140 ANONIMO La inaugurazione della XXII Legislatura

1,140 (30 Novembre 01 Dicembre 1904), p.1

141 VAMPA La vittoria di Milano nelle lotte

amministrative

1,141 (01/02 Dicembre 1904), p.1

142 ANONIMO I commenti al discorso della Corona

1,142 (02/03 Dicembre 1904), p.1

143 ANONIMO I cattolici alle urne e il giudizio della civiltà cattolica

1,143 (03/04 Dicembre 1904), p.1

144 ANONIMO Il Battesimo del Principe di Piemonte

1,144 (05/06 Dicembre 1904), p.1

145 ANONIMO Ciò che dovrebbe fare la Camera

1,145 (06/07 Dicembre 1904), p.1

146 ANTONIO OLLA Sulla necessità di un parallelo storico/sociale

1,146 (07/08 Dicembre 1904), p.1

147 ANONIMO Verso la luce…

1,147 (09/10 Dicembre 1904), p.1

148 FRAM. Dopo lo sciopero degli studenti

1,148 (10/11 Dicembre 1904), p.1

149 O.C. La questione ferroviaria

1,149 (12/13 Dicembre 1904), p.1

150 LEOPOLDO CARTA Pace!…Pace…!

1,150 (13/14 Dicembre 1904), p.1

151 ANONIMO L’unione delle massonerie

1,151 (14/15 Dicembre 1904), p.1

152 X. L’avvenire

1,152 (15/16 Dicembre 1904), p.1

153 G.DORE La magistratura in Italia

1,153 (16/17 Dicembre 1904), p.1

154 ANONIMO Un fenomeno?

1,154 (17/18 Dicembre 1904), p.1

155 ANONIMO Per la scuola normale di Nuoro

1,155 (19/20 Dicembre 1904), p.1

156 DON RIZZARRO Congressi in Sardegna / La tappa?

1,156 (20/21 Dicembre 1904), p.1

157 ANONIMO Le schiave bianche in Sardegna

1,157 (21/22 Dicembre 1904), p.1

1905

1 GUIDO AROCA Per una notizia dell’Armonia Sarda

2,1 (02/03 Gennaio 1905), p.1

2 NOGI La guerra russo/giapponese /

Un rapporto di Nogi

2,2 (03/04 Gennaio 1905), p.1

3 ACR. Odio e veleno

2,3 (04/05 Gennaio 1905), p.1

4 SAINT/CLAIRE Il momento attuale

2,4 (05/06 Gennaio 1905), p.1

5 ANONIMO Per la successione di Giolitti /

Le velleità degli Zanardelliani

2,5 (07/08 Gennaio 1905), p.1

6 GEREMIA BONOMELLI Un’appello di Mons. Bonomelli in favore degli emigranti.

2,6 (09/10 Gennaio 1905), p.1

7 ANONIMO L’Italia al bivio

2,7 (10/11 Gennaio 1905), p.1

8 ANONIMO Il Congresso delle Camere di Lavoro e della resistenza a Genova

2,8 (11/12 Gennaio 1905), p.1

9 ANONIMO La guerra russo/giapponese

2,9 (12/13 Gennaio 1905), p.1

10 ANONIMO Le onoranze a Francesco Crispi

2,10 (13/14 Gennaio 1905), p.1

11 ANONIMO La guerra russo-giapponese /

La situazione

2,11 (14/15 Gennaio 1905), p.1

12 ANONIMO Epilogo e proemio/

L’elezione politica di Sassari

2,12 (16/17 Gennaio 1905), p.1

13 S.DADDI La nostra condotta

2,13 (17/18 Gennaio 1905), p.1

14 ANONIMO In tema di elezioni

2,14 (18/19 Gennaio 1905), p.1

15 ANONIMO Per prepararci

2,15 (19/20 Gennaio 1905), p.1

16 SANS BRUIT La lupa

2,16 (20/21 Gennaio 1905), p.1

17 GIOVAN ANTONIO MURA Per diradar gli equivoci

2,17 (21/22 Gennaio 1905), p.1

18 ANONIMO Per il movimento democratico autonomo

2,18 (23/24 Gennaio 1905), p.1

19 ANONIMO Per la libertà dell’insegnamento religioso in Italia

2,19 (24/25 Gennaio 1905), p.1

20 ANONIMO Bologna insegna

2,20 (25/26 Gennaio 1905), p.1

21 SANS BRUIT Verso l’ordine

2,21 (26/27 Gennaio 1905), p.1

22 ANONIMO Il debutto dell’On. Cornaggia

2,22 (27/28 Gennaio 1905), p.1

23 ANONIMO Riposo festivo

2,23 (28/29 Gennaio 1905), p.1

24 SEMPER MILES Di chi la colpa?

2,24 (30/31 Gennaio 1905), p.1

25 ANONIMO Cronache delittuose

2,25 (31 Gennaio/1°Febbraio 1905), p.1

26 ANONIMO Riforme scolastiche

2,26 (01/02 Febbraio 1905), p.1

27 ANONIMO Fogazzaro e Max Nordau

2,27 (02/03 Febbraio 1905), p.1

28 ANONIMO Metodi e programmi

2,28 (03/04 Febbraio 1905), p.1

29 ANONIMO A proposito di scioperi

2,29 (04/05 Febbraio 1905), p.1

30 ANONIMO Il “Centro” Tedesco

2,30 (06/07 Febbraio 1905), p.1

31 ANONIMO L’educazione secondo Paolo Orano

2,31 (07/08 Febbraio 1905), p.1

32 ANTONIO CIACCHERI Per l’infanzia abbandonata

2,32 (08/09 Febbraio 1905), p.1

33 CARMINE SORO DELITALA Le opere di Bonifica in Sardegna

2,33 (09/10 Febbraio 1905), p.1

34 ANONIMO Per un istituto internazionale agrario

2,34 (10/11 Febbraio 1905), p.1

35 ANONIMO Sgravi e catasto

2,35 (11/12 Febbraio 1905), p.1

36 F. Scuole Laiche e scuole Cristiane

2,36 (13/14 Febbraio 1905), p.1

37 CARMINE SORO/DELITALA Sempre i provvedimenti per la Sardegna

2,37 (14/15 Febbraio 1905), p.1

38 F. L’ultima trovata di Marianna!

2,38 (15/16 Febbraio 1905), p.1

39 ANONIMO Per l’agricoltura

2,39 (16/17 Febbraio 1905), p.1

40 ANONIMO Chiesa e Stato in Francia

2,40 (17/18 Febbraio 1905), p.1

41 SEMPER MILES L’abate Gayraud e i separatisti

2,41 (18/19 Febbraio 1905), p.1

42 ANONIMO Dopo l’assassinio

2,42 (20/21 Febbraio 1905), p.1

43 ANONIMO Il Vescovo d’Orleans e la situazione della Chiesa in Francia

2,43 (21/22 Febbraio 1905), p.1

44 GIOVANNI ZIROLIA Per un voto di plauso

2,44 (22/23 Febbraio 1905), p.1

45 ANONIMO Per forza

2,45 (23/24 Febbraio 1905), p.1

46 ANONIMO Uno sguardo a Montecitorio

2,46 (24/25 Febbraio 1905), p.1

47 ANONIMO L’ordinamento del Pubblico Ministero

2,47 (25/26 Febbraio 1905), p.1

48 ANONIMO La confessione di un violatore del “non expedit”

2,48 (27/28 Febbraio 1905), p.1

49 ANONIMO Lavoriamo senza tregua

2,49 (28/29 Febbraio 1905), p.1

50 ANONIMO I ferrovieri

2,50 (01/02 Marzo 1905), p.1

51 ANONIMO L’ostruzionismo ferroviario

2,51 (02/03 Marzo 1905), p.1

52 ANONIMO Le parvenze e la realtà del liberalismo

2,52 (03/04 Marzo 1905), p.1

53 ANONIMO Per la pubblica beneficenza

2,53 (04/05 Marzo 1905), p.1

54 ANONIMO Giolitti se ne va

2,54 (06/07 Marzo 1905), p.1

55 ANONIMO In articulo mortis

2,55 (08/09 Marzo 1905), p.1

56 ANONIMO Ancora sulle dimissioni

2,56 (09/10 Marzo 1905), p.1

57 ANONIMO Per il Congresso di Bologna /

La Parola del Papa

2,57 (10/11 Marzo 1905), p.1

58 ANONIMO Massoneria e affarismo

2,58 (11/12 Marzo 1905), p.1

59 ANONIMO La politica religiosa di

Guglielmo II

2,59 (13/14 Marzo 1905), p.1

60 ANONIMO Le tariffe delle secondarie

2,60 (14/15 Marzo 1905), p.1

61 A. APEDDU Controvapore!

2,61 (15/16 Marzo 1905), p.1

62 ANONIMO L’iniziativa sovrana e l’agricoltura

2,62 (16/17 Marzo 1905), p.1

63 ANONIMO Fuori delle Assise di Torino

2,63 (17/18 Marzo 1905), p.1

64 G.L. MULAS/MAMELI Il provvedimento pretesto alle aumentate tariffe ferroviarie

2,64 (18/19 Marzo 1905), p.1

65 L. STURZO Gli sgravi dovuti ai comuni

2,65 (20/21 Marzo 1905), p.1

66 ITALO BALLARINI La vigilanza governativa sulle amministrazioni comunali

2,66 (21/22 Marzo 1905), p.1

67 ITALO BALLARINI La vigilanza governativa sulle amministrazioni comunali

2,67 (22/23 Marzo 1905), p.1

68 ANONIMO La ripresa dei lavori parlamentari / Camera

2,68 (23/24 Marzo 1905), p.1

69 ANONIMO La Battaglia Parlamentare /

La seconda giornata / Camera

2,69 (24/25 Marzo 1905), p.1

70 ANONIMO La Battaglia Parlamentare /

La vittoria del Ministero / Camera

2,70 (25/26 Marzo 1905), p.1

71 ANONIMO Quale dei due?

2,71 (27/28 Marzo 1905), p.1

72 ANONIMO L’ostracismo dell’istruzione religiosa

2,72 (28/29 Marzo 1905), p.1

73 ANONIMO La politica e i cattolici

2,73 (29/30 Marzo 1905), p.1

74 ANONIMO La vittoria di Brescia

2,74 (30/31 Marzo 1905), p.1

75 ANONIMO Il Ministero Fortis

2,75 (31 Marzo / 1 Aprile 1905), p.1

76 ANONIMO Nel ministero dell’istruzione

2,76 (03/04 Aprile 1905), p.1

77 DOTT. N. PELLEGRINI Per la fiera di Ozieri

2,77 (04/05 Aprile 1905), p.1

78 ANONIMO La congrua ai parroci

2,78 (05/06 Aprile 1905), p.1

79 ANONIMO Gli interessi dei ferrovieri e il sistema di esercizio

2,79 (06/07 Aprile 1905), p.1

80 SAINT/CLAIRE Malia e Austria nei Balcani

2,80 (07/08 Aprile 1905), p.1

81 DOTT.N.PELLEGRINI Per la fiera d’Ozieri

2,81 (08/09 Aprile 1905), p.1

82 ANONIMO Il Congresso agrario/l’istituto d’agricoltura

2,82 (10/11 Aprile 1905), p.1

83 ANONIMO Il concordato

2,83 (11/12 Aprile 1905), p.1

84 DOTT. R. PELLEGRINI Per la fiera d’Ozieri

2,84 (12/13 Aprile 1905), p.1

85 L. STURZO Il risveglio dei Comuni italiani

2,85 (13/14 Aprile 1905), p.1

86 N.PELLEGRINI Per la fiera d’Ozieri

2,86 (14/15 Aprile 1905), p.1

87 MICHELE DALZIANI L’egemonia del Pacifico

(SAINT/CLAIRE)

2,87 (15/16 Aprile 1905), p.1

88 ANONIMO Esercizio ferroviario di Stato

2,88 (17/18 Aprile 1905), p.1

89 AVV. G. M. ENEA La questione di diritto

2,89 (18/19 Aprile 1905), p.1

90 DOTT. N. PELLEGRINI Per la fiera d’Ozieri

2,90 (19/20 Aprile 1905), p.1

91 ANONIMO I moti dei contadini di Foggia e il Progetto Ferroviario alla Camera

2,91 (20/21 Aprile 1905), p.1

92 ANONIMO La questione stradale

2,92 (21/22 Aprile 1905), p.1

93 ANONIMO La questione stradale

2,93 (22/23 Aprile 1905), p.1

95 ANONIMO Per le Puglie

2,94 (25/26 Aprile 1905), p.1

96 ANONIMO Il Congresso Agrario

2,96 (26/27 Aprile 1905), p.1

97 SAINTE/CLAIRE La Cenerentola 2,97 (27/28 Aprile 1905), p.1

98 ANONIMO Turati e lo sciopero

2,98 (28/29 Aprile 1905), p.1

99 ANONIMO I cattolici in Germania

2,99 (29/30 Aprile 1905), p.1

100 ANONIMO La decadenza della pesca in Italia

2, 100 (01/02 Maggio 1905), p.1

101 ANONIMO Congresso Agrario Nazionale /

Il discorso del ministro Rava

a Cagliari

2,101 (02/03 Maggio 1905), p.1

102 F. Interessi isolani

2,102 (03/04 Maggio 1905), p.1

103 ANONIMO Cose nostre

2,103 (04/05 Maggio 1905), p.1

104 ANONIMO Il Congresso Nazionale Agrario / Il Ministro Rava a Sassari

2,104 (05/06 Maggio 1905), p.1

105 ANONIMO Il Congresso Nazionale Agrario/La seconda giornata/Alla Scuola agraria

2,105 (06/07 Maggio 1905), p.1

106 ANONIMO Dal balsamo al veleno

2,106 (07/08 Maggio 1905), p.1

107 E.CARBONI/BOI Il nuovo catasto e la sua attivazione

2,107 (08/09 Maggio 1905), p.1

108 ANONIMO Riposo festivo

2,108 (09/10 Maggio 1905), p.1

109 ANONIMO Il monumento a Victor Hugo e il suo significato

2,109 (10/11 Maggio 1905), p.1

110 ANONIMO Una parola amica

2,110 (11/12 Maggio 1905), p.1

111 D.N.PELLEGRINI Una buona iniziativa

2,111 (12/13 Maggio 1905), p.1

112 M.A. L’insegnamento religioso in Sardegna

2,112 (13/14 Maggio 1905), p.1

113 ANONIMO Nel XIV anniversario della “Rerum Novarum” XV Maggio

2,113 (15/16 Maggio 1905), p.1

114 ANONIMO Il fenomeno Nasi

2,114 (16/17 Maggio 1905), p.1

115 ANONIMO Politica e affarismo

2,115 (17/18 Maggio 1905), p.1

116 PROF. ORESTE BORDIGAL’agricoltura in Sardegna

2,116 (18/19 Maggio 1905), p.1

117 CARLO MARIOTTI “Nostalgia” di Grazia Deledda

2,117 (19/20 Maggio 1905), p.1

118 G.D. La pubblica sicurezza in Sardegna

2,118 (20/21 Maggio 1905), p.1

119 ANONIMO Il Congresso delle provincie

2,119 (22/23 Maggio 1905), p.1

120 ANONIMO Echi di Montecitorio/La pubblica istruzione e il Ministro Bianchi

2,120 (23/24 Maggio 1905), p.1

121 ANONIMO Una bella iniziativa pel IV centenario di Colombo

2,121(24/25 Maggio 1905), p.1

122 ANONIMO Per un Congresso

2,122 (25/26 Maggio 1905), p.1

123 ANONIMO Il giubileo d’un giornale

2,123 (26/27 Maggio 1905), p.1

124 ANONIMO A proposito di elezioni amministrative

2,124 (27/28 Maggio 1905), p.1

125 ANONIMO Impariamo dal Belgio

2,125 (29/30 Maggio 1905), p.1

126 ANONIMO Chi può aiutarci

2,126 (30/31 Maggio 1905), p.1

127 ANONIMO Rimboschimento

2,127 (31 Maggio/1 Giugno 1905), p.1

128 ANONIMO La legge del riposo festivo

2,128 (02/03 Giugno 1905), p. 1

129 ANONIMO La pubblica sicurezza in Sardegna

2,129 (03/04 Giugno 1905), p.1

130 ANONIMO La guerra Russo/Giapponese / Dopo la disfatta navale

2,130 (05/06 Giugno 1905), p.1

131 ANONIMO La pubblica sicurezza in Sardegna

2,131 (06/07 Giugno 1905), p.1

132 ANONIMO Le nozze del Kromprinz / Il contratto civile di nozze 2,132 (07/08 Giugno 1905), p.1

133 ANONIMO Un’altro grave colpo all’autonomia dei Comuni

2,133 (08/09 Giugno 1905), p.1

134 ANONIMO Le dimissioni di Delcasse

2,134 (09/10 Giugno 1905), p.1

135 ANONIMO La fine prematura del Congresso radicale

2,135 (10/11 Giugno 1905), p.1

136 ANONIMO La pubblica sicurezza in Sardegna

2,136 (12/13 Giugno 1905), p.1

137 ANONIMO Una rivoluzione pacifica

2,137 (13/14 Giugno 1905), p.1

138 ANONIMO Lo stato giuridico degli insegnanti medii

2,138 (14/15 Giugno 1905), p.1

139 ANONIMO Interessi isolani /

Il nuovo regolamento catastale

2,139 (15/16 Giugno 1905), p.1

140 ANONIMO Le trivialità dell’avanti

2,140 (16/17 Giugno 1905), p.1

141 ANONIMO Comunicato della Curia Arcivescovile

2,141 (17/18 Giugno 1905), p.1

142 ANONIMO Le spese per la Marina discusse alla Camera

2,142 (19/20 Giugno 1905), p.1

143 ANONIMO Per una riforma scolastica

2,143 (20/21 Giugno 1905), p.1

144 ANONIMO Il significato del voto

2,144 (21/22 Giugno 1905), p.1

145 ANONIMO XXII Giugno

2,145 (23/24 Giugno 1905), p.1

146 AVV.SAVERIO FINE Per le opere pie

2,146 (24/25 Giugno 1905), p.1

147 ANONIMO L’Europa in Asia

2,147 (26/27 Giugno 1905), p.1

148 ANONIMO Per la pubblica moralità

2,148 (27/28 Giugno 1905), p.1

149 ANONIMO I fallimenti e la legge del perdono

2,149 (28/29 Giugno 1905), p.1

150 ANONIMO L’Italia e la conferenza marocchina 2,150 (30 Giugno / 01 Luglio 1905), p.1

151 ANONIMO La voce serena di un radicale

2,151 (01/02 Luglio 1905), p.1

152 ANONIMO La rivoluzione in Russia

2,152 (03/04 Luglio 1905), p.1

153 ANONIMO La rivoluzione in Russia

2,153 (04/05 Luglio 1905), p.1

154 ANONIMO Ancora le spese per l’esercito

2,154 (05/06 Luglio 1905), p.1

155 ANONIMO Il responso dell’urna

2,155 (06/07 Luglio 1905), p.1

156 ANONIMO La nuova legge sul dazio consumo

2,156 (07/08 Luglio 1905), p.1

157 ANONIMO Prima e dopo la separazione

2,157 (08/09 Luglio 1905), p.1

158 ANONIMO Per le case popolari

2,158 (10/11 Luglio 1905), p.1

159 ANONIMO Nobili esempi

2,159 (11/12 Luglio 1905), p.1

160 ANONIMO Autocrazia costituzionale

2,159 (12/13 Luglio 1905), p.1

162 M.G.B. Per l’unione e per l’azione

2,162 (14/15 Luglio 1905), p.1

163 ANONIMO Il Controllo Parlamentare

2,163 (15/16 Luglio 1905), p.1

164 PAPIUNCULUS Esprit nouveau

2,164 (17/18 Luglio 1905), p.1

165 ANONIMO Il Centro germanico

2,165 (18/19 Luglio 1905), p.1

166 ANONIMO Il movimento dei prefetti

2,166 (19/20 Luglio 1905), p.1

167 G.L.MULAS/MAMELI Come ci si tratta!

2,167 (20/21 Luglio 1905), p.1

168 ANONIMO Il Ministero e le convenzioni ferroviarie

2,168 (21/22 Luglio 1905), p.1

169 ANONIMO Il Papa e l’Italia / Un notevole articolo del “Times”

2,169 (22/23 Luglio 1905), p.1

170 ANONIMO Una provvida legge economica

2,170 (24/25 Luglio 1905), p.1

171 ERNESTO CUBEDDU Il risveglio in Sardegna

2,171 (25/26 Luglio 1905), p.1

172 ANONIMO Alla vigilia

2,172 (26/27 Luglio 1905), p.1

173 ANONIMO I locali scolastici in Sardegna

2,173 (27/28 Luglio 1905), p.1

174 ANONIMO Il Convegno di Firenze

2,174 (28/29 Luglio 1905), p.1

175 NICOLO’ REZZARA Terni insegni

2,175 (29/30 Luglio 1905), p.1

176 ANONIMO Le elezioni amministrative / Considerazioni

2,176 (31 Luglio- 01 Agosto 1905), p.1

177 ANONIMO Democrazia

2,177 (01/02 Agosto 1905), p.1

178 ANONIMO Gli stabilimenti di pena

2,178 (02/03 Agosto 1905), p.1

179 ANONIMO Per il rinnovamento dell’azione cattolica

2,179 (03/04 Agosto 1905), p.1

180 ANONIMO Argomento vitale

2,180 (04/05 Agosto 1905), p.1

181 ANONIMO Propagandisti e popolo

2,181 (05/06 Agosto 1905), p.1

182 ANONIMO I partiti

2,182 (07/08 Agosto 1905), p.1

182 ANONIMO Note vaticane

2,182 (08/09 Agosto 1905), p.1

184 ANONIMO Un esempio da imitarsi

2,184 (09/10 Agosto 1905), p.1

185 PIO PP.X. Importantissimo Breve Pontificio sull’azione cattolica

2,185 (10/11 Agosto 1905), p.1

186 ANONIMO Emigrazione

2,186 (11/12 Agosto 1905), p.1

187 ANONIMO Intorno a una lettera del Papa

2,187 (12/13 Agosto 1905), p.1

189 ANONIMO Il voto alle donne

2,189 (14/15 Agosto 1905), p.1

190 ANONIMO Dopo la condanna Murri e complici

2,190 (16/17 Agosto 1905), p.1

191 IL VICE A proposito di un’imboscata fallita al PRESIDENTE Consiglio Provinciale

“ANTONIO MARTINEZ” 2,191 (17/18 Agosto 1905), p.1

192 ANONIMO Note vaticane

2,192 (18/19 Agosto 1905), p.1

193 ANONIMO Il momento politico

2,193 (19/20 Agosto 1905), p.1

194 ANONIMO Italia ricca è la Sardegna

2,194 (21/22 Agosto 1905), p.1

195 ANONIMO Per il Porto di Torres

2,195 (22/23 Agosto 1905), p.1

196 ANONIMO Campi abbandonati

2,196 (23/24 Agosto 1905), p.1

197 ANONIMO Dopo la strage di Grammichele

2,197 (24/25 Agosto 1905), p.1

198 ANONIMO Il commercio del bestiame

2,198 (25/26 Agosto 1905), p.1

199 ANONIMO Come si prepara la rivoluzione

2,199 (26/27 Agosto 1905), p.1

200 ANONIMO La riforma tributaria

2,200 (28/29 Agosto 1905), p.1

201 ANONIMO Lettera romana

2,201 (29/30 Agosto 1905), p.1

202 ANONIMO I comizi dopo Grammichele

2,202 (30/31 Agosto 1905), p.1

203 ANONIMO Le camere di lavoro

2,203 (31 Agosto 01 Settembre 1905), p.1

204 ANONIMO Una voce non sospetta

2,204 (01/02 Settembre 1905), p.1

205 ANONIMO Altro che unificazione

2,205 (02/03 Settembre 1905), p.1

206 ANONIMO Educhiamo il popolo

2,206 (04/05 Settembre 1905), p.1

207 ANONIMO Lo sgravio delle imposte sui terreni filosserati

2,207 (05/06 Settembre 1905), p.1

208 ANONIMO Marca da vendere

2,208 (06/07 Settembre 1905), p.1

209 ANONIMO I cattolici di Germania e la loro importanza politica

2,209 (07/08 Settembre 1905), p.1

210 ANONIMO Riforme non proteste

2,210 (09/10 Settembre 1905), p.1

211 UGO BOSELLA V Congresso Magistrale Nazionale a Cagliari

2,211 (10/11 Settembre 1905), p.1

212 ANONIMO Gli scandali dei “laici” per i furti nel Vaticano

2,212 (11/12 Settembre 1905), p.1

213 ANONIMO Esercito disorganizzato

2,213 (12/13 Settembre 1905), p.1

214 ANONIMO Il Socialismo

2,214 (13/14 Settembre 1905), p.1

215 ANONIMO Echi del Congresso di Strasburgo

2,215 (14/15 Settembre 1905), p.1

216 ANONIMO Lo Stato e la scuola primaria

2,216 (15/16 Settembre 1905), p.1

217 ANONIMO Gli avvenimenti del Giappone

2,217 (16/17 Settembre 1905), p.1

218 ANONIMO La beneficenza

2,218 (18/19 Settembre 1905), p.1

219 ANONIMO Croce e spada

2,219 (19/20 Settembre 1905), p.1

220 ANONIMO Il commercio del bestiame

2,220 (20/21 Settembre 1905), p.1

221 ANONIMO Fortis / Sonnino

2,221 (21/22 Settembre 1905), p.1

222 ANONIMO Nel Consiglio Provinciale / Il caos non è la luce

2,222 (22/23 Settembre 1905), p.1

223 ANONIMO Dopo il XXXV anniversario della Breccia

2,223 (23/24 Settembre 1905), p.1

224 ANONIMO Istruzione pubblica

2,224 (25/26 Settembre 1905), p.1

225 ANONIMO Offerte per la Calabria e politica estera

2,225 (26/27 Settembre 1905), p.1

226 ANONIMO I piccoli comuni

2,226 (27/28 Settembre 1905), p.1

227 ANONIMO Libertà per tutti

2,227 (28/29 Settembre 1905), p.1

228 ANONIMO Il cattolicismo in Russia

2,228 (29/30 Settembre 1905), p.1

229 ANONIMO I cattolici nella vita moderna

2,229 (30 Settembre/01 Ottobre 1905), p.1

230 G.J. Avvenimenti politici

2,230 (02/03 Ottobre 1905), p.1

231 ANONIMO Per le leggi locali

2,231 (03/04 Ottobre 1905), p.1

232 ANONIMO La nuova organizzazione dell’azione cattolica italiana

2,232 (04/05 Ottobre 1905), p.1

233 ANONIMO L’eterno problema

2,233 (05/06 Ottobre 1905), p.1

234 ANONIMO Soccorsi e burocrazia

2,234 (06/07 Ottobre 1905), p.1

235 ANONIMO Le scuole elementari

2,235 (07/08 Ottobre 1905), p.1

236 ANONIMO Nobile iniziativa

2,236 (09/10 Ottobre 1905), p.1

237 AVV. SAVERIO FINO Il Clero e la conversazione della rendita 2,237 (10/11 Ottobre 1905), p.1

238 ANONIMO La morte dell’Arcivescovo Monsignor Don Diego Marongio

2,238 (11/12 Ottobre 1905), p.1

239 ANONIMO Ei fu!…

2,239 (12/13 Ottobre 1905), p.1

240 A.R. In memoriam

2,240 (13/14 Ottobre 1905), p.1

241 ANONIMO Il conflitto Fortis / Bianchi

2,241 (14/15 Ottobre 1905), p.1

242 ANONIMO L’antipatriottismo nelle scuole laiche in Francia

2,242 (16/17 Ottobre 1905), p.1

243 ANONIMO Orientamento socialista

2,243 (17/18 Ottobre 1905), p.1

244 ANONIMO Casa operaia

2,244 (18/19 Ottobre 1905), p.1

245 ANONIMO L’antimilitarismo in Francia / L’esempio dell’alto 2,245

(19/20 Ottobre 1905), p.1

246 ANONIMO La quercia sughero

2,246 (20/21 Ottobre 1905), p.1

247 ANONIMO Ipocrisia democratica

2,247 (21/22 Ottobre 1905), p.1

248 ANONIMO La missione moderna del Clero

2,248 (23/24 Ottobre 1905), p.1

249 ANONIMO La massoneria e l’antimilitarismo

2,249 (24/25 Ottobre 1905), p.1

250 ANONIMO Ministri in giro

2,250 (25/26 Ottobre 1905), p.1

251 ANONIMO Come si intende la libertà

2,251 (26/27 Ottobre 1905), p.1

252 ANONIMO Timori e speranze del Ministero

2,252 (27/28 Ottobre 1905), p.1

253 F.L. Falsi e veri amici del popolo

2,253 (28/29 Ottobre 1905), p.1

254 ANONIMO La riforma tributaria

2,254 (30/31 Ottobre 1905), p.1

255 ANONIMO Cose isolane

2,255 (31 Ottobre/1 Novembre 1905), p.1

256 ANONIMO Azione cattolica

2,256 (01/02 Novembre 1905), p.1

257 ANONIMO L’analfabetismo in Italia

2,257 (02/03 Novembre 1905), p.1

258 ANONIMO Cattolici e conservatori

2,258 (03/04 Novembre 1905), p.1

259 ANONIMO Per l’agricoltura

2,259 (04/05 Novembre 1905), p.1

260 UN GIOVANE LIBERALE

La parola ai “giovani liberali”

2,260 (06/07 Novembre 1905), p.1

261 ANONIMO Grande istituto agrario

2,261 (07/08 Novembre 1905), p.1

262 ANONIMO Le case del popolo

2,262 (08/09 Novembre 1905), p.1

263 ALMA Tristi riflessioni

2,263 (09/10 Novembre 1905), p.1

264 ANONIMO Verità scottanti

2,264 (10/11 Novembre 1905), p.1

265 ANONIMO Nel nostro campo / Nè destra nè sinistra

2,265 (11/12 Novembre 1905), p.1

266 ANONIMO I Comuni e la questione sociale

2,266 (13/14 Novembre 1905), p.1

267 AVV. SAVERIO FINO Per una causa di giustizia

2,267 (14/15 Novembre 1905), p.1

268 ANONIMO Se Fortis passasse in Sardegna..

2,268 (15/16 Novembre 1905), p.1

269 ANONIMO Municipi e Stato

2,269 (16/17 Novembre 1905), p.1

270 ANONIMO In memoria di Mons. Don Diego Marongio Del Rio / Dopo un mese

2,270 (17/18 Novembre 1905), p.1

271 ANONIMO Per Monsignor Cabras / In memoria

2,271 (18/19 Novembre 1905), p.1

272 ANONIMO L’On. Fortis a Napoli / Il banchetto Discorsi /

Fortis e il suo discorso

2,272 (20/21 Novembre 1905), p.1

273 ANONIMO Lavori intellettuali e socialismo

2,273 (21/22 Novembre 1905), p.1

274 OSSERVATORE L’assalto della Massoneria

2,274 (22/23 Novembre 1905), p.1

275 ANONIMO Lettera parlametare

2,275 (23/24 Novembre 1905), p.1

276 ANONIMO I Comuni Sardi e la municipalizzazione

2,276 (24/25 Novembre 1905), p.1

277 ANONIMO Sempre la riforma tributaria

2,277 (25/26 Novembre 1905), p.1

278 ANONIMO Per l’industria del bestiame

2,278 (27/28 Novembre 1905), p.1

279 ANONIMO I cattolici e il giornale

2,279 (28/29 Novembre 1905), p.1

280 ANONIMO Per la nostra causa

2,280 (29/30 Novembre 1905), p.1

281 ANONIMO Che cosa può la stampa

2,281 (30 Novembre/01 Dicembre 1905), p.1

282 ANONIMO La questione degli olii

2,282 (01/02 Dicembre 1905), p.1

283 ANONIMO Dopo l’apertura della Camera

2,283 (02/03 Dicembre 1905), p.1

284 ANONIMO La nuova agitazione per il suffragio universale

2,284 (04/05 Dicembre 1905), p.1

285 I. Analfabetismo passato e presente

2,285 (05/06 Dicembre 1905), p.1

286 ANONIMO Operaio e Comune

2,286 (06/07 Dicembre 1905), p.1

287 ANONIMO Per l’istruzione

2,287 (07/08 Dicembre 1905), p.1

288 ANONIMO La Sardegna ed il progetto per le Calabrie

2,288 (09/10 Dicembre 1905), p.1

289 RUDELLO Un poeta, uno scultore, una regina

2,289 (10/11 Dicembre 1905), p.1

290 ANONIMO In attesa

2,290 (11/12 Dicembre 1905), p.1

291 ANONIMO La verità si nasconde

2,291 (12/13 Dicembre 1905), p.1

292 ANONIMO Fortis ed il prossimo voto

2,292 (13/14 Dicembre 1905), p.1

293 ANONIMO Il “modus vivendi” alla Camera 2,293 (14/15 Dicembre 1905), p.1

294 ANONIMO Le associazioni agricole

2,294 (15/16 Dicembre 1905), p.1

295 ANONIMO Il “modus vivendi” e la Sardegna

2,295 (16/17 Dicembre 1905), p.1

296 ANONIMO Il Porto di Torres

2,296 (18/19 Dicembre 1905), p.1

297 ANONIMO La lealtà dei socialisti

2,297 (19/20 Dicembre 1905), p.1

298 ANONIMO Le organizzazioni

2, 298 (20/21 Dicembre 1905), p.1

299 X.Y. Il culto laico in Francia

2,299 (21/22 Dicembre 1905), p.1

300 ANONIMO Ambiziosi ed inetti

2,300 (22/23 Dicembre 1905), p.1

301 ANONIMO Gli agitatori

2,301 (23/24 Dicembre 1905), p.1

302 ANONIMO La Polonia e la Francia / Un prossimo documento Pontificio

2,302 (24/25 Dicembre 1905), p.1

303 ANONIMO Francia e Germania

2,303 (26/27 Dicembre 1905), p.1

304 ANONIMO Il Nuovo Ministero

2,304 (27/28 Dicembre 1905), p.1

305 ANONIMO Il Nuovo Ministero / Commenti e polemiche

2,305 (28/29 Dicembre 1905), p.1

306 ANONIMO Il rinnovarsi dei partiti

2,306 (29/30 Dicembre 1905), p.1

307 ANONIMO La radice del male

2,307 (29/30 Dicembre 1905), p.1

1906

1 ANONIMO Nel solenne ingresso/S.E. Monsignor E. Parodi /

Arcivescovo Turritano /

31 Dicembre 1905

3,1 (01/02 Gennaio 1906), p.1

2 APE Mistificazioni settarie

3,2 (02/03 Gennaio 1906), p.1

3 ANONIMO Il suffragio universale

3,3 (03/04 Gennaio 1906), p.1

4 ANONIMO A proposito del Libro Bianco

3,4 (04/05 Gennaio 1906), p.1

5 ANONIMO Risveglio agricolo

3,5 (05/06 Gennaio 1906), p.1

6 ANONIMO Sempre in decadenza

3,6 (07/08 Gennaio 1906), p.1

7 ANONIMO Incremento industriale

3,7 (08/09 Gennaaio1906), p.1

8 SAVERIO FINO Per i capitoli cattedrali d’Italia

3,8 (09/10 Gennaio 1906), p.1

9 ANONIMO Si darà battaglia?

3,9 (10/11 Gennaio 1906), p.1

10 ANONIMO Ai lettori

3,10 (11/12 Gennaio 1906), p.1

11 ANONIMO La circolare massonica

3,11 (12/13 Gennaio 1906), p.1

12 ANONIMO Perchè muoiono i giornali cattolici

3,12 (13/14 Gennaio 1906), p.1

13 ANONIMO Morale laica

3,13 (15/16 Gennaio 1906), p.1

14 ANONIMO L'”avanti” e la massoneria

3,14 (16/17 Gennaio 1906), p.1

15 ANONIMO Istruzione moderna

3,15 (17/18 Gennaio 1906), p.1

16 ANONIMO Istruzione moderna

3,16 (18/19 Gennaio 1906), p.1

17 ANONIMO Il ministero

3,17 (19/20 Gennaio 1906), p.1

18 ANONIMO Confronti inutili

3,18 (20/21 Gennaio 1906), p.1

19 ANONIMO La coscienza dei giornalisti

3,19 (22/23 Gennaio 1906), p.1

20 ANONIMO La piccola proprietà

3,20 (23/24 Gennaio 1906), p.1

21 ANONIMO La vita moderna degli italiani

3,21 (24/25 Gennaio 1906), p.1

22 ANONIMO Cattolicismo politico

3,22 (25/26 Gennaio 1906), p.1

23 ANONIMO Dalla teoria alla pratica

3,23 (26/27 Gennaio 1906), p.1

24 ANONIMO Il caro dei viveri

3,24 (27/28 Gennaio 1906), p.1

25 ANONIMO Polemica e partiti

3,25 (29/30 Gennaio 1906), p.1

26 ERVER Separazione ed exequator

3,26 (30/31 Gennaio 1906), p.1

27 ANONIMO Le elezioni di Torino e la Massoneria

3,27 (31 Gennaio/1 Febbraio 1906), p.1

28 ANONIMO Le elezioni di Torino

3,28 (01/02 Febbraio 1906), p.1

29 ANONIMO I cattolici e la stampa

3,29 (02/03 Febbraio 1906), p.1

30 A.Q. Il Card. Cavagnis e la Massoneria

3,30 (03/04 Febbraio 1906), p.1

31 ANONIMO In gestazione

3,31 (05/06 Febbraio 1906), p.1

32 APE Per l’insegnamento religioso

3,32 (06/07 Febbraio 1906), p.1

33 APE Il monumento di campo di fiori contro Montecitorio

3,33 (07/08 Febbraio 1906), p.1

34 ANONIMO Ospedali laicizzati

3,34 (08/09 Febbraio 1906), p.1

35 ANONIMO I Missionari cattolici

3,35 (09/10 Febbraio 1906), p.1

36 Z. L’apostolato per mezzo della stampa

3,36 (10/11 Febbraio 1906), p.1

37 ANONIMO L’insegnamento e Victor Hugo

3,37 (12/13 Febbraio 1906), p.1

38 ANONIMO Il Ministero Sonnino

3,38 (13/14 Febbraio 1906), p.1

39 ANONIMO Collettivismo

3,39 (14/15 Febbraio 1906), p.1

40 ANONIMO Il nuovo Ministero ed i giornali cattolici

3,40 (15/16 Febbraio 1906), p.1

41 ANONIMO La politica francese nella questione del Marocco

3,41 (16/17 Febbraio 1906), p.1

42 ANONIMO Punti esclamativi ed interrogativi

3,42 (17/18 Febbraio 1906), p.1

43 ANONIMO Le conquiste dei cattolici

3,43 (19/20 Febbraio 1906), p.1

44 ANONIMO L’Enciclica sulle cose di Francia

3,44 (20/21 Febbraio 1906), p.1

45 X. Sullo Stato attuale degli studi di Diritto Ecclesiastico in Italia

3,45 (21/22 Febbraio 1906), p.1

46 APE La retorica di Rastigna

3,46 (22/23 Febbraio 1906), p.1

47 X. La scuola allo Stato

3,47 (23/24 Febbraio 1906), p.1

48 ANONIMO Il Cristianesimo e i tempi moderni

3,48 (24/25 Febbraio 1906), p.1

50 ANONIMO La situazione

3,50 (28 Febbraio/01 Marzo 1906), p.1

51 ANONIMO Decadenza

3,51 (01/02 Marzo 1906), p.1

52 AVV. SAVERIO FINO Per la difesa delle confraternite

3,52 (02/03 Marzo 1906), p.1

53 ANONIMO Corruzione

3,53 (03/04 Marzo 1906), p.1

54 ANONIMO In attesa

3,54 (04/05 Marzo 1906), p.1

55 ANONIMO Le loggie e la politica

3,55 (05/06 Marzo 1906), p.1

56 ANONIMO La lotta contro gli inventari

3,56 (06/07 Marzo 1906), p.1

57 ANONIMO Senza equivoci

3,57 (07/08 Marzo 1906), p.1

58 ANONIMO Il governo ed il Senato

3,58 (08/09 Marzo 1906), p.1

59 ANONIMO Alla Camera dei deputati/Le dichiarazioni del Governo/ Il Programma

3,59 (09/10 Marzo 1906), p.1

60 ANONIMO La discussione sulle dichiarazioni del Governo

3,60 (10/11 Marzo 1906), p.1

61 ANONIMO Sulle dichiarazioni del Governo/La chiu¬sura della discussione

3,61 (12/13 Marzo 1906), p.1

62 ANONIMO Una buona iniziativa

3,62 (13/14 Marzo 1906), p.1

63 ANONIMO Il programma dell’On. Sonnino e la Sardegna

3,63 (14/15 Marzo 1906), p.1

64 MILES Le riforme militari

3,64 (15/16 Marzo 1906), p.1

65 ANONIMO Il I Congresso giuridico cattolico

3,65 (16/17 Marzo 1906), p.1

66 ANONIMO I Socialisti e l’On. Ferri

3,66 (17/18 Marzo 1906), p.1

67 ANONIMO Le scuole elementari allo Stato 3,67 (19/20 Marzo 1906), p.1

68 G. DALLA TORRE La persecuzione religiosa in Francia/Dalla teoria alla pratica

3,68 (20/21 Marzo 1906), p.1

69 F.Q. La scienza materialista e il ritorno alla barbaria

3,69 (21/22 Marzo 1906), p.1

70 ANONIMO Il Ministero e la Camera

3,70 (22/23 Marzo 1906), p.1

71 ANONIMO L’agricoltura ufficiale alla prossima Esposizione di Milano

3,71 (23/24 Marzo 1906), p.1

72 ANONIMO La Consacrazione del vescovo di Bosa Monsignor Vinati

3,72 (24/25 Marzo 1906), p.1

72 ANONIMO La Lega antimilitarista

3,72 (24/25 Marzo 1906), p.1

74 ANONIMO Il “modus vivendi” della Società Moderna

3,74 (26/27 Marzo 1906), p.1

75 ANONIMO Camera deserta

3,75 (27/28 Marzo 1906), p.1

76 ANONIMO Educazione delle masse

3,76 (28/29 Marzo 1906), p.1

77 FR.VISTALLI Intorno a un recente libro di S.E. Card. Cavagnis

3,77 (29/30 Marzo 1906), p.1

78 X.Y. I missionari cattolici difesi da un loro avversario

3,78 (30/31 Marzo 1906), p.1

79 DALL’UNITA’ CATTOLICA Se i Cattolici costituiscono una classe sociale

3,79 (31 Marzo/1° Aprile 1906), p.1

80 ANONIMO Il comitato inquirente

3,80 (02/03 Aprile 1906), p.1

81 ANONIMO Il credito in Sardegna

3,81 (03/04 Aprile 1906), p.1

82 X. Libertà d’insegnamento

3,82 (04/05 Aprile 1906), p.1

83 ANONIMO Provvedimenti per la Sardegna/Il credito agrario

3,83 (05/06 Aprile 1906), p.1

84 ANONIMO L’organizzazione cattolica

3,84 (06/07 Aprile 1906), p.1

85 ANONIMO Il Giornalismo

3,85 (07/08 Aprile 1906), p.1

86 ANONIMO Infanzia abbandonata

3,86 (09/10 Aprile 1906), p.1

87 ANONIMO La lettera apostolica del S.P. Pio X e gli studi biblici

3,87 (10/11 Aprile 1906), p.

88 ANONIMO Per la riorganizzazione dell’azione cattolica

3,88 (11/12 Aprile 1906), p.1

89 ANONIMO Per il decorso della Magistratura

3,89 (12/13 Aprile 1906), p.1

90 ANONIMO Nei Paesi danneggiati dal Vesuvio/

I Sovrani ritornano sui luoghi devastati

3,90 (13/14 Aprile 1906), p.1

91 ANONIMO L’uso delle armi nelle sommosse popolari

3,91 (14/15 Aprile 1906), p.1

92 ANONIMO Pensioni operaie

3,92 (16/17 Aprile 1906), p.1

93 ANONIMO Malumori nella triplice

3,93 (17/18 Aprile 1906), p.1

94 ANONIMO Le Casse operaie

3,94 (18/19 Aprile 1906), p.1

95 ANONIMO I provvedimenti per la Sardegna

3,95 (19/20 Aprile 1906), p.1

96 FUSCOLINO Il sacerdote nel nuovo codice di procedura penale

3,96 (20/21 Aprile 1906), p.1

97 ANONIMO Un’intervista con gli ammiragli inglese e francese

3,97 (21/22 Aprile 1906), p.1

98 ANONIMO La viabilità e l’agricoltura

3,98 (23/24 Aprile 1906), p.1

99 A. Solidali nel bene e bersagliati

3,99 (24/25 Aprile 1906), p.1

100 ANONIMO I debiti comunali e provinciali

3,100 (25/26 Aprile 1906), p.1

101 ANONIMO Sintomi rivoluzionari in Francia

3,101 (26/27 Aprile 1906), p.1

102 ANONIMO La cooperazione agricola in Sardegna

3,102 (27/28 Aprile 1906), p.1

103 ANONIMO Apprensioni e dubbi

3,103 (28/29 Aprile 1906), p.1

104 ANONIMO Il movimento prefettizio

3,104 (30 Aprile/01 Maggio 1906), p.1

105 ANONIMO Congressi e religione

3,105 (01/02 Maggio 1906), p.1

106 ANONIMO La civiltà moderna e un Dio ignoto

3,106 (02/03 Maggio 1906), p.1

107 ANONIMO Il governo in Francia

3,107 (03/04 Maggio 1906), p.1

108 ANONIMO Il Ministero del Lavoro

3,108 (04/05 Maggio 1906), p.1

109 ANONIMO L’inchiesta sulla marina

3,109 (05/06 Maggio 1906), p.1

110 ANONIMO La viabilità in Sardegna

3,110 (07/08 Maggio 1906), p.1

111 ANONIMO Ancora sulla viabilità

3,111 (08/09 Maggio 1906), p.1

112 ANONIMO Il voto elettorale politico alle donne

3,112 (09/10 Maggio 1906), p.1

113 ANONIMO La Germania isolata!

3,113 (10/11 Maggio 1906), p.1

114 ANONIMO Un parallelo impressionante

3,114 (11/12 Maggio 1906), p.1

115 ANONIMO Socialismo e scioperi

3,115 (12/13 Maggio 1906), p.1

116 ANONIMO I Sovrani a Palermo

116 (14/15 Maggio 1906), p.1

117 ANONIMO La situazione del Ministero

3,117 (15/16 Maggio 1906), p.1

118 ANONIMO Le solite illusioni

3,118 (16/17 Maggio 1906), p.1

119 ANONIMO I tumulti di Cagliari/

L’interpellanza alla Camera

3,119 (17/18 Maggio 1906), p.1

120 ANONIMO Il gruppo socialista e le dimissioni

3,120 (18/19 Maggio 1906), p.1

121 AVV. SAVERIO FINOIl fondo culto al congresso dei comuni

3,121 (19/20 Maggio 1906), p.1

122 ANONIMO Il rincaro dei viveri ed i provvedimenti per la Sardegna

3,122 (21/22 Maggio 1906), p.1

123 ANONIMO Continua la crisi

3,123 (22/23 Maggio 1906), p.1

124 ANONIMO Sui fatti di Cagliari

3,124 (23/24 Maggio 1906), p.1

125 ANONIMO Verso la soluzione

3,125 (25/26 Maggio 1906), p.1

126 ANONIMO Ancora sulla soluzione/

Il nuovo ministero

3,126 (26/27 Maggio 1906), p.1

127 ANONIMO Possidenti e Proletari

3,127 (28/29 Maggio 1906), p.1

128 ANONIMO A proposito di scioperi

3,128 (29/30 Maggio 1906), p.1

129 ANONIMO Linda Murri

3,129 (30/31 Maggio 1906), p.1

130 ANONIMO I Deputati dimissionari Socialisti

3,130 (31 Maggio/01 Giugno 1906), p.1

131 X.Y. La vera rovina

3,131 (01/02 Giugno 1906), p.1

132 ANONIMO Riflettiamo

3,132 (02/03 Giugno 1906), p.1

133 ANONIMO Quel che farà il Governo

3,133 (04/05 Giugno 1906), p.1

134 ANONIMO Il Giornalismo e i fatti di Sardegna

3,134 (05/06 Giugno 1906), p.1

135 ANONIMO Dopo la legge di separazione

3,135 (06/07 Giugno 1906), p.1

136 ANONIMO Gli Anarchici

3,136 (07/08 Giugno 1906), p.1

137 ANONIMO Le raffinatezze della calunnia

3,137 (08/09 Giugno 1906), p.1

138 ANONIMO Ore torbide

3,138 (09/10 Giugno 1906), p.1

139 ANONIMO Aspettando

3,139 (11/12 Giugno 1906), p.1

140 AVV. FRANCESCO BOCCUZZII provvedimenti pel Mezzogiorno e le opere pie

3,140 (12/13 Giugno 1906), p.1

141 ANONIMO Le dichiarazioni del Governo alla Camera/ Il programma

3,141 (13/14 Giugno 1906), p.1

142 ANONIMO La discussione dei provvedimenti per il Mezzogiorno e le Isole alla Camera Rocco

3,142 (15/16 Giugno 1906), p.1

143 D.FARINA Una corrispondenza del secolo

3,143 (16/17 Giugno 1906), p.1

144 ANONIMO Politica internazionale

3,144 (18/19 Giugno 1906), p.1

145 ANONIMO Contro gli eccidii

3,145 (19/20 Giugno 1906), p.1

146 ANONIMO Le aberrazioni socialiste in Francia

3,146 (20/21 Giugno 1906), p.1

147 ANONIMO Il riscatto delle meridionali

3,147 (21/22 Giugno 1906), p.1

148 ANONIMO I provvedimenti per la Sardegna

3,148 (22/23 Giugno 1906), p.1

149 ANONIMO I Congressi degli impiegati

3,149 (23/24 Giugno 1906), p.1

150 ANONIMO Le feste di Ancona

3,150 (25/26 Giugno 1906), p.1

151 ANONIMO La discussione in Senato sui provvedimenti per la Sardegna /

La riunione della nostra deputazione

3,151 (26/27 Giugno 1906), p.1

152 ANONIMO Radicali e socialisti in Francia

3,152 (27/28 Giugno 1906), p.1

153 ANONIMO L’Ispettorato del Lavoro

3,153 (28/29 Giugno 1906), p.1

154 ANONIMO La discussione dell’inchiesta sulla Marina/ I documenti Giusso

3,154 (30 Giugno/01 Luglio 1906), p.1

155 ANONIMO La discussione dell’inchiesta sulla Marina/ Orlando

3,155 (02/03 Luglio 1906), p.1

156 ANONIMO Le leghe in Sardegna

3,156 (03/04 Luglio 1906), p.1

157 ANONIMO La conversione della rendita

3,157 (04/05 Luglio 1906), p.1

158 ANONIMO La conversione della rendita in anonimo/ Il Giornalismo Cattolico

3,158 (05/06 Luglio 1906), p.1

159 ANONIMO Che bella lezione!

3,159 (06/07 Luglio 1906), p.1

160 ANONIMO L’inchiesta sulla Marina in Senato/

Il discorso Morin/

I Contratti con la Terni

3,160 (07/08 Luglio 1906), p.1

161 ANONIMO La discussione sulla Marina

3,161 (09/10 Luglio 1906), p.1

162 ANONIMO I Socialisti al potere

3,162 (10/11 Luglio 1906), p.1

163 ANONIMO Le scuole private

3,163 (11/12 Luglio 1906), p.1

164 ANONIMO Il bilancio di assestamento

3,164 (12/13 Luglio 1906), p.1

165 ANONIMO Pocos y male aunidos

3,165 (13/14 Luglio 1906), p.1

166 ANONIMO Lo sciopero dei tramvieri

3,166 (14/15 Luglio 1906), p.1

167 ANONIMO Sfruttatori e sfruttati

3,167 (18/19 Luglio 1906), p.1

168 ANONIMO La politica nella giustizia

3,168 (19/20 Luglio 1906), p.1

170 ANONIMO Gli sgravi

3,170 (21/22 Luglio 1906), p.1

171 ANONIMO Le cooperative romagnole in Sardegna e la logica di Rabagas

3,171 (23/24 Luglio 1906), p.1

172 ANONIMO I nostri denigratori

3,172 (24/25 Luglio 1906), p.1

173 ANONIMO La Conversione della rendita dinanzi ai tribunali

3,173 (25/26 Luglio 1906), p.1

174 ANONIMO La piaga dell’analfabetismo

3,174 (26/27 Luglio 1906), p.1

175 ANONIMO Opere pubbliche e colonizzazione in Sardegna

3,175 (27/28 Luglio 1906), p.1

176 ANONIMO La rivoluzione russa ed il pericolo europeo

3,176 (28/29 Luglio 1906), p.1

177 ANONIMO Il XXIX Luglio

3,177 (30/31 Luglio 1906), p.1

178 L.A.PERUSSIA Un male della Sardegna/Parole chiare

3,178 (31/1° Agosto 1906), p.1

179 ANONIMO I lavoratori sardi e le cooperative emiliane

3,179 (01/02 Agosto 1906), p.1

180 ANONIMO L’enciclica del Papa ai vescovi italiani

3,180 (02/03 Agosto 1906), p.1

181 ANONIMO I pessimisti in Francia

3,181 (03/04 Agosto 1906), p.1

182 ANONIMO Rappresentanza proporzionale

3,182 (04/05 Agosto 1906), p.1

183 ANONIMO La baraonda russa

3,183 (06/07 Agosto 1906), p.1

184 ANONIMO Dopo la lettera pontificia agli Arcivescovi e vescovi d’Italia

3,184 (07/08 Agosto 1906), p.1

185 ANONIMO Gli anarchici

3,185 (08/09 Agosto 1906), p.1

186 ANONIMO Sempre mistificati/

Leggi insufficienti ed inutili

3,186 (09/10 Agosto 1906), p.1

187 ANONIMO Dall’epico al tragico

3,187 (10/11 Agosto 1906), p.1

188 ANONIMO Noterelle politiche

3,188 (11/12 Agosto 1906), p.1

189 ANONIMO La baraonda russa

3,189 (13/14 Agosto 1906), p.1

190 ANONIMO Gli avanzi del bilancio

3,190 (14/15 Agosto 1906), p.1

191 ANONIMO I venti milioni

3,191 (16/17 Agosto 1906), p.1

192 PIUS PP.X. Lettera enciclica di S.S.PIO X agli Arcivescovi e vescovi di Francia

3,192 (17/18 Agosto 1906), p.1

193 ANONIMO Per l’isola dimenticata

3,193 (18/19 Agosto 1906), p.1

194 ANONIMO Disastroso terremoto nel Cile/

Immane catastrofe/

I particolari/I danni

3,194 (20/21 Agosto 1906), p.1

195 ANONIMO Il contagio nelle folle

3,195 (21/22 Agosto 1906), p.1

196 ANONIMO Sardegna Derisa

3,196 (22/23 Agosto 1906), p.1

197 ANONIMO Sardi e Romagnoli

3,197 (23/24 Agosto 1906), p.1

198 ANONIMO Giolitti parlerà

3,198 (24/25 Agosto 1906), p.1

199 ANONIMO Quale impressione fece in Francia l’Enciclica di Pio x

3,199 (25/26 Agosto 1906), p.1

200 ANONIMO Gli scioperi

3,200 (27/28 Agosto 1906), p.1

201 ANONIMO Dopo la pubblicazione dell’Enciclica

3,201 (28/29 Agosto 1906), p.1

202 ANONIMO Le leghe degli industriali

3,202 (29/30 Agosto 1906), p.1

203 ANONIMO Il panamino Sardo

3,203 (30/31 Agosto 1906), p.1

204 FUSCOLINO L’istituto internazionale d’agricoltura

3,204 (31Agosto/1° Settembre 1906), p.1

205 ANONIMO Il cancro dell’antimilitarismo

3,205 (01/02 Settembre 1906), p.1

206 ANONIMO Fallimento dei comuni

3,206 (03/04 Settembre 1906), p.1

207 ANONIMO Il panama romagnolo

3,207 (04/05 Settembre 1906), p.1

208 ANONIMO Il panamino sardo

3,208 (05/06 Settembre 1906), p.1

209 ANONIMO Il panamino Romagnolo

3,209 (06/07 Settembre 1906), p.1

210 ANONIMO Le cooperative romagnole e le bonifiche

3,210 (07/08 Settembre 1906), p.1

211 DALLA GAZZETTA DIUn glorioso anniversario

3,211 (08/09 Settembre 1906), p.1

212 ANONIMO Le feste di Torino

3,212 (10/11 Settembre 1906), p.1

213 ANONIMO I Romagnoli in Sardegna

3,213 (11/12 Settembre 1906), p.1

214 ANONIMO Il principio di autorità

3,214 (12/13 Settembre 1906), p.1

215 ANONIMO La Sardegna ai Sardi

3,215 (13/14 Settembre 1906), p.1

216 G.V.DAL FERRO Un grande esperimento socialista in via di fallimento

3,216 (14/15 Settembre 1906), p.1

217 ANONIMO Anticlericali e socialisti

3,217 (15/16 Settembre 1906), p.1

218 ANONIMO Dopo la lotta elettorale

3,218 (17/18 Settembre 1906), p.1

219 ANONIMO Cooperativa

3,219 (18/19 Settembre 1906), p.1

220 ANONIMO Per la sincerità

3,220 (19/20 Settembre 1906), p.1

221 ANONIMO La situazione religiosa in Francia

3,221 (20/21 Settembre 1906), p.1

222 ANONIMO Il Congresso dei Magistrati

3,222 (21/22 Settembre 1906), p.1

223 ANONIMO La politica delle vacanze

3,223 (22/23 Settembre 1906), p.1

224 D. Congresso giudiziario

3,224 (24/25 Settembre 1906), p.1

225 ANONIMO Il Convegno di Tempio dei rappresentanti della Gallura e dell’Anglona e le Cooperative

romagnole

3,225 (25/26 Settembre 1906), p.1

225 ANONIMO L’atteggiamento dei Vescovi in Francia

3,225 (26/27 Settembre 1906), p.1

227 ANONIMO Il Senatore Villari e la scuola unica

3,227 (27/28 Settembre 1906), p.1

228 ANONIMO Massoni e cattolici

3,228 (28/29 Settembre 1906), p.1

229 ANONIMO La mutualità nella scuola e nell’Officina

3,229 (29/30 Settembre 1906), p.1

230 ANONIMO Le Cooperative Emiliane e la canzonatura degli accordi

3,230 (01/02 Ottobre 1906), p.1

231 ANONIMO Disarmonia fra Parlamento e Paese

3,231 (02/03 Ottobre 1906), p.1

232 MONS.GIBIER L’azione cattolica nella Chiesa cattolica

3,232 (03/04 Ottobre 1906), p.1

233 PIETRO SPANU La questione agraria in Sardegna/La voce della Sardegna

3,233 (04/05 Ottobre 1906), p.1

234 ANONIMO Nemmeno nell’Avellinese vogliono i Romagnoli

3,234 (05/06 Ottobre 1906), p.1

235 ANONIMO I Socialisti contro la Monarchia

3,235 (06/07 Ottobre 1906), p.1

236 S. DADDI Ferrovie e comizi in Sardegna/S’intenderà ragione?

3,236 (08/09 Ottobre 1906), p.1

237 ANONIMO Delinquenti e prigioni in Italia

3,237 (09/10 Ottobre 1906), p.1

238 ANONIMO La questione religiosa in Francia

3,238 (10/11 Ottobre 1906), p.1

239 ANONIMO L’organizzazione cattolica in Sardegna

3,239 (11/12 Ottobre 1906), p.1

240 ANONIMO Agitazioni di partito

3,240 (12/13 Ottobre 1906), p.1

241 ANONIMO Disoccupati ed emigranti

3,241 (13/14 Ottobre 1906), p.1

242 ANONIMO Dopo il Congresso Socialista

3,242 (15/16 Ottobre 1906), p.1

243 ANONIMO Governo ed insegnanti

3,243 (16/17 Ottobre 1906), p.1

244 UGO PALUANI Gli avanzi del bilancio e i propositi del governo

3,244 (17/18 Ottobre 1906), p.1

245 ANONIMO La colonia eritrea

3,245 (18/19 Ottobre 1906), p.1

246 ANONIMO Polemiche sulla riforma dell’artiglieria

3,246 (19/20 Ottobre 1906), p.1

247 ANONIMO Le memorie del principe Hohenlohe

3,247 (20/21 Ottobre 1906), p.1

248 ANONIMO La situazione politica

3,248 (22/23 Ottobre 1906), p.1

249 ANONIMO Il fascio popolare

3,249 (23/24 Ottobre 1906), p.1

250 PIUS PP.X. Il Santo Padre e gli Esercizi Spirituali

3,250 (24/25 Ottobre 1906), p.1

251 ANONIMO Le esercitazioni navali

3,251 (26/27 Ottobre 1906), p.1

252 C.O. Dal Socialismo all’Anarchia

3,252 (27/28 Ottobre 1906), p.1

253 ANONIMO Le esercitazioni navali

3,253 (29/30 Ottobre 1906), p.1

254 ANONIMO Una manifestazione solenne contro le spese addossate indebitamente ai Comuni

3,254 (30/31 Ottobre 1906), p.1

255 ANONIMO Le istituzioni economico/sociali cattoliche e all’Esposizione di Milano

3,255 (31 Ottobre/1°Novembre 1906) p.1

256 ANONIMO L’emigrazione

3,256 (02/03 Novembre 1906), p.1

257 ANONIMO I lavoratori Sardi in Francia/I Romagnoli in Sardegna

3,257 (03/04 Novembre 1906), p.1

258 ANONIMO Propaganda femminile

3,258 (05/06 Novembre 1906), p.1

259 ANONIMO Il riposo festivo

3,259 (06/07 Novembre 1906), p.1

260 ANONIMO Gli studi commerciali in Germania 3,260 (07/08 Novembre 1906), p.1

261 ANONIMO Il Congresso dei braccianti emiliani a Bologna

3,261 (08/09 Novembre 1906), p.1

262 ANONIMO Il discorso dell’onorevole Majorana a Catania

3,262 (09/10 Novembre 1906), p.1

263 ANONIMO Massoni e cattolici in Spagna

3,263 (10/11 Novembre 1906), p.1

264 ANONIMO Propaganda Socialista in Sardegna

3,264 (12/13 Novembre 1906), p.1

265 LEOPOLDO FREZZOLINII Comuni burlati

3,265 (13/14 Novembre 1906), p.1

266 DEV.MO CARD. MERRY DEL VAL Pio X e la Pace

3,266 (14/15 Novembre 1906), p.1

267 X.Y. La potenza straniera!

3,267 (15/16 Novembre 1906), p.1

268 BYD. Gli istituti cattolici di Credito

3,268 (16/17 Novembre 1906), p.1

269 ANONIMO Il Grande Oriente bandisce l’anticlericalismo e sconfessa le affermazioni di Fortis

3,269 (17/18 Novembre 1906), p.1

270 ANONIMO La ripresa dei lavori parlamentari

3,270 (19/20 Novembre 1906), p.1

271 ANONIMO Conservatori e liberali in Inghilterra

3,271 (20/21 Novembre 1906), p.1

272 ANONIMO L’opera di D. Bosco all’estero

3,272 (20/21 Novembre 19O6), p.1

273 GIOVANNI DORE, PRETOREIl Congresso dei Magistrati

3,273 (22/23 Novembre 1906), p.1

274 ANONIMO Dopo la bomba in S. Pietro

3,274 (23/24 Novembre 1906), p.1

275 ANONIMO Tendenze massoniche

3,275 (24/25 Novembre 1906), p.1

276 ANONIMO Dopo le elezioni negli Stati Uniti

3,276 (26/27 Novembre 1906), p.1

277 ANONIMO L’Episcopato ed i Governi

3,277 (27/28 Novembre 1906), p.1

278 PROF. DOMENICO BRIZZI Torniamo all’antico

3,278 (28/29 Novembre 1906), p.1 279

279 ERMINIA VISMI Infanzia derelitta

3,279 (29/30 Novembre 1906), p.1

279 ANONIMO L’ostruzionismo dei doganieri

3,279 (30 Novembre/1°Dicembre 1906), p.1

280 ANONIMO La ripresa

3,280 (01/02 Dicembre 1906), p.1

282 G.VIGNA DAL FERRO Le responsabilità a posto

3,282 (03/04 Dicembre 1906), p.1

284 F.C. Gli enti morali e la conversione della rendita

3,284 (04/05 Dicembre 1906), p.1

285 ANONIMO L’indennità ai deputati

3,285 (05/06 Dicembre 1906), p.1

286 ANONIMO Dopo l’ostruzionismo doganale

3,286 (06/07 Dicembre 1906), p.1

287 ANONIMO La situazione parlamentare

3,287 (07/08 Dicembre 1906), p.1

288 ANONIMO Il Concistoro segreto

3,288 (10/11 Dicembre 1906), p.1

289 LUISA SANNAVIA Il femminismo

3,289 (11/12 Dicembre 1906), p.1

290 ARMANI AUGUSTOA proposito dei giovani delinquenti e discoli

3,290 (12/13 Dicembre 1906), p.1

291 ANONIMO I lavoratori del mare

3,291 (13/14 Dicembre 1906), p.1

292 ANONIMO Notizie sui campi dimostrativi

3,292 (14/15 Dicembre 1906), p.1

293 ANONIMO Degenerazioni

3,293 (15/16 Dicembre 1906), p.1

294 ANONIMO Le cooperative emiliane in Basilicata e in Sardegna

3,294 (17/18 Dicembre 1906), p.1

295 ANONIMO La fase presente dell’emigrazione

3,295 (18/19 Dicembre 1906), p.1

296 ANONIMO La violenza settaria in Francia

3,296 (19/20 Dicembre 1906), p.1

297 ANONIMO L’era nuova in Francia

3,297 (20/21 Dicembre 1906), p.1

298 C.LUTZU La persecuzione mascherata

3,298 (21/22 Dicembre 1906), p.1

299 ANONIMO In Francia e in Italia

3,299 (22/23 Dicembre 1906), p.1

300 ANONIMO La legalità settaria

3,300 (22/23 Dicembre 1906), p.1

301 ANONIMO La riscossa in Francia delle coscienze cristiane

3,301 (27/28 Dicembre 1906), p.1

302 G.R. Libertà in Francia

3,302 (28/29 Dicembre 1906), p.1

302 ANONIMO Le fasi di una lotta

3,302 (29/30 Dicembre 1906), p.1

304 ANONIMO Tra Chiesa e Stato in Francia

3,304 (31 Dicembre 1906), p.1

Bibliogafia

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Commenti

  1. il cattolicesimo ha sempre avuto tanta forza in italia e nel Mondo.

    andrea
    Novembre 16th, 2010
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